PK è sostanzialmente un fumetto di fantascienza, che esplora tutte le tematiche classiche del genere. C’è il filone dell’invasione aliena, evroniani in testa; quello della rivolta delle macchine, protagonista Due; le esplorazioni spaziali; qualche storia di scienziati pazzi, spionaggio, e simili; infine ci sono i viaggi nel tempo, con tanto di paradossi e dimensioni parallele.
Gli argini del tempo, ovviamente, appartiene a questo ultimo gruppo di storie. È un filone che ha regalato alla saga alcuni dei personaggi migliori – Razziatore, Lyla, Urk, Grifone, Odin Eidolon… – ma anche ai lettori i mal di testa più grandi, tra anomalie, paradossi e cose simili.
Leggi la recensione del primo capitolo de Gli argini del tempo
Con la seconda puntata di Gli argini del tempo, in edicola oggi su Topolino 3103, Alessandro Sisti, Claudio Sciarrone e Max Monteduro mettono alla dura prova anche i Pkers della prima ora, andando a complicare ulteriormente l’intreccio che hanno iniziato a sviluppare settimana scorsa.
La trama in due parole
La puntata si apre nel futuro “steampunk” che avevamo visto alla fine del numero scorso. Il convoglio che trasporta i gioielli della corona imperiale attraversa Paperopoli accompagnato da una nutrita scorta per timore del misterioso predone volante. Come tutti i lettori hanno intuito già dall’episodio scorso, il predone altri non è che il Razziatore, che assalta il furgone, si libera senza problemi delle guardie e potrebbe fuggire col bottino se non fosse per l’intervento di Pikappa. Ma la rapina era solo un modo per attirare l’attenzione, il pirata temporale ha bisogno di Lyla e Paperinik per rimettere a posto il tempo.
Cronotraslazione e i tre si ritrovano in un’altra Paperopoli futuristica. Il Razziatore spiega che l’anomalia temporale che genera più futuri contemporaneamente è una sorta di “straripamento” del tempo dai suoi argini. Non si sa chi l’abbia causato, ma si conosce la causa: è qualcosa all’interno del Duckmall Center.
Nel centro commerciale, abbandonato e cadente, c’è un oggetto che sembra essere la fonte dell’anomalia. Mentre il cronopirata cerca di convincere gli altri due a fidarsi di lui, viene assalito alle spalle e messo fuori combattimento da un tempoliziotto che ha perso i contatti con Time 0 ma che è armato fino ai denti ed è convinto di aver colto con le mani nel sacco un ricercato, un cronauta non autorizzato e un disertore. Simpatico come il Punitore e con la stessa apertura mentale, tiene sotto tiro Pikappa e Lyla pensando di aver trovato i responsabili del cronodisastro. Purtroppo per lui il Razziatore non è davvero svenuto e, tramite un comando nei suoi bracciali, attiva il congegno temporale: è un Ablatron, che, come tutti sanno, è l’arma messa a punto dalla Tempolizia per catturare i droidi ribelli. Era una trappola del Razziatore per eliminare Lyla ma che ora viene utile per il simpatico tempoliziotto. Il cronopirata avrebbe voluto usarlo sulla papera poter attuare indisturbato il suo piano, che si guarda bene da spiegare. Con il solito ghigno sparisce in un vortice temporale.
Ai buoni non resta che leccarsi le ferite. Sono stati traditi ancora una volta dal Razziatore e sospettano che sia lui il responsabile di tutto. Lyla è convinta che Time 0 esista ancora e ha capito come raggiungerlo. Lei e Pikappa liberano il tempoliziotto e partono alla ricerca della base della Tempolizia.
Appunti per i Pkers
Di tutti gli episodi di PK degli ultimi due anni questo è il più smaccatamente citazionista, soprattutto nella sequenza dell’attacco al furgone blindato da parte del Razziatore. Chi conosce bene PKNA in queste pagine avrà rivisto i numeri classici di Sisti e Sciarrone, che abbiamo già citato settimana scorsa.
Anche il piano del pirata per cercare l’alleanza di Pikappa è lo stesso che utilizza in PKNA 3, fare un gran casino e aspettare l’arrivo del supereroe per parlargli. Una tattica di tutto rispetto, che ci regala botte, esplosioni e sani giochi di parole sul tempo.
La ricostruzione pezzo dopo pezzo dell’universo di PK acquisisce qui un nuovo tassello con la comparsa del Duckmall Center, il centro commerciale di Paperopoli apparso in PKNA 14 e diventato centrale nella serie PK2. La statua del pulcino Waldo, sua mascotte, giace a terra rotta e molte lettere dell’insegna sono cadute (solo io a prima vista ci ho letto “Ducklair”?), ma il suo motto si dimostra vero ancora una volta. “Se non c’è al Duckmall non esiste”, compreso un’arma supersegreta della Tempolizia.
Chi scrive, chi disegna e chi colora
Se il secondo episodio di Gli argini del tempo è il più citazionista, purtroppo risulta anche il meno divertente. Il motivo è molto semplice: gli spiegoni.
Diamo atto a Sisti che ha messo Pikappa davanti alla minaccia più pericolosa da quando ha dovuto fronteggiare la cancellazione del tempo (sempre PKNA 14, ricordate?). L’idea di una “esondazione temporale” è molto interessante e affascinante, è intrigante che nemmeno Lyla sappia affrontare il problema e che non si conosca ancora la causa dell’anomalia. Il problema è che le spiegazioni sono troppe e confuse.
Cos’è un’asse di incidenza temporale? Lyla ce lo spiega con tono da maestrina, ma se mi interrogherà penso che tornerò al posto con 4…
La cosa dispiace soprattutto perché in passato Sisti è riuscito a trovare sempre il modo migliore per raccontare i peggiori paradossi temporali con due parole chiare.
Dall’altro canto, invece, i disegni di Sciarrone e i colori di Monteduro sono di un livello altissimo. Come ci ha raccontato il disegnatore quando l’abbiamo intervistato tra i due c’è grande sinergia, e il risultato si vede.
Sciarrone realizza ormai da anni interamente in digitale le sue storie per Topolino. La sua è una crescita costante, un continuo impadronirsi sempre più del mezzo. I suoi personaggi hanno ormai la stessa naturalezza nella recitazione che avevano quando disegnava in modo tradizionale, mentre lo stile è diventato molto più asciutto e più sintetico.
Monteduro più che un colorista è un vero e proprio tecnico degli effetti speciali. Non si sono mai visti su Topolino colori così “supereroici”, ma più ancora sono gli sfondi a essere rivoluzionari: le nuvole, gli effetti luminosi, i lampi, il cielo…
Questo è uno di quei casi in cui la carta su cui è stampato il Topo mostra i suoi limiti. Un consiglio: per far godere i vostri occhi procuratevi la versione digitale. Oppure leggete oggi il settimanale e attendete un’edizione di lusso su carta patinata di Gli argini del tempo che certamente arriverà.