Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, entriamo nello studio di Giulio Rincione, in arte Batawp, membro del collettivo di fumettisti Pee Show, le cui opere più recenti sono pubblicate da Shockdom. Il suo ultimo graphic novel si intitola Paranoiae.
A cosa stai lavorando attualmente?
Attualmente sono al lavoro su molte cose contemporaneamente, posso dire con certezza che è uno dei periodi in cui mi sto confondendo di più in assoluto. Sto realizzando il primo albo di “Paperi”, Paperugo, scritto da mio fratello Marco, che verrà pubblicato da Shockdom nei prossimi mesi.
Sono al lavoro su un altro libro a fumetti, scritto da un caro amico. Anche lui è un fumettista e questa è la prima volta che ci capita di collaborare così strettamente. Il libro verrà pubblicato l’anno prossimo per un altro editore italiano, con cui il mio “collega” lavora abitualmente. Sto facendo un paio di prove di cui non voglio parlare al momento [ride]. Intanto realizzo anche diverse commission, che non mancano mai.
Quali sono gli strumenti che usi per disegnare?
Sono un pasticcione, o almeno, ho imparato ad esserlo. Gli strumenti che mi accompagnano abitualmente sono le matitone colorate e i pennarelli. Spesso inchiostro con il pennino calligrafico o con la parallel pen, ma non mancano mai i grossi pennarelli scarichi, gli acquerelli e i pastelli. Non ho un ordine, uso quello che mi capita sotto mano e che mi permette di non alzare troppo il culo dalla sedia [ride].
Hai qualche piccola abitudine prima di sederti al tavolo da disegno?
Caffè e tabacco, sempre.
Fumetti e libri o autori che ispirano il tuo lavoro?
Cercando di mantenere un ordine, direi Egon Schiele come capostipite, per scendere poi su Bill Sienkiewicz, con il suo Stray Toasters, Dave McKean e il sommo Ashley Wood, di cui possiedo un libro di nudi dipinti a mano, uno dei regali più belli che mi abbiano mai fatto.
Questo, per ciò che riguarda il lato grafico. Dal punto di vista narrativo, cerco sempre di tenere a mente (e di sfogliare) opere come Maus di Spiegelman o la saga di Bone di Jeff Smith, che mi ricordano sempre cosa voglia dire ‘raccontare’ una storia.
Un oggetto particolare a cui tieni e che vuoi mostrarci?
In realtà non ho nessun oggetto particolare e dai poteri misteriosi, ho fotografato il teschio di papero solo perché lo reputo molto carino da mostrare. Sono una persona senza mezze misure, passo dall’essere totalmente razionale ad avere una furia di istinto all’improvviso. Questa mia instabilità e alcuni episodi mi hanno portato nel tempo a non affezionarmi mai troppo ad un oggetto, o a dargli un valore troppo grande.