Dopo avere proposto una selezione dei migliori graphic novel pubblicati nel 2015, i nostri redattori si sono dedicati al (lungo) confronto per offrire un altro punto di vista sulle pubblicazioni dell’anno che sta volgendo al termine: una scelta di 10 tra i migliori fumetti seriali del 2015 pubblicati in Italia. Tra rilanci di personaggi e serie classiche degli universi Marvel o DC, conferme (e novità) dal mondo dei manga, serie d’autore francesi e prodotti italiani, il panorama ci è parso meno ricco di sorprese rispetto a quanto offerto dai graphic novel, ma non privo di opere eccellenti.
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Soil nn. 3-6, di Atsushi Kaneko (Panini Comics)
Prosegue il manga rivelazione di Atsushi Kaneko, che ci è parso anche quest’anno uno dei più brillanti progetti seriali sulla piazza, dopo la sorpresa che ci portò a segnalarlo nel 2014. Soil è un thriller magnetico, dalle atmosfere cupe e stranianti, guidato da un plot teso e da disegni asciutti e insolitamente ‘occidentali’. L’esplorazione lynchiana di una cittadina abitata da persone “normali” (che nascondono incredibili psicosi collettive) e attraversata da fenomeni paranormali, sembra nuovamente ribaltare le premesse iniziali. E se al centro dei misteri ci fosse non tanto un complotto verso la famiglia Suzuhiro, ma la famiglia stessa? La coppia degli agenti Yokoi e Onoda continua a lavorare, e il loro tono umoristico non smette di alimentare il grottesco paradosso di una commedia poliziesca immersa in un contesto fatto di perverse menzogne e crimini inconfessabili.
La qualità di Soil (nomination ai Premi Micheluzzi – Napoli Comicon) ha generato, in questo 2015, un ulteriore effetto: la traduzione di altre opere di Kaneko, come l’ottimo Wet Moon (che, pure, abbiamo molto apprezzato). E potrebbe rafforzare una tendenza in atto in altri mercati occidentali, la Francia su tutti: una crescente attenzione verso i manga rivolti ai lettori adulti (i seinen). Una offerta che sembra fare di questo segmento una nicchia sempre più importante, in linea con le trasformazioni anagrafiche del pubblico – ormai sempre meno “teen” – dei fumetti giapponesi.
Sandman: Overture nn. 2-5, di Neil Gaiman e J. H. Williams III (RW Lion)
Anche se Sandman: Overture non è alla pari delle storie realizzate da Neil Gaiman per la serie originaria degli anni Ottanta e Novanta, questo prequel ha comunque dimostrato – episodio dopo episodio – una profondità narrativa complessa e appassionante, nel classico stile dello scrittore inglese. E ritrovare Sogno, insieme a diversi personaggi di contorno, ha regalato qualche autentica emozione ai lettori di questo ‘classico’ del fumetto seriale, simbolo di un’etichetta – Vertigo – essa stessa simbolo di una idea del “seriale d’autore”.
Peraltro, in questo caso, non siamo di fronte a un divertissement o a una reunion – tra creatore e personaggio – motivata dalla sola nostalgia (e dal marketing), bensì a un importante tassello nella saga del Signore dei Sogni. Una grande sorpresa, inoltre, si è rivelata essere il lavoro del disegnatore J.H. Williams III. Non una novità assoluta, dato che sue erano state le matite del (troppo presto dimenticato, non credete?) Promethea di Alan Moore. Eppure con questo lavoro Williams è riuscito persino a superare i più importanti disegnatori della saga, dandole un aspetto decorativo e cromatico moderno, e riuscendo a caratterizzare con fluidità – frutto di una rara maestria – la complessa stratificazione narrativa delle trame oniriche di Gaiman. QUI un’anteprima.
Topolino e l’Impero Sottozero (su Topolino nn. 3091-3093), di Casty (Panini Comics)
Con il suo forte gusto vintage, Casty è oggi uno degli autori più consapevoli e raffinati, tra quelli attivi sulle pagine di Topolino. Le sue avventure sono sempre avvincenti e ricche di inventiva nella creazione di scenari e personaggi e ricordano con decisione quelle di Romano Scarpa – di cui Casty è ormai considerato il più esplicito ed evidente erede, in un rapporto che – mutatis mutandis – echeggia quello Carl Barks / Don Rosa. Non solo ispirazione, non solo rispetto, ma anche ripresa ed espansione di tante idee del modello. Senza rinunciare a ingredienti e temi di attualità, o propriamente personali.
In più, il ripescaggio di un interessante personaggio a lungo dimenticato come Atomino Bip-Bip – anche lui creato da Scarpa – ha permesso all’autore di diversificare le situazioni rispetto al tradizionale connubio tra Topolino e Pippo, dando più spazio al fantastico a discapito dell’umorismo tout court. Topolino e l’Impero Sottozero – ambientata in un inedito scenario polare – parte da un fatto storico realmente accaduto e coinvolge alcuni miti meno conosciuti. Le caratteristiche summenzionate sono dunque presenti, ma in questo caso è da notare la piacevole aggiunta di una cifra epica assente nei lavori più recenti dell’autore, che fornisce alla storia ulteriore spessore e densità. Visto tutto questo, gli si perdona facilmente qualche spiegone di troppo…
Assassination Classroom nn. 5-10, di Yusei Matsui (Panini Comics)
Assassination Classroom è uno dei bestseller degli ultimi anni in Giappone. E il suo successo, diciamolo, è tutto meritato. Un fumetto che inganna col suo stereotipato smile in copertina (sempre!), ma che all’interno squaderna brutale ultraviolenza. Un gioco, naturalmente – premesse e sviluppo sono decisamente surreali – ma preso splendidamente sul serio.
Un accenno alla trama surreale: un misterioso alieno decide – dopo essersi sfogato con la Luna – di distruggere la Terra. Lo strano essere tentacolare ha però un altro sogno, oltre al genocidio a cuor leggero: insegnare. Decide così di concedere ancora un anno al nostro pianeta, alla condizione di poter passare i mesi da qui all’Armageddon lavorando come professore. Il governo Giapponese penserà bene, dopo aver promesso una cifra vertiginosa allo studente che riuscirà a eliminare l’alieno prima dell’ultima campanella dell’anno, di indirizzarlo verso una delle peggiori classi della nazione. Canoni classici del manga shonen rivisitati e rimodernizzati in una serie esagerata, fresca, appassionante. QUI i nostri consigli, per iniziare a “stare al gioco” del più spassoso professore assassino.
To Be Continued, di Lorenzo Ghetti con Carlo Trimarchi
Uno dei migliori fumetti del 2015 è un webcomic ed è italiano. To be continued, scritto e disegnato da Lorenzo Ghetti coadiuvato dal web designer Carlo Trimarchi, parla della generazione dei ventenni di oggi, spaesati di fronte alla crisi sociale ed economica che li aspetta appena fuori dal portone dell’università, e allo stesso tempo impegnati a far valere le proprie possibilità e capacità. Ma ne parla senza moralismi, attraverso la metafora dei superpoteri calati in un contesto di formazione e di crescita personale.
To be continued cerca di sfruttare la potenzialità del web per rendere l’esperienza di lettura qualcosa di mai visto prima in un fumetto online, cercando soluzioni di navigazione sempre diverse per ogni capitolo. Non ragiona in termini di tavole, perché parte dal presupposto che in rete lo spazio è illimitato. In questo senso To be continued è un fumetto che va in ogni direzione. È un webcomic che sperimenta con il mezzo e supera la barriera dello scroll: si legge sia in verticale che in orizzontale, ma anche in profondità, per esempio. Un fumetto che potrebbe piacere molto a un teorico come Scott McCloud e che infatti gli piace.
Blast voll. 3-4, di Manu Larcenet (Coconino Press)
Blast è la più recente opera di Manu Larcenet (già apprezzato per l’intenso Lo scontro quotidiano) tradotta in italiano, divisa in 4 (corposi) volumi che rendono difficile catalogarla tanto come serie quanto come graphic novel. Ma il punto vero è un altro: è un gioiello, ed è un lavoro tanto leggibile ed emozionante quanto denso e concettualmente stimolante.
Polza Mancini è uno scrittore obeso di 38 anni che, alla morte del padre, decide di abbandonare tutto, moglie e lavoro, e fare il vagabondo vivendo nei boschi. Quello stesso giorno prova un’esperienza percettiva (il ‘blast’) che Larcenet rappresenta con matasse vorticose di disegni infantili, confusi e colorati a contrastare le linee in bianco e nero del 90% delle altre pagine. Nei due volumi tradotti quest’anno in italiano, Polza prosegue il suo cammino – immerso in atmosfere da noir secco e amorale – alla ricerca delle condizioni rivivere quella indescrivibile illuminazione sensoriale. E il suo percorso si rivela essere non solo una indagine sulla morale, ma sulla stessa “verità” della percezione grafica. Un sublime esempio della potenza espressiva del fumetto, che offre una rara occasione per interrogarci sulla nostra stessa “esperienza di lettura”. QUI un’anteprima del volume e QUI una lunga analisi.
Ms. Marvel nn. 5-15 (su Incredibili Avengers nn. 21-28), di G. Willow Wilson e Adrian Alphona (Panini Comics)
Dopo oltre un anno di pubblicazioni, partite dopo un annuncio che fece il giro del mondo, Ms. Marvel si conferma quello che ci si attendeva – ma che in tanti avevano temuto fosse solo un auspicio: una serie “importante”. Un fumetto di puro intrattenimento leggero, con ingredienti tanto inattesi – una supereroina adolescente musulmana – quanto piacevoli, freschi, efficaci. Grazie a una eroina – e a un team creativo – che racconta e usa la propria cultura con naturalezza e passione contagiose.
Ms. Marvel è una gran bella serie, che ha saputo rivolgersi in modo smaliziato, schietto, “laico” ai ragazzini e soprattutto alle lettrici più giovani. Una fetta di mercato in costante crescita, dopo che (anche) Marvel ha finalmente deciso di dedicarvi energie vere per svilupparlo. In questo senso, il titolo ha fatto da apripista a tutta una gamma di testate pensate specificatamente per ragazzine (pre)adolescenti come Batgirl, Gotham Academy, Supergirl, The Unbeatable Squirrel Girl o Spider-Gwen. E, oltre a vendere come un bestseller, continua a essere il progetto migliore di tutti. Merito soprattutto della editor Sana Amanat, giovane pakistano-americana ispiratrice della serie, e ormai alfiere del più recente ricambio generazionale e culturale all’interno dell’editoria americana di comics.
I testi della Wilson sono ben radicati nell’attualità, e scavano a fondo nelle situazioni famigliari, individuali e sociali dei teenager della nostra società multiculturale. Facendo fare un sano bagno di realtà al fumetto di supereroi, eppure anche ritornando al fascino della Marvel anni Sessanta, quando i personaggi di Stan Lee erano spumeggianti e solari, ma anche pieni di superproblemi al passo coi tempi. I disegni di Adrian Alphona (e i colori di Ian Herring) aggiungono al concept ulteriori elementi di questo clima, sia con la loro grazia pop, un po’ cartoony e un po’ fusion, sia perché lo insaporiscono con una quantità di riferimenti sulle città americane, i loro quartieri multietnici e i piccoli dettagli del lifestyle di questi ragazzi/ragazze di oggi. Risultato: Kamala Khan sta diventando una nuova, autentica icona popolare.
L’arabo del futuro vol. 1, di Riad Sattouf (Rizzoli Lizard)
Sulla stessa linea, ma sul fronte europeo, non si può non riconoscere la grande lucidità – e il gran divertimento – del primo di tre tomi de L’arabo del futuro, opera autobiografica di Riad Sattouf, già autore di Pascal Brutal. In questa pimpante saga tra commedia e commento sociale, si parte dal racconto dell’infanzia del piccolo Riad nella Libia di Gheddafi e nella Siria di Hafez al-Assad. Al seguito di un padre, dottore in Storia e ossessionato dalla politica panarabista, Sattouf racconta la sua educazione a contatto con il culto dei dittatori arabi e della dura vita nella provincia siriana.
Un romanzo di formazione, meritato bestseller in patria, che diviene riflessione politica e splendida analisi generazionale su un mondo che cambia, oltre – e nonostante – le divisioni culturali che ancora resistono, con effetti purtroppo anche tragici, all’avanzare della Storia. Qui un approfondimento, qui un’anteprima.
Asterix e il papiro di Cesare, di Didier Conrad e Jean-Yves Ferri (Panini Comics)
Il trentaseiesimo volume della storica serie francese conferma con ottimi esiti il nuovo corso delle avventure di Asterix. Il team creativo che ha sostituito l’autore originale Albert Uderzo – creatore del personaggio insieme a René Goscinny, che ne aveva sceneggiato le storie fino alla sua scomparsa – si dimostra all’altezza della responsabilità affidatagli. E dimostra come in Francia sia ormai possibile una “editoria del restyling di icone classiche” fatta di professionalità e rispetto, ma anche di freschezza e immaginazione.
Il papiro di Cesare è il secondo album realizzato da Jean-Yves Ferri (testi) e Didier Conrad (disegni), dopo Asterix e i Pitti del 2013. Rispetto a quel primo esperimento, questo pare decisamente più riuscito, grazie non solo alla coerenza con le fondamenta della serie (a partire dal sarcasmo sugli stereotipi geografici e culturali), ma all’inserimento di temi attuali: al cuore di questo Asterix, in fondo, c’è la questione del rapporto tra nuovi media e potere politico. QUI una anteprima delle prime pagine.
Coney Island nn. 1-3, di Gianfranco Manfredi, Giuseppe Barbati e Bruno Ramella (Sergio Bonelli Editore)
Prima “mini-miniserie” Bonelli, così come è stata presentata, Coney Island è una storia in tre albi dello sceneggiatore Gianfranco Manfredi (Magico Vento, Adam Wild) e dei disegnatori Giuseppe Barbati e Bruno Ramella (il primo dei quali prematuramente scomparso proprio quest’anno), che rappresenta un vero e proprio unicum tra le uscite bonelliane del 2015. Un editore che continua a spendere energie nel rimodellare le proprie regole – con spunti interessanti visti in LeStorie, Orfani: Ringo o in Morgan Lost – ma che quest’anno ci pare abbia raccolto i migliori risultati narrativi in progetti più classici, da Tex (con l’eccellente ritorno dei personaggi boselliani Mike Foster e Dallas) a Martin Mystère (anche stavolta, con splendide storie brevi estive). O in questa micro-serie.
Per quanto nell’ambientazione e nelle atmosfere Coney Island rappresenti il classico noir ambientato nella New York anni Venti – tra riferimenti storici ed elementi di fantasia – la sua particolarità risiede principalmente nella singolarità della struttura narrativa, con la stessa storia raccontata dai punti di vista dei singoli personaggi, che vanno pian piano a comporre un unico mosaico complessivo per risolvere il mistero finale. A questo si aggiungono la qualità affabulatoria dei testi di Manfredi e la solidità dei disegni di Barbati e Ramella, in grado di fornire profondità narrativa a luoghi e personaggi tramite semplici, perfetti chiaroscuri.