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Il Divino, la guerra birmana secondo i fratelli Hanuka [Recensione]

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Tutto ha inizio da una foto, quella che ritrae i due gemelli Johnny e Luther Htoo. Eredi del popolo Karen, i due fratelli, poco più che dodicenni, guidarono l’Esercito di Dio contro le truppe birmane dal loro villaggio. Arroccati su una montagna al confine con la Thailandia, gli Htoo condussero una controffensiva implacabile, forgiando un mito che li voleva invulnerabili. La voce che fossero dotati di poteri magici e che gli spiriti dei guerrieri Karen scendessero in guerra al loro fianco si diffuse velocemente, alimentando la paura tra le fila dei soldati birmani.

Il governo di Bangkok, però, non tardò a mandare in frantumi il loro ideale. Con l’aiuto della vicina Thainlandia, avviò un’operazione contro l’ospedale di Ratchaburi, in cui persero la vita tutti i membri dell’Esercito di Dio. Si concludeva così una pagina recente della storia birmana, che aveva visto una piccola minoranza etnica opporsi alle politiche coercitive del governo centrale.

Leggi le prime 22 pagine de Il Divino

Johnny (destra) e Luther (sinistra) Htoo, all'età di 12 anni, nel 1999 | © Apichart Weerawong/Associated Press
I gemelli Htoo, Johnny (destra) e Luther (sinistra), all’età di 12 anni, nel 1999 | © Apichart Weerawong/Associated Press

Fumatori incalliti, silenziosi e persi nei loro pensieri, nutriti da animismo e cristianesimo impenitente, i gemelli furono immortalati dal fotografo Apichart Weerawong in uno scatto che fece il giro del mondo. Era il dicembre del 1999.

A distanza di qualche anno altri due gemelli, i fumettisti israeliani Asaf e Tomer Hanuka, furono stregati dalle foto degli Htoo. Quasi per empatia incominciarono ad abbozzare una storia. L’idea fu proposta allo scrittore Boaz Lavie, che accettò di buon grado la collaborazione. Il risultato è Il Divino, pubblicato in un cartonato di 160 pagine nella traduzione italiana di Bao Publishing, racconta una storia ispirata a quei fatti.

La vicenda ha come protagonista Mark, un giovane tecnico esplosivista in procinto di diventare padre e con aspettative di carriera che sembrano sfumare da un momento all’altro. In questa situazione di nebulosa precarietà, il nostro viene intercettato da Jason, ex militare e attuale collega, che lo spinge a considerare l’idea di una missione in Quanlom per conto del governo. Le condizioni economiche non rosee in cui si trova la coppia spingeranno Mark ad accettare la proposta, pur nutrendo una forte diffidenza. Un incipit molto lento che cerca di tratteggiare in maniera dialettica e netta le figure di Mark e Jason: una contrapposizione un po’ troppo facile che condurrà inevitabilmente al conflitto nella seconda parte del volume.

Il divino hanuka bao

Lavie dirige la vicenda con un ritmo sempre più veloce, concedendosi al fantastico e al misterioso in un’esplosione di trovate che spingono gli Hanuka a mettere in mostra tutto il loro bagaglio tecnico. La storia quindi percorre binari consueti, indugiando sul buonismo di Mark e appiattendo Jason nel ruolo del cattivo di turno. Sono i due gemelli di 9 anni Thomas e Luke, alla guida del loro esercito di bambini-soldato, le cui azioni rispondono a ragioni profonde, a diventare il principale punto d’interessante del lavoro del trio israeliano.

Sul finale la storia prende una piega sovrannaturale. Il Divino che da il nome all’opera si manifesta attraverso i poteri di Luke, ma non è altro che un segno di un qualcosa di altro, di più grande: un principio legato indissolubilmente alla terra. Questa divinità superiore chiede ai bambini gli enormi sacrifici a cui sono costretti. Da un lato, questo potrebbe affascinare il lettore che viene avvolto in qualcosa di così primitivo ed esotico, da un altro forse non approfondisce a sufficienza la sofferenza che c’è dietro la realtà della guerra. Anzi, questa espressione del fantastico pare essere solo uno pretesto per favorire il virtuosismo dei fratelli Hanuka che, nel loro complesso gioco di rimandi iconici e in un funambolismo a tratti stordente, nasconde una storia con alcune cadute. Il Divino, in sostanza, corre lungo questa sottile linea e solo la conclusione – adulta e disincantata – permette infine di goderne. Perché di fronte al male e alla sofferenza non c’è sempre redenzione, ma un grigio divincolarsi.

Il Divino
Boaz Lavie, Asaf e Tomer Hanuka
Bao Publishing, 2015
160 pagine, 19,00 €

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