Se vi capitasse di andare a Darien, una piccola cittadina nell’estremo sud del Connecticut, ci sarebbero appena un paio di cose da vedere. C’è la casa Smith di Richard Meier, ci sono i luoghi dove hanno girato La corsa più pazza d’America n. 2 e, nel mese di ottobre, si tiene il festival della zucca di Tokeneke. E poi, nel cimitero di Saint John, c’è una lapide modesta tra le sterpaglie con su scritto: ‘Alexander G. Raymond 1909 – 1956’.
A Darien è infatti sepolto Alex Raymond, il creatore di Flash Gordon, Rip Kirby e Agente segreto X-9. Raymond morì il 6 settembre 1956 in seguito a un incidente stradale in cui rimase ferito il passeggero del mezzo di Raymond, Stan Drake, il creatore di The Heart of Juliet Jones. La dinamica è classica: pioggia, pavimento stradala sdrucciolevole, il veicolo va fuori strada e termina la sua corsa accartocciandosi su di un tronco d’albero. Hogan’s Alley ha ripercorso gli eventi che portarono alla morte di Raymond raccontandole dal punto di vista di Drake, che uscì malconcio – ma vivo – dall’incidente.
Drake, nei suoi scritti, ricorda l’autore di Flash Gordon come un uomo distinto, di bell’aspetto, ammirato dai colleghi e con una grande passione oltre ai fumetti: le auto da corsa. Nel settembre del 1956 Raymond visitò Drake nello studio di Westport (Connecticut) di quest’ultimo per studiarne il metodo di lavoro: The Heart of Juliet Jones era una delle prime strisce a fare uso di riferimenti fotografici per dare ai personaggi espressioni accentuate e credibili, una prassi condannata dall’editore di King Features Sylvan Byck ma che a Raymond interessava molto. «Non potevo credere che il più grande artista del mondo venisse a chiedermi consigli sulle espressioni.»
Durante il colloquio i due divagarono su altri argomenti e finirono a parlare di auto sportive. Drake s’era appena comprato una Corvette decappottabile che andava a da zero a sessanta miglia orarie in quattro secondi e a Raymond sarebbe piaciuto molto sentirla mordere l’asfalto. Drake acconsentì a fargliela guidare.
Settembre nel sud-ovest del Connecticut è un mese piovoso e quel giovedì rispettò le aspettative: scendeva una pioggia fitta e acuminata. Solcando Clapboard Road, a Raymond sembrava di essere nel suo circuito abituale, il Thompson Speedway e forse fu per quello, o per la vegetazione che crescendo aveva oscurato il segnale di stop, che non si fermò all’incrocio e fece volare l’auto a una ventina di metri d’altezza. Poi l’atterraggio.
Drake si svegliò in un letto d’ospedale, mentre un dottore dava del figlio di puttana a Raymond. Chiese spiegazioni. «È già la quarta volta che il signor Raymond viene ricoverato in seguito a incidenti d’auto» spiegò il medico. Secondo lui, l’autore di Flash Gordon stava cercando di suicidarsi. Per non traumatizzarlo, gli dissero che il suo amico era in coma. In realtà, la Corvette si era accartocciata sul tronco di un albero, i vetri erano andati in frantumi e uno di questi aveva trapassato da parte a parte la sua testa.
In precedenza, i due avevano fraternizzato sul lavoro ma il loro privato era rimasto fuori dalla porta, quindi Drake non era a conoscenza della situazione sentimentale di Raymond, del suo matrimonio turbolento, del fatto che vivesse separato dalla moglie, la quale rifiutava il divorzio per impedirgli di sposare l’amante, e nemmeno sapeva dell’assicurazione sulla vita dell’uomo, pari a 500.000 dollari (quasi un milione con il doppio indennizzo). Per questo gli assicuratori fecero pressioni per fargli dichiarare che l’artista aveva cercato di uccidersi, in modo da non dover pagare il doppio indennizzo. Drake si rifiutò.
Il giorno dopo, il New York Times titolò ‘Fumettista muore in un incidente d’auto’, Drake dovette sottoporsi a diversi interventi (l’impatto con l’albero lo aveva privato di entrambe le orecchie che dovette farsi ricucire) e quando fu in forze abbastanza da tornare sul luogo dell’incidente trovò la pianta ancora in piedi. Crescendo, il tronco aveva incorporato alcuni dei rottami ma aveva proseguito la sua vita, come fece lo stesso Drake.