Gotlib, nom de plume di Marcel Mordekhaï Gotlieb, tra i più importanti autori umoristici francesi, nasce nel 1934 a Parigi da genitori ebrei ungheresi. Vive la guerra e la persecuzione razziale, rimanendo orfano di padre, ucciso nel lager di Buchenwald, e passa l’infanzia in orfanotrofio. Lavora per pagarsi gli studi d’arte, disegna per Vaillant e altri giornali, fino a approdare a Pilote, dove crea la serie Dingodossier con René Goscinny e la bizzarra Rubric-a-Brac. Nel 1972 fonda la rivista L’Écho des Savanes insieme a Nikita Mandryka e Claire Bretécher e, nel 1975, un’altra rivista: Fluide Glacial, “journal d’umour et bandessinées”, in edicola ancora oggi.
Per farla molto in breve, vale la pena ricordare che proprio sulle pagine di Fluide Glaciale si scatena l’umorismo più caustico e sadico di Gotlib, in particolare nei personaggi di Gai-Luron e Superdupont e Pervers Pépère, personaggi letti e celebrati ancora oggi Oltralpe. Nel 1991 è stato insignito del Grand Prix d’Angoulême.
In Italia, invece, quella di Gotlib è tutta un’altra storia. Nonostante sia stato uno dei principali protagonisti del fumetto francofono, dalle nostre parti non ha mai avuto successo, quasi non è stato pubblicato, e rimane sconosciuto ai più.
Si registrano soltanto alcune apparizioni di Gai-Luron sulle testate Mondo Erre negli anni Settanta, e Totem nei primi Ottanta. Le altre opere del maestro erano colpevolmente inedite, accessibili solo ai francofoni, fino a questo autunno, quando l’etichetta Comicart City, una delle sorprese di Lucca 2015, ha esordito proponendo Perverse Pépère e Hamster Jovial, due dei suoi personaggi più importanti, che ci hanno spinto a riservargli un posto d’onore tra le migliori riproposte del 2015.
Il vecchietto perverso
Nel corso degli anni Perverse Pépère è diventato uno dei personaggi di riferimento di Fluide Glacial. Come dice il nome stesso, è un vecchietto perverso, che gira vestito con un lungo impermeabile e dal naso sempre gocciolante. Le prime tavole, in realtà senza personaggio fisso, sono variazioni sul tema dello stereotipo da barzelletta dell’esibizionista che per strada si apre il cappotto di fronte alle passanti. Tema abbastanza sterile in mano a un normale umorista, Gotlib lo reinterpreta in chiave via via sempre più surreale, coinvolgendo bambini, serpenti, ciechi, preti, legionari, robot … e perfino la mascotte di una celebre marca di formaggi francesi, La vache qui rit.
Ma è quando lo sketch sembra aver esaurito le sue potenzialità che Gotlib rende interessante la faccenda. Disegna un vecchietto col viso ancora più laido di quello comparso nelle prime gag, scrive per la prima volta il nome Perverse Pépère in cima alla tavola e cambia la struttura della serie. Da questo momento in poi la perversione del nostro nonnetto non sarà più semplicemente mostrare le sue grazie ai passanti ma scandalizzare, disturbare, scioccare, torturare psicologicamente o più in generare infastidire il prossimo nelle maniere più impensabili. In tutte le tavole compie qualcosa di tremendo e indicibile, più per l’atteggiamento che per la cosa in sé, finendo per godere in un modo esagerato e scomposto delle sue malefatte.
Memorabili, ad esempio, sono le due doppie tavole che riportiamo qui sotto, in cui Perverse Pépère gira per la città registrando i suoni più disparati. Da notare l’arte di Gotlib, che nella prima pagina elimina completamente le onomatopee, per farle poi “esplodere” – ognuna con un diverso lettering, mimetico del suono stesso – nella seconda, in cui la perversione del vecchietto trova compimento.
Il criceto gioviale
Il capo scout Hamster Jovial, invece, non fu pubblicato inizialmente su Fluide Glacial ma sul magazine Rock & Folk. È la parodia del perfetto capo scout, ligio al dovere e al codice di comportamento del movimento, ma completamente scollegato dalla realtà. Il suo animo puro, innocente, ingenuo, cozza inevitabilmente con la modernità cinica e priva di valori, rappresentata dai tre lupacchiotti del suo brando, una bambina e due maschietti. I tre infatti sono dediti in giovanissima età a pratiche sessuali, che vanno dai semplici baci alle mani sotto la gonna fino all’amplesso vero e proprio, che il loro capo pattuglia ignora completamente. Hamster Jovial si imbarazza soltanto a pensare di dover parlare loro della sessualità!
Le tavole migliori, però, sono le prime, quelle in cui è più forte il legame tra il personaggio e la rivista su cui era nato. Per mostrarsi giovane e coinvolgere maggiormente la sua squadriglia, il buon capo scout tenta ogni volta di modernizzare il canto scout Flamme pure et légère – inventato apposta da Gotlib, ma ironicamente attribuito al compositore Felix Mendelssohn e a Lord Baden-Powell – ispirandosi di volta in volta ai dischi rock e pop che gli capita di ascoltare: Jethro Tull, Joe Cocker, Rolling Stones, Elvis, Captain Beefheart…
Ancora una volta il lettering è protagonista delle tavole, contribuendo alla comicità della scena. Il testo di Flamme pure et légère si deforma di volta in volta per richiamare nella grafica il sound dei vari artisti.
Gotlib trova il suo posto
A questo punto tocca porsi una domanda. Come mai Hamster Jovial e Perverse Pépère non sono mai stati pubblicati prima d’ora in Italia?
L’umorismo di Gotlib affonda le radici nella celebre rivista americana Mad, conosciuta grazie a René Goscinny ai tempi dei Dingodossier. Si trattava di genere di umorismo parecchio americano – per i riferimenti, ma anche nei toni – che non è mai stato accolto con troppo favore nel nostro paese. Tutti i tentativi di importare Mad sono infatti falliti, allo stesso modo dei suoi epigoni autoctoni come Tilt, rivista di Castelli, Gomboli, Baratelli e Peroni, durata soltanto due numeri.
Più in generale, si può dire che il fumetto comico per adulti, in Italia, non ha mai avuto un contenitore né un pubblico di riferimento. Anche le riviste-contenitore più attente allo humour hanno sempre privilegiato le brevi strisce umoristiche, alla maniera di Linus, invece di dare spazio alle lunghe storie irriverenti che provenivano da oltreoceano o semplicemente da oltralpe.
Per questo l’operazione di recupero compiuta da Comicart City è tanto importante quanto coraggiosa: porta in Italia non solo un autore fino ad ora colpevolmente ignorato, ma dà anche spazio a un genere di umorismo che è stato spesso sottorappresentato. Non resta che sperare che i lettori italiani abbiano raggiunto la maturità per apprezzare e riscoprire una parte importante del fumetto europeo che ci eravamo persi.
Hamster Jovial e i suoi lupacchiotti
di Gotlib
Comicart City, 2015
40 pagine, 16 €
Perverse Pépère
di Gotlib
Comicart City, 2015
60 pagine, 15 €