Gli Skrull – alieni mutaforma e guerrafondai – intrecciano le loro origini con quello che per anni è stato il più famoso super-gruppo della Marvel: i Fantastici Quattro. La loro prima apparizione, infatti, è in Fantastic Four #2 del Gennaio del 1962. Da quella volta hanno spesso coinvolto l’intero Marvel Universe in crossover fondamentali per la continuity (soprattutto nel decennio scorso con risultati non proprio piacevolissimi: si legga Secret Invasion e il pendant Dark Reign). Ma in quell’ingenuo fumetto del 1962 Stan Lee ebbe un’idea bizzarra: Reed Richard, sfruttando le capacità degli Skrull, ne debellava la minaccia convincendoli tramite ipnosi a trasformarsi in placide mucche, lasciate al pascolo nelle praterie americane.
Ora, questo piccolo e all’apparenza ininfluente antefatto è stata la scintilla che ha portato, negli anni 1990, due autori come Grant Morrison e Mark Millar in collisione con Marvel Comics. Entrambi scozzesi e autori DC Comics, Morrison e Millar durante una conversazione con James Hamilton – ora tra i titolari della famosa catena di fumetterie Forbidden Planet – avevano partorito l’idea di sfruttare gli eventi narrati in Fantastic Four #2, cavalcando l’onda lunga dei titoli che rimbalzavano sui quotidiani europei del periodo. Erano gli anni in cui, dopo la caduta dell’Unione Sovietica il mondo doveva fare i conti con l’idea di una realtà unipolare e globalizzata, dove la massificazione avanzata disboscando piccole realtà locali a colpi di cheeseburger e bevande effervescenti e all’improvviso la minaccia del morbo della mucca pazza imperversava nel vecchio continente, facendo crollare il consumo di carne bovina. Partendo dall’attualità i due avevano immaginato che le mucche Skrull erano state macellate dal governo americano, finendo in succulenti hamburger, i cui effetti erano quelli di ridurre in poltiglia il cervello di chi li mangiava. Non prima – in taluni e sparuti casi – di dotarti di impressionanti poteri mutanti.
Tom Breevort, fan del lavoro di Morrison su testate come Doom Patrol, Animal Man e Zenith, non appena ebbe tra le mani la proposta del duo scozzese non si fece perdere l’occasione e convinse l’allora editor-in-chief Tom De Falco a produrre una serie regolare dedicata ad un nuovo super-gruppo: la Skrull Kill Kult (poi ribattezzata Krew per ovvi motivi), una band di motociclisti dotati di incredibili poteri mutaforma, con il pallino di uccidere quanti più agenti Skrull infiltrati.
La cornice storica – nonostante il periodo non felice per l’editore americano – sembrava l’ideale per accogliere un progetto che anticipava la scelta di Bill Jemas e Joe Quesada di aprire le porte ad un’etichetta adulta. Si cercò anche di scegliere un disegnatore lontano dalla grandeur superoistica come Steve Yeowell, fattosi notare con l’ottimo lavoro su Zenith. Ma, nonostante tutto ciò, il progetto naufragò dopo solo cinque numeri. A vent’anni di distanza Panini Comics ha raccolto in volume l’intera miniserie, permettendo così ai lettori italiani di recuperare questo capitolo finora inedito della storia della Marvel.
Certo, non ci troviamo difronte a quelle pepite nascoste della produzione mainstream che fanno gridare al miracolo. È un volume di curiosità storica e filologica, perfetto per il lettore completista, ma soprattutto prodromo ai lavori di Morrison e Millar per la Casa delle Idee. Skull Kill Krew risponde a quella tendenza generalizzata dell’editoria degli ultimi anni, che ha portato al recupero filologico e nostalgico di opere importanti o secondarie, se non in alcuni casi irrilevanti (e questo spiega il perché, a volte, non sono state pubblicate a loro tempo).
Skrull Kill Krew
di Grant Morrison, Mark Millar e Steve Yeowell
Panini Comics, 2015
128 pagine, 12.00 €