Questa settimana, per la rubrica #tavolidadisegno, siamo entrati nello studio di Fabio Celoni, disegnatore Disney, autore di Sergio Bonelli Editore (per cui è attualmente al lavoro su Dylan Dog) e coordinatore del progetto SmartComiX.
Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente?
Ho appena finito di scrivere la sceneggiatura del remake di “Golconda!”, per un Dylan Dog Color Fest, e lo dovrò disegnare e colorare. Contemporaneamente sto disegnando una storia di Dylan per la serie regolare, il seguito del Tocco del Diavolo, sempre su testi di Paola Barbato. Quindi sto lavorando come coordinatore per gli SmartComiX, insieme a Marco Turini, e realizzando una mia storia (testo+disegni) per la nuove uscite che debutteranno con Shockdom a Lucca 2015. Sto scrivendo un soggetto per Topolino e un altro per Dylan Dog, serie regolare. Poi copertine, locandine, illustrazioni varie. Più le mie solite cose personali, a cui ogni tanto metto mano.
Che strumenti e tecniche usi per disegnare?
I più semplici che esistano, matita e pennello, il più delle volte. Per le matite, qualunque mi trovi sotto mano, dai super-portamine a quelle poverissime del supermercato – sezione scuola elementare – in cui ogni tanto mi fermo per la “raccolta”. Solitamente uso HB o B, ma se ho sotto mano qualcos’altro non mi faccio troppi problemi. Una buona gomma pane. Per la china, pennello di martora Winsor & Newton n°1 serie 7 e pennini, di qualsiasi marca riesca a trovarne, purché buoni e che rispondano alla pressione come dico io. Pennarelli di qualsiasi tipo. Carta Winsor & Newton, liscia, sufficientemente spessa. Senza dimenticare Photoshop, soprattutto per il colore.
Hai delle abitudini da rispettare prima di metterti al lavoro?
Dipende da che lavoro devo fare. Se devo scrivere, mi serve il silenzio assoluto. Posso farlo in casa come in giro, con un bloc-notes (nel caso, poi a casa riporto tutto su file word). Per disegnare, nessun rito particolare, ma mi piace farlo con un po’ di musica di sottofondo o qualche film che ogni tanto sbircio, oppure documentari, o quel che trovo. Mi capita di essere dispersivo, perché faccio sempre mille cose insieme, ma quando “vedo la strada” durante una qualche realizzazione poi sono capace di non staccare gli occhi dal foglio per ore. Lavoro di giorno come di notte, e quando non sono al tavolo ho sempre la testa dietro a qualche nuova idea. Non è colpa mia, sono loro che vogliono farsi raccontare.
Quali sono per te gli autori e le opere di riferimento?
Ah, no, dai, non ce le ho dodici ore per fare l’elenco! Sono tantissimi, poi finisco sempre per ripetere le stesse cose dette già mille volte. Guarda, proprio stasera dicevo a un ragazzo su Facebook, che mi chiedeva la stessa cosa, che posso imparare da chiunque, anche da un disegnatore giovane, uno mai sentito, se vedo che ha delle belle idee o soluzioni e mi può insegnare qualcosa. Se si mantiene l’occhio curioso e motivato dello “studente”, tutto il mondo costantemente può insegnarti qualcosa di nuovo. E trovo meraviglioso che sia così. DEVE essere così.
Ci parli di questo oggetto particolare?
E’ un radiometro di Crookes, un motore solare. E’ un esperimento ottocentesco, un globo di vetro nel quale è stato fatto un vuoto parziale. Quando una sorgente luminosa (la radiazione elettromagnetica da cui il nome) colpisce la piastrine metalliche poste all’interno, queste iniziano a girare più o meno veloci a seconda dell’intensità della luce. Le piastrine sono nere da una parte e bianche dall’altra, e in pratica quando la luce le colpisce, la parte nera (che ne assorbe di più) “spinge” sulla parte bianca e genera la rotazione, per la differenza di temperatura.
Me lo tengo sulla scrivania perché lo trovo… meditativo. E poi i quadratini bianchi e neri mi fanno pensare anche alle vignette dei fumetti, e ai “pesi” di bianchi e neri che bisogna armonizzare in una tavola.