Edito nel 2006 da Ediciones Sins Entido insieme al più noto e veterano Horacio Altuna, Hate Jazz impose il talento di Jorge González. I forti contrasti cromatici, la palette nervosa e stridente, la costruzione eccentrica della tavola mimavano intricati contrappunti jazzistici: un onomatopea visiva fondata su un potente virtuosismo che richiamava Lorenzo Mattotti. Nel 2009 sempre per Sins Entido (poi Dupuis – con il titolo Bandenéon – ed Edizioni 001) pubblicò quel Fueye, un progetto multimediale che univa al fumetto, il racconto breve e una colonna sonora scritta da Marcelo Mercadante. Fueye è un romanzo storico: una grande narrazione popolare che affonda le proprie radici nei lunghi viaggi degli italiani che cercavano fortuna nel nuovo continente. I caseggiati, la solitudine e il tango sono i protagonisti indiscussi di queste memorie virate di seppia che portano González a semplificare i suoi accessi cromatismi nel tentativo di trovare uno stile che riuscisse ad evocare i fantasmi del passato.
Il suo interesse per la cronaca e l’intreccio delle vite con la grande storia affonda in questo lavoro, la cui naturale prosecuzione è Dear Patagonia: tomo di quasi trecento pagine in cui Gonzalez affronta un meticoloso lavoro che intreccia narrazione, saggio storico e graphic journalism. Scritto insieme a Alejandro Aguado, Hernán González e Horacio Altuna, Cara Patagonia (edito in Italia da Edizioni 001 in un sontuoso volume) è un’indagine sulla diversità e sulla rimozione del passato che si rifrange attraverso un prisma prospettico ampio, permettendo a González di giocare con gli stili e con le atmosfere, generando tavole dove le vignette si affollano creando esperienze quasi di natura sinestetica. Impegnato negli ultimi tempi nell’illustrazione – escludendo il racconto breve dedicato al presidente Allende – Jorge González ha consegnato alle stampe un nuovo lavoro, emotivamente complesso, dedicato alle memorie di Gani Jakupi: Ritorno in Kosovo, anch’esso edito dai tipi di Edizioni 001.
Gani Jakupi – musicista e fumettista di origine kosovare – ha affidato i suoi diari di viaggio alle matite di González, forse per porre una certa distanza con una materia viva e dolorosa. Il suo ritorno in Kosovo all’indomani della guerra civile che lacerò il paese una quindicina d’anni fa, dopo il volontario esilio in Francia e Spagna, sono fonte di profonda riflessione sulla follia che anima ogni guerra e sulle profonde ferite inferte ai luoghi e agli uomini (di qualsiasi etnia e cultura). Nella post-fazione, Jakupi traccia un veloce profilo storico del problema balcanico dalla caduta dell’Impero Ottomano alla Jugoslavia di Tito, mostrando il serpeggiante malcontento contro le minoranze non slave, fomentato da figure subdole come Vaso Čubrilović e Aleksandar Ranković, sino all’esplosione della follia nazionalista all’indomani della morte di Tito. Nell’ambito delle guerre jugoslave, la guerra del Kosovo assume sin da subito i caratteri di un conflitto etnico. Le memorie di Jakupi si concentrano sulla Follia scatenata all’indomani dell’intervento – nelle intuizioni delle stesse risolutivo, ma altrettanto violenta e subdolo – delle Nazioni Unite.
González cerca di restituire con un tratto materico e nervoso i ricordi di Jakupi: le due voci si addossano e si sostengono. Il disegnatore argentino fa strepitare le tavole con cere possenti e grasse che tingono di rosso vermiglio i cieli di Pristina o affondano nel nulla le strade buie del Kosovo, scolpendo volti e sguardi e annullando l’umanità dei perseguitati nelle lunghe marce senza volto. Si sente il freddo e la disperazione in queste tavole e la lettura non è delle più comode: è una lettura documentata – certo di parte, ma che non può non esserlo – che vuole restituire l’insensatezza della Guerra e nelle promenade della nuova Pristina l’insidia dell’oblio. Infatti, il più grande rischio è quello di affossare i volti e i singoli in quelle fosse comuni di cui resta solo l’acre odore e un segno quasi inutile su una cartina. Jakupi e González più che raccontare e documentare, lanciano un monito per scuotere l’attenzione di chi ha ormai relegato nel passato il dolore di migliaia di kosovari.
Ritorno in Kosovo
di Gani Jakupi e Jorge González
001 Edizioni, 2014
112 pagine, 19,90 €