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I riferimenti al Punitore della Marvel in American Sniper

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All’interno del nuovo discusso film di Clint Eastwood, American Sniper – distribuito da poche settimane anche nelle sale italiane -, è possibile notare un “omaggio” a un classico personaggio dei fumetti americani, il Punitore/Punisher, la cui presenza suggerisce forse un ulteriore livello di lettura per la pellicola. In una scena del film – come dimostra il fotogramma posto di seguito – uno dei protagonisti del film, Ryan “Biggles” Job, in un attimo di risposo sta leggendo proprio un fumetto dell’anti-eroe della Marvel Comics (etichettandolo erroneamente come “graphic novel” anziché come “comic book”).

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Come si può notare dalla copertina, l’albo in questione è il primo numero della serie del 2004 – anno in cui è ambientata anche la scena – scritto da Garth Ennis e disegnata da Lewis Larosa. Frank Castle, il protagonista del fumetto, è un veterano del Vietnam la cui famiglia è stata sterminata durante un regolamento di conti tra bande criminali. Da allora, ha giurato di “punire” tutti i criminali. Il riferimento al personaggio, però, deriva direttamente dall’autobiografia di Chris Kyle, alla cui vita reale è ispirato il film di Eastwood. In essa, Kyle ha infatti scritto quanto segue:

«Ci facevamo chiamare i Punishers.

Per quelli di voi che non hanno familiarità con il personaggio, il Punitore ha debuttato in una serie a fumetti della Marvel negli anni Settanta. E’ un vero bastardo che raddrizza i torti, dispensando giustizia come un vigilante. E’ appena uscito un film che ne porta il nome; il Punitore indossava una maglietta con un teschio bianco stilizzato.

Il nostro tipo delle comunicazioni lo suggerì prima del dispiegamento. Pensavamo tutti che il Punitore fosse davvero figo: raddrizzava i torti; uccideva i cattivi; i malviventi lo temevano.

Era quello che facevamo anche noi. Così adattammo il suo simbolo – un teschio – e lo rendemmo nostro, con qualche modifica. Lo disegnavamo su Hummer, corazze, elmetti e tutti i nostri fucili. E lo disegnavamo su tutti gli edifici e muri su cui potevamo. Volevamo che la gente lo sapesse: “siamo qui e vogliamo fottervi.”

Era la nostra versione della guerra psicologica:

“Ci vedi? Noi siamo quelli che vi prendono a calci nel culo. Temici. Perché ti uccideremo, figlio di puttana.”

“Tu sei cattivo. Noi di più. Noi siamo bastardi.”»

Per comprendere meglio Chris Kyle e la sua psicologia, è il caso di far notare come, nel fumetto citato, il Punitore è rappresentato da Ennis e Larosa come un uomo distrutto dall’esperienza in Vietnam e che è di conseguenza diventato un pericoloso psicopatico, pur se ancora dotato di una morale.

Via Vulture

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