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Nello studio di Fabrizio Biggio

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Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Fabrizio Biggio, attore e conduttore televisivo, conosciuto per aver recitato assieme a Francesco Mandelli nella sitcom I soliti idioti di MTV. Biggio ha da poco pubblicato con Magic Press il fumetto Le avventurine di Pene e Vagina, basato sull’omonimo cartone animato andato in onda nel programma Loveline di MTV.

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Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?

Fare il “fumettista” non è, diciamo, il mio lavoro principale. Ma è una passione che coltivo fin da quando ero piccolo. In realtà però il disegno è stata la mia prima fonte di guadagno. A 18 anni mandai un po’ di vignette a riviste di ogni genere sperando che mi assumessero. Gli unici a rispondere furono quelli di Cacciatoscana, un mensile che si occupava appunto di caccia. In realtà io sono per lo più contrario alla caccia, ma per 50.000 lire a vignetta mi chiesero di fare vignette satiriche contro animalisti e ambientalisti e accettai. Li disegnavo sugli alberi che mangiavano banane. Poi ho preso altre strade. Il disegno tornò nela mia vita in maniera professionale ad Mtv dove feci una serie di cartoon sulle avventure di un pene e una vagina e adesso sono diventati delle strisce e ho pubblicato il mio primo album, alla bellezza di 40 anni suonati. Ho anche aperto una pagina facebook e un profilo Facebook per l’occasione, dove mi diverto a pubblicare vignette e strisce di pene e vagina e non solo. Mi piace molto e il progetto sarebbe quello di continuare su questa strada, che in fondo era un sogno che ho sempre avuto. Ho anche cominciato un corso di disegno anatomico, la mattina insieme ad un’altra decina di casalinghe (le uniche credo oltre a me che abbiano le mattinate libere…). Vediamo come va questo primo album e poi si vedrà. male male tornerò a fare l’attore!!

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Che strumenti e tecniche usi per disegnare?

Essendomi riavvicinato al fumetto da poco sono rimasto un po’ indietro sule nuove tecniche informatiche per disegnare. I miei “colleghi” disegnano e colorarono con il computer, io ancora non riesco e uso matita, chine, gomma e uno scanner Epson di una decina di anni fa che però ancora fa il suo porco lavoro, anche se quando lavora sembra di sentir passare un trattore. Mio figlio di 6 anni però si deverte a disegnare al computer… ed è più bravo di me!

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Hai delle abitudini da rispettare prima di metterti al lavoro?

L’unica abitudine che cerco di rispettare è quella di lavorare. Sono un pigro e disegnare è faticosissimo!! Una volta che ho avuto l’idea per una striscia mi piacerebbe che questa si materializzasse davanti ai miei occhi così come l’ho pensata. Purtroppo invece devo sedermi alla scrivania impugnare la matita e disegnare! La scrivania poi, non lavorando sul computer, è sempre incasinata e piena di appunti disegni bozze ecc… Ecco ogni tanto prima di lavorare mi impongo di riordinare.

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Quali sono per te gli autori e le opere di riferimento?

Il mio artista di riferimento e quello che ha fatto nascere in me la passione per il fumetto è senza dubbio Andrea Pazienza. Leggevo i suoi fumetti avidamente, ammirato dalla sua capacità di raccontare e mi resi conto delle potenzialità che il fumetto aveva per raccontare delle storie. Provando mi trovai subito a mio agio con questo mezzo. In generale tutti i fumettisti del Male, di frigidaire mi appassionavano. Lo spirito era quello di “Charlie Hebdo” e invidiavo molto la loro totale libertà creativa. Poi adoro Edika, un fumettista francese con un forte gusto per il surreale e il demenziale. Il suo lavoro mi ha influenzato molto anche nel pensare gli sketch per i “soliti idioti”. Da piccolo invece leggevo tantissimo Lucky Luke, di Morris. L’umorismo francese trovo che sia unico.

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Ci parli di questo oggetto particolare?

È una specie di mobiletto luminoso. Si tratta dell’opera di una mia amica artista. E’ ispirato alle insegne dei cinema del secolo scorso in cui con le lettere poste su un pannello luminoso si componeva il titolo del film. Mi è piaciuto subito e lo uso per scriverci di tutto: da “ricordati di comprare il latte” a frasi che mi hanno colpito o semplici incoraggiamenti nei miei confronti, tipo “LAVORA!”

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