Tra i tanti racconti per l’infanzia, Peter Pan è quello che più di tutti ha fatto presa sul pubblico. Ormai pilastro della cultura popolare, la creazione di J. M. Barrie è stata oggetto di studi psicologici, analisi letterarie e innumerevoli reinterpretazioni (nel 2015 sono previsti due adattamenti teatrali e uno cinematografico). Ma la storia dietro la storia risulta forse ancora più appassionante dell’opera stessa.
Ecco le dieci cose che (forse) non sapete sul ragazzo che non voleva crescere.
1. Le origini di Peter Pan
Nonostante la sua apparizione originale sia solitamente attribuita allo spettacolo Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere (che aveva debuttato il 27 dicembre 1904 al Duke of York’s Theatre di Londra), in realtà il personaggio fece la sua prima comparsa nel romanzo L’uccellino bianco (1902); ricomparirà poi in Peter Pan nei Giardini di Kensington (1906). Solo nel 1911 l’autore si deciderà ad adattare lo spettacolo teatrale nel romanzo Peter e Wendy.
2. Lo spettacolo cangiante
Il successo dello spettacolo fu tale che dovettero replicarlo ogni anno per il successivo decennio. A ogni replica, Barrie modificava la storia. Tra le aggiunte più rilevanti, l’epilogo When Wendy Grew Up – An Afterthought (“Quando Wendy crebbe – un ripensamento”), suggerito a Barrie dal produttore Charles Frohman, e la polvere di fata. Inizialmente, infatti, i protagonisti potevano volare senza alcun tipo di aiuto, ma dopo la notizia che molti bambini si erano feriti tentando di lanciarsi in volo dal proprio letto, Barrie aggiunse l’escamotage della polvere per evitare ulteriori incidenti.
3. La prima Campanellino
All’inizio, il personaggio di Campanellino veniva rappresentata da una luce proiettata su uno specchio e la sua voce era creata da delle campanella che Barrie aveva trovato in Svizzera. Nel cartone Disney, gli animatori usarono l’attrice Margaret Kerry come riferimento dal vivo, facendole recitare le scene più fisiche – dandole oggetti di scena ingigantiti per osservare le reazioni muscolari della donna. Nella versione più recente, la fatina è stata messa in scena attraverso un pupazzo creato da Sue Dacre, in forze alla Jim Henson Company.
4. Il crossover tra Capitan Uncino e Long John Silver
Capitan Uncino era un uomo di mondo. Secondo il suo autore, Uncino aveva frequentato l’Eton College, la più prestigiosa scuola inglese (e non a caso le sue ultime parole prima di morire sono “Floreat Etona”, ovvero il motto dell’istituto); nella sua ciurma, poi, era presente un altro celebre pirata letterario, Long John Silver. In Peter e Wendy è infatti presente Barbecue, personaggio il cui nome è identico al nomigliolo affibiato a John Silver da Robert Louis Stevenson ne L’isola del tesoro.
L’omaggio sembra intenzionale, visto che Barrie e Stevenson erano contemporanei e si conoscevano. I due pirati, per uno strano caso del destino, si scontreranno alla fine del XX secolo, quando la troupe del film Disney Il pianeta del tesoro – adattamento sci-fi de L’isola del tesoro – dovette testare i movimenti di Lon John Silver, personaggio creato in animazione tradizionale ma con un braccio robotico in CGI. Come prova, utilizzarono una clip tratta dal Peter Pan disneyano di Capitan Uncino, a cui sostituirono la mano buona con una versione bionica, per constatare il grado d’unione tra animazione tradizionale e computerizzata.
5. Peter Pan in stile Marvel
Gli adattamenti su altri media di Peter – o della vita di Barrie – sono innumerevoli. Una trentina di libri, diciotto film, una manciata di canzoni, un radiodramma e nove fumetti. Tra questi, figurano la versione del francese Régis Loisel, il manga Lost Boys, lo spagnolo Peter Pank. Quest’ultima è una versione anarchica e per adulti scritta e disegnata da Francesc Capdevila (altrimenti conosciuto come Max), non dissimile dal lavoro di Alan Moore Lost Girls, ma anche da Marvel Fairy Tales, testata in cui i tradizionali racconti per l’infanzia erano filtrati attraverso i supereroi della Casa delle Idee. In caso ve lo stesse chiedendo, sì, Campanellino era interpretata da Wasp (e Capitan America era Peter Pan).
6. I diritti
Barrie cedette tutti i diritti del personaggio al Great Ormond Street Hospital, un ospedale pediatrico che tutt’oggi riceve i profitti generati dallo sfruttamento commerciale (le somme non sono mai state rivelate, su esplicita richiesta di Barrie). La storia della creazione di Peter Pan è stata raccontata nello spettacolo off-Broadway The Man Who was Peter Pan di Allan Knee. La piece di Knee è stata in seguito adattata nel film Neverland – Un sogno per la vita con Johnny Depp e Kate Winslet. A sua volta, il film è servito da base per l’omonimo musical del 2014.
7. La versione Disney
La versione Disney è la più conosciuta dal grande pubblico, ma ebbe una produzione a dir poco travagliata. Walt Disney avrebbe voluto realizzare l’adattamento subito dopo il suo primo film, Biancaneve e i sette nani, ma ebbe difficoltà a ottenere i diritti e, una volta acquisiti, la storia si dimostrò difficile da reimmaginare. Non solo, durante la pre-produzione il governò commissionò allo studio un film di propaganda e Peter Pan dovette essere posticipato.
8. La morte del produttore
«Morire sarebbe una grande avventura» (o «Un’avventure terribilmente complicata», a seconda di come si traduca l’originale «To die will be an awfully big adventure»), una delle celebri battute dello spettacolo, venne eliminata durante gli anni della Grande Guerra per rispetto dei soldati. Fu anche l’ultima frase pronunciata da Charles Frohman, impresario e produttore del primo adattamento teatrale di Peter Pan, prima di morire a bordo del transatlantico RMS Lusitania, silurato da un sommergibile tedesco nel 1915,
9. Gli attori di Peter Pan
Barrie ha sempre desiderato vedere un bambino recitare Peter, ma durante la sua vita il personaggio è stato interpretato solo da ragazze o donne, come parte di un’antica consuetudine dell’ambiente. Un’altra tradizione teatrale – rispettata anche dagli adattamenti cinematografici – prevede che Uncino e il signor Darling siano interpretati dallo stesso attore.
10. Barrie ha inventato il nome “Wendy”?
Barrie è considerato l’inventore del nome “Wendy”, divenuto in seguito molto popolare nei paesi anglofoni. Ricerche storiche hanno dimostrato che l’appellativo era già in uso nell’ottocento (esistono due occorrenze) come nome maschile; una possibile teoria potrebbe indicare l’origine del nome come derivazione da Gwendydd, la sorella di Merlino.
Tuttavia Barrie non poteva conoscere tali studi e l’inserimento del nome nel testo deriva da Margaret Henley, una bambina che aveva stretto amicizia con lo scrittore e che usava chiamarlo “My friendy” (“il mio amichetto”). L’infante storpiava spesso la parola in “Fwendy” e Barrie pensò di utilizzarlo nella sua opera.
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