Nel 1988 i registi Marcelo Schapces e Julio Cordoso realizzarono un documentario, Breccia x 4, incentrato sulla figura dei Alberto Breccia e dei suoi tre figli: Enrique, Cristina e Patricia. Il film, non senza sconfinare talvolta nella fiction, racconta i quattro artisti mettendo al centro il ruolo del padre – intervistato per primo – ma soprattutto il suo immaginario, presente nella vita e nell’opera dei figli e in ogni scena.
L’intervistatore protagonista del film non si limita a conversare la famiglia Breccia, bensì fa una sorta di indagine su di loro. Affascinato dai quattro, il narratore pare anche intimorito, tanto da vedere un po’ dappertutto – come in preda a brevi ‘visioni’, anche durante una visita al bar – scene e volti dei fumetti di Breccia padre. Determinato a indagare sulla “straordinaria capacità espressiva” della famiglia Breccia, il protagonista esplora dunque i mondi espressionisti di Alberto, conversando con lui di alcune opere (Mort Cinder, Che, L’eternauta), delle sue tecniche sperimentali (collage e monotipia, particolarmente visibili in Un certo Daneri o I miti di Cthulhu); poi incontra i figli, Enrique con i suoi mondi violenti e rurali, e le sorelle Cristina e Patricia, la prima legata a un immaginario demoniaco, l’altra più quotidiano.
Il film scorre tinto da toni mistici e misteriosi, concludendosi non come un semplice documentario, ma come un noir paranoico. Da pochi mesi Breccia x 4 è disponibile nella sua interezza su YouTube (senza sottotitoli, ma talmente affascinante da meritare comunque la visione).