QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER
Il protagonista assoluto della terza puntata di Il raggio nero, pubblicata su Topolino 3130, non è Pikappa bensì Moldrock, il gigantesco alieno imprigionato da Everett Ducklair in un’altra dimensione.
Avevamo fatto la sua conoscenza la settimana scorsa, quando Francesco Artibani, Lorenzo Pastrovicchio e Max Monteduro avevano fatto di tutto, con testi, disegni e colori, per convincerci che si tratta dell’essere più malvagio e pericoloso dell’universo. Ma a leggere la nuova puntata è semplice farsi un’altra impressione…
Leggi le recensioni di tutti gli episodi di PK – Il raggio nero
La trama in due parole
La puntata si apre mostrando il dolore di di Moldrock, in lotta con le voci provenienti dalla sua testa, tra cui quella dell’evroniano Sekthron, assorbito nella puntata precedente. Intanto Pikappa e Omega, rinchiusi nelle prigioni del palazzo, stanno progettando la fuga, ma il papero rompe gli indugi e, grazie al suo costume di nanoparticelle (che quindi non era stato distrutto, con conseguente cambio di scudo. Non è stato ingannato solo Moldrock…), evade e stende tutti gli evroniani che incontra sul suo cammino. Arriva al luogo dove è tenuta prigioniera Thala, ma l’arrivo di Moldrock lo obbliga ad arrendersi. Deposto lo scudo, il papero e il gigantesco alieno iniziano a parlare e Moldrock racconta la sua storia.
È nato molti anni prima su Corona, lo stesso pianeta di Everett Ducklair, all’epoca ancora un mondo tecnologicamente arretrato la cui popolazione viveva in due grandi città e in molti villaggi di clan di guerrieri. I membri più deboli di queste tribù venivano abbandonati nel deserto al “Giudizio del sole”, e fu proprio sotto il sole rovente, quasi in punto di morte, che Moldrock scoprì i suoi poteri. Grazie a quelli riuscì a rendere fertile la terra e potente la popolazione e alla guida dell’Orda conquistò Corona e ne divenne il sovrano.
Non sazio di potere, però, fece costruire una flotta interplanetaria per lanciare campagne di conquista su altri pianeti, finché non venne tradito da una congiura di scienziati capitanata da Zardoz, ovvero Ducklair. Moldrock venne quindi esiliato nell’universo pentadimensionale insieme ai suoi guerrieri più fedeli. I suoi tentativi di fuga sono sempre stati vani e i suoi poteri insufficienti, nonostante abbia assorbito l’energia vitale dei suoi seguaci per diventare più potente.
Ma ora che, grazie alla torre e a Pikappa, ha saputo dell’esistenza della Terra progetta di evadere e costringere i terrestri a fornirgli i mezzi per tornare su Corona.
Durante la discussione, Moldrock e Paperinik giungono nel luogo dove ha raccolto vari oggetti raccolti nella Ducklair Tower, tra cui una capsula che, secondo Omega, potrebbe riportarli a Paperopoli. Pikappa ruba la capsula e, insieme all’Intelligenza Artificiale, prima libera Thala, poi combatte Moldrock, riesce a fuggire dalla fortezza del cattivo e a dirigersi verso la torre.
Appunti per i Pkers
Un trasmutatore di energia con poteri terraformanti. Questa è la definizione più corretta di Moldrock per quanto riguarda i suoi poteri, e ce la dà con precisa pignoleria il sempre simpatico Sergio, la nostra intelligenza artificiale preferita. L’alieno dice più semplicemente di aver scoperto che nelle sue mani “la materia diventava energia”. Questa è quindi la fonte del suo potere e tutto quello di straordinario che può fare deriva da qui.
Per capirla meglio possiamo passare in rassegna l’uso che ne fa in questo episodio, dato che tra il racconto della sua storia e il combattimento finale contro Pikappa assistiamo a un uso molto vasto dei suoi poteri.
Innanzitutto Moldrock può infiammare le sue braccia, che passano dal nero al rosso. In questo modo può potenziare i suoi colpi e sparare raggi di energia. Non contento, il suo controllo dell’energia gli permette anche di volare e scagliare fulmini.
Il suo potere più spaventoso è però quello del “Raggio nero”, che consuma la materia. Sembra che Moldrock si possa nutrire dell’energia che ne ricava, come ha fatto con Sekthron e con i suoi compagni dell’Orda. In questi casi, però, le persone che sono state assorbite rimangono all’interno del suo corpo come voci nella testa, con volontà e sentimenti propri. A tutti questi “prigionieri” è stata promessa la libertà una volta usciti dall’universo pentadimensionale, il che fa pensare che, se non si tratta di una menzogna, il processo di conversione della materia in energia sia reversibile.
La cosa più straordinaria che scopriamo, però, è che i poteri di Moldrock potrebbero avere anche un utilizzo positivo. Sono la causa della crescita fisica dei suoi servitori evroniani in superevroniani e dei guerrieri dell’Orda, e soprattutto, nei primi tempi erano stati utilizzati per rendere rigoglioso il deserto di Corona. Purtroppo il giovane coroniano decise di dominare la civiltà che lo aveva esiliato e di diventare un terribile tiranno, altrimenti avrebbe potuto donare la prosperità eterna a Corona.
In realtà Moldrock si attribuisce la responsabilità della ricchezza e dell’altissima tecnologia coroniana. Sostiene che la civiltà si sia unita grazie alla sua guida e si sia arricchita grazie alle sue conquiste, che hanno procurato anche le materie prime necessarie e dato la spinta per lo sviluppo scientifico.
Il pianeta ci era stato descritto nel Digital PK di PK² 15 Il vero nemico. “Corona è giustamente definito dai suoi abitanti ‘un mondo perfetto’. Qui scienza e natura hanno raggiunto l’equilibrio ideale. Tecnologia ed ecologia vivono in perfetta simbiosi.”. Che possa essere davvero Moldrock l’artefice di questa pace?
La sua storia inizia “quando quel mondo aveva ancora cinque lune”. Due delle sette lune di Corona, JK-1 e JK-2, sono in effetti artificiali. Moldrock nasce quando il pianeta è ancora arretrato tecnologicamente, ma quando viene esiliato nell’universo pentadimensionale le due gigantesche stazioni spaziali sono già state costruite, altrimenti ne dovrebbe ignorare l’esistenza. La costruzione, e quindi lo sviluppo scientifico di Corona, è certamente avvenuto sotto il suo dominio.
Allo stesso modo anche l’evoluzione della civiltà da tribù guerriere a federazione di città-stato dev’essere avvenuta, se non su sua spinta, almeno come conseguenza della ribellione che ha portato alla sua sconfitta.
Possiamo allora ipotizzare che anche la convivenza tra tecnologia e natura sia dovuta ai suoi poteri di controllo sulla materia, che, come hanno fatto germogliare il deserto, possono aiutare la convivenza tra megalopoli e foreste centenarie.
Perché allora Ducklair e gli altri scienziati lo hanno tradito e esiliato? Perché chiamare “flagello” qualcuno che aveva donato al suo popolo un’età dell’oro? Come suggeriva Artibani nel botta e risposta con gli utenti del forum “La tana del sollazzo”, ci manca ancora un tassello per vedere il mosaico completo, ovvero la versione di Everett.
A questo punto sorge una domanda. Ma se in PK² viene detto che Corona ha impiegato secoli a raggiungere il grado di civiltà che ha nel XX secolo terrestre, quanti anni è vissuto Moldrock? E quanti anni ha Ducklair, che ne ha causato l’esilio e la successiva rinascita della civiltà?
Chi trova un nemico trova un tesoro
Pikappa ha sempre avuto dei nemici memorabili. Primo tra tutti il Razziatore, pirata temporale e canaglia e irresistibile, ma anche Due, Morgan Fairfax, Trauma, Gorthan, Oberon De Spair, tutti personaggi affascinanti e complessi, mai dei nemici bidimensionali e da sconfiggere solo con la forza bruta ma degli avversari complessi e intriganti.
In fondo, quanti sono i cattivi di PKNA che non hanno lasciato il segno nella serie? (In segno positivo, intendo, Raznor non conta).
Dopo aver letto questo episodio bisogna ammettere che Artibani, Pastrovicchio e Monteduro hanno fatto un ottimo lavoro con Moldrock. Quello che sembrava essere la fusione tra Thanos, Jet McQuack e il Super Skrull si è rivelato invece un personaggio dalla forte personalità, poco stereotipato e con una storia interessante da raccontare. Speriamo che il prossimo episodio – quarto e ultimo del Raggio nero – non lo faccia sparire dalla scena e che possa entrare a far parte del cast regolare di PKNE.