Nel 1978, un’associazione di fumettisti portò avanti una battaglia sui salari, considerati troppo bassi. La Comic Book Creators Guild, che comprendeva autori come Paul Levitz, Neal Adams, Jim Shooter, Frank Miller, Walt Simonson e Chris Claremont, stilò una lista di tariffari considerati equi che poi inviò ai vari editori.
Le richieste dell’associazione non vennero ascoltate, ma Cosmic Book News ha diffuso una stampa del documento in questione, che rivela anche le percentuali desiderate sui diritti stranieri e sulle ristampe.Calcolando l’inflazione, quelle cifre corrisponderebbero attualmente a 1.080 dollari per i disegnatori, 360 per gli sceneggiatori, 144 per i letteristi e 252 per i coloristi. Sono cifre che la quasi totalità dei professionisti statunitensi non riesce a raggiungere nemmeno oggi. In alcuni casi, non si riescono a ottenere nemmeno i compensi proposti per il 1978. Secondo John Higgins, colorista di Watchmen che abbiamo interpellato a campione, un colorista agli esordi non può chiedere più di 55 dollari.
A queste retribuzioni vive vanno aggiunte le royalty introdotte a partire dagli anni Ottanta su merchandising e ristampe. «Non così cospicue da poterci comprare una barca», scrive Mark Waid su Thrillbent, «ma ci puoi fare una buona cena ogni tanto». Waid ha spiegato come, durante gli anni di Paul Levitz a capo della DC Comics, fosse previsto un ulteriore extra per gli autori se un adattamento di qualsiasi tipo (film, cartone animato, serie tv) faceva uso di un loro fumetto; bastava anche solo una scena, ma era «a totale discrezione di Levitz, che lo faceva senza un obbligo legale, per pura gratitudine». La pratica non è più in vigore e, per esempio, né Waid né Grant Morrison sono stati remunerati per il loro contributo a L’uomo d’acciaio.
Le cifre, in ogni caso, sono sempre coperte dal riserbo, a causa delle clausole contrattuali firmate dagli autori. In alcuni casi, i diretti interessati possono fornire informazioni di prima mano; è il caso di Roberto Recchioni, che non molto tempo fa ha svelato i salari (lordi) della Bonelli:
«Un autore Bonelli viene pagato (per le sceneggiature) tra i 40 e i 60 euro a pagina di media. E ha un ottimo contratto che lo tutela per ristampe, diritti esteri, proprietà e via dicendo. Un ristrettissimo novero di autori (meno di 10) è oltre i 60 euro. 2 sono sopra i cento (ma ci sono ragioni validissime). Un disegnatore ha un entry level attorno ai 140 euro, a salire. I “senatori”, disegnatori che la Bonelli l’hanno fatta grande e ricca, possono avere tariffe molto più alte.»