Frank Miller
Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller presenta un Batman messo su tavola in maniera così radicale che parlarne in questa sede sarebbe un tentativo fallito di catturare il fulmine nella bottiglia. Qui c’è un articolo di otto pagine sul Nostro, e qui un bel pezzo in cui se ne analizzano le soluzioni compositive. Vi lascio alle parole del saggio Pappademas:
Nessun altro fumetto supereroistico moderno, Alan Moore e il suo pop-escatologico Watchmen a parte, ha influenzato il genere così profondamente. L’intero processo di realizzazione di fumetti ‘moderni’ negli anni successivi è stato quello di affermare o negare le implicazioni di queste due storie – quello che dicono sul supereroe come idea e il carico di ideologica da guerra fredda che quell’idea contiene, sul rapporto psicologico tra eroi e nemesi, sulle fantasie violente, sulla nostalgia come luogo di rifugio, sui vigilanti, su mondo che plasmerebbero un Superman o un Batman se esistessero veramente. […] Negli anni a venire, ogni scribacchino (e più di qualche genio) dei fumetti ha in pratica ricalcato quelle idee fino alla nausea.