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Il discorso di Eric Stephenson all’Image Expo 2015

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Per anticipare l’ormai imminente San Diego Comic-Con (9 – 12 luglio), Image Comics ha organizzato il 2 luglio scorso una nuova edizione del suo Image Expo, convention interamente dedicata alla casa editrice in cui sono state presentate tutte le principali novità per i prossimi mesi (riassunte qui). Come di consuetudine, Eric Stephenson, publisher Image Comics, ha tenuto un discorso di apertura. Di seguito la traduzione integrale.

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eric stephenson image comics expo
Eric Stephenson | via CBR TV

Buongiorno e benvenuti all’Image Expo.

Solitamente, in questo tipo di eventi, si usa riservare i ringraziamenti per la fine, ma mi piacerebbe iniziare ringraziando tutti quelli che con il loro duro lavoro hanno fatto sì che tutto oggi vada come debba andare.

Siamo stati incredibilmente fortunati ad avere il supporto dello staff qui al Yerba Buena Center for the Arts – una squadra la cui professionalità è superata soltanto dalla loro pazienza – ma ogni Image Expo prende vita nei nostri uffici a Berkeley.

È lo staff dell’Image – gli stessi uomini e donne responsabili della produzione e promozione di tutti i titoli che produciamo – a dare davvero vita a quest’evento, e niente di tutto ciò starebbe accadendo oggi senza il loro instancabile entusiasmo e incredibile dedizione.

Sono meno di 20, e la loro abilità di realizzare tutto questo contestualmente allo svolgimento dei loro compiti di tutti i giorni mi serve come continuo promemoria di quanto sia fortunato a essere circondato da persone tanto straordinarie.

Nel caso non abbiate mai letto la parte stampata in piccolo nella seconda di copertina dei nostri fumetti, i loro nomi sono:

Jessica Ambriz

Emilio Bautista

Branwyn Bigglestone

David Brothers

Jonathan Chan

Addison Duke

Drew Gill

Sasha Head

Vincent Kukua

Sarah Mello

Emily Miller

Corey Murphy

Randy Okamura

Ally Power

Tricia Ramos

Kat Salazar

Jeremy Sullivan

Meredith Wallace

Grazie a ognuno di voi, non solo per oggi, ma per tutto quello che fate.

Lavorare con brava gente, con gente di cui ti puoi fidare, gente su cui puoi contare, è della massima importanza in qualunque business, me nel fumetto –azzardo – è ancora più importante. I fumetti sono un business costruito sulle relazioni, e sono i legami che sviluppiamo – con i nostri creatori, i nostri rivenditori, i nostri lettori – che ci danno la possibilità di fare quello che facciamo.

E quello che facciamo all’Image è piuttosto speciale: noi pubblichiamo fumetti creator-owned.

I fumetti creator-owned non sono un’idea nuova.

A partire dai tardi anni Sessanta – proprio qui a San Francisco – Zap e tutti gli altri grandi fumetti underground erano in sostanza creator-owned.

Lo spirito di quel lavoro diede il via a una tradizione che ispirò immediatamente scrittori e artisti, aprendo la strada durante gli anni Settanta a un periodo di crescita in precedenza mai visto.

Sabre di Don McGregor e Paul Gulacy era creator-owned.

Elfquest di Richard e Wendy Pini era creator-owned.

Cerebus di Dave Sim era creator-owned.

Persino il leggendario Will Eisner, che con The Spirit creò il primo vero fumetto creator-owned, realizzò in breve tempo il tremendo impatto che i fumetti creator-owned potevano avere nell’industria e del fatto che quello che stavano facendo gli autori underground poteva essere fatto anche all’interno del fumetto mainstream.

Per fine degli anni ’70, il genio era fuori dalla bottiglia.

Neal Adams, Jack Kirby, Gil Kane, Frank Miller, Alan Moore, Howard Chaykin.

Nella battaglia per i diritti dei creatori, loro erano l’avanguardia, e, ovviamente, c’era l’Eclipse, c’era la First, c’era la Fantagraphics e c’era la Pacific Comics.

I fondatori di questa compagnia non hanno scoperto il fuoco, ma alimentarono le fiamme, e diventando parte di una tradizione in crescita, trovarono il mondo di rendere quel fuoco più luminoso che mai.

Lo so, suona come una notizia vecchia, ma considerate ciò: i fumetti sono esistiti per oltre 40 anni prima che ci fosse un vero movimento affinché gli scrittori e i disegnatori mainstream possedessero il lavoro che avevano creato, e ci sono voluti quasi altrettanti anni affinché diventasse una prassi comune.

Anche quando l’Image partì nel 1992, dopo numerosi tentativi di dare ai creatori una più grossa fetta del proprio lavoro, l’idea di una compagnia di fumetti mainstream fondata sul principio che i creatori dovessero possedere e controllare al 100% il proprio lavoro era definitivamente vista come un’impresa destinata a fallire.

L’Image non è fallita, ma nel 2008, quando Robert Kirkman realizzò quello che ora è conosciuto come il suo ‘manifesto’, ancora i critici cercarono di emarginare i fumetti creator-owned, rifiutandosi saldamente di riconoscere il crescente potenziale di una vera alternativa a un mercato dominato per decenni da due compagnie concentrate su un singolo genere e un modello economico basato quasi solamente sul lavoro-su-commissione.

Questi critici si sbagliavano però, nel 1992 così come nel 2008, perché come gli ultimi 23 anni ci hanno mostrato, quando le menti creative di quest’industria mettono tutto quello che hanno in gioco, i risultati non sono niente di meno che astronomici.

Gli ultimi sette anni sono stati particolarmente illuminanti, perché come aveva predetto Robert «più persone faranno fumetti creator-owned, più facile sarà vendere fumetti creator-owned».

Guardando alla crescita che Image ha avuto, specialmente dal 2012, questo è esattamente quello che è successo.

A partire dalla pubblicazione di Fatale nel gennaio di quell’anno, e continuando con Saga, East of West, Lazarus, Sex Criminals, Black Science, Southern Bastards, Rat Queens e Bitch Planet – Image è andata incontro a un successo sempre più grande nel corso degli ultimi tre anni e stiamo ancora soltanto iniziando a vedere i benefici di un potenziale enorme cambiamento di come sono percepiti i fumetti creator-owned.

Come risultato, siamo finiti nella posizione per lavorare in maniera attiva alla ridefinizione di un modello di business già di successo, curando una produzione sempre più variegata che non si affida solamente a espedienti da quattro soldi e contestualmente raggiunge lettori reali, così che possiamo non soltanto sostenere il nostro corrente livello di successo, ma continuare a crescere.

Quando dico ‘noi’, sto, ovviamente, parlando non sono dell’Image come compagnia, ma anche a nome dei creatori che lavorano con e per l’Image.

Come ho accennato in precedenza, i fumetti che pubblichiamo appartengono agli scrittori e agli artisti che li hanno creati. Posseggono il marchio, il copyright, mantengono il pieno controllo sui diritti di trasposizione – su qualunque cosa associata col loro lavoro.

E per ‘qualunque cosa’ intendo proprio ‘qualunque cosa’. Non una parte, non il 50%. Tutto. 100%.

Quindi, quando leggete la notizia di un titolo Image in procinto di essere trasformato in un film o in una serie televisiva, il 100% di quel successo appartiene ai creatori coinvolti.

Image non riceve un centesimo dall’adattamento per altri media dei fumetti dei nostri creatori. Non siamo noi a negoziare gli accordi dei creatori e non riceviamo alcuna parte dei profitti.

Southern Bastards, The Wicked + The Divine, Descender, Wytches, Chrononauts, Starlight, Rat Queens, Outcast, Chew, The Walking Dead – questo mese, ci saranno due speciali di Walking Dead sull’AMC, ma l’unica maniera in cui l’Image beneficia di ciò è tramite la maggior esposizione dei nostri fumetti.

Come ho detto, noi pubblichiamo fumetti creator-owned. Questo significa che ci occupiamo di pubblicarli, e lasciamo che i creatori facciano il resto.

È un’organizzazione che ha funzionato notevolmente bene nel corso degli anni, perché permette di mantenere le cose semplici per chiunque sia coinvolto.

Il punto focale della relazione che abbiamo costruito con i nostri creatori è basata su una e una sola cosa: pubblicare il loro lavoro.

Ogni creatore che lavora con Image può usufruire di un impareggiato livello di autodeterminazione, ma con un livello di supporto che può essere conseguito solo lavorando insieme.

Quando falliamo, falliamo insieme. Quando abbiamo successo, abbiamo successo insieme.

Il legame che abbiamo sviluppato con gli scrittori e gli artisti responsabili dei fumetti che pubblichiamo permette a tutti loro di produrre il tipo di lavoro che voglio, esattamente come vogliono, e come risultato, abbiamo sviluppato una delle più uniche dinamiche nella storia dei fumetti.

Stanti così le cose, non esiste un tipo di approccio one size fits all in quello che facciamo.

Noi offriamo ai nostri autori il supporto da loro richiesto, tanto o poco che sia, tramite il contatto diretto con l’amministrazione, l’ufficio marketing, la produzione e il reparto vendite – tutte le magnifiche persone che ho citato prima – e per coloro che vogliono il massimo dell’assistenza, offriamo supporto realizzato su misura per i loro specifici bisogni.

Noi abbiamo fiducia che gli scrittori e gli artisti con cui lavoriamo ci forniscano la visione creativa che sta dietro ai migliori lavori nel fumetto; loro hanno fiducia che noi gli forniamo l’impegno necessario per condividere quella visione con il mondo.

Niente di ciò conterebbe, ovviamente, senza di voi.

I legami che condividiamo con i nostri creatori sono assolutamente senza senso se non c’è un pubblico, e per quanto sia importante il rapporto di fiducia con loro, la vostra fiducia è ancora più importante.

Suona pesante, ma è vero.

Ogni mese – ogni settimana – voi ci concedete l’opportunità di intrattenervi – di esaltarvi, di spaventarvi, di farvi ridere – di portarvi in posti che non avevate mai immaginato o mostrarvi cose che non avete mai visto.

Pagate una bella cifra di denaro per invitarci nelle vostre vite, e lo fate con la speranza che vi daremo tutto quello che abbiamo.

Voi vi fidate che questi fumetti che per noi vogliono dire così tanto siano nati da un genuino desiderio di creare qualcosa di nuovo e vitale – di sostenere una visione del fumetti pura – non come sono e non come sono sempre stati, ma come possono essere.


Altri discorsi di Eric Stephenson: alle fumetterie durante il ComicsPRO 2014all’Image Expo di San Diego 2014.

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