Delle uscite della Lucca Comics di quest’anno, una delle più rilevanti è stata una ristampa, o meglio una riedizione. Rilevante perché si tratta di un libro attualissimo, tornato attuale per gli sviluppi di politica internazionale susseguitisi negli ultimi mesi intorno al caso ucraino.
Quaderni Ucraini di Igort era uscito nel 2010, quando l’Ucraina era un paese sì da conoscere e da comprendere agli occhi dell’osservatore occidentale, ma ancora non era un paese invischiato in una guerra subdola e sordida, consumata sui confini. Igort aveva trascorso quasi due anni intorno al 2008 in Ucraina, apprendendone la Storia e la società, incontrando e conoscendo persone che ne abitavano le città e le campagne. Ha assorbito pacatamente le loro esperienze di vita ascoltate direttamente, le ha affidate ai suoi quaderni di appunti, tra disegni e testo, e rielaborate e riordinate in un graphic novel. Lambendo confini diversi di generi che andrebbero stretti a questo libro, Igort compone un racconto che è giornalismo a fumetti, raccolta di memorie – altrui e, in un certo senso, anche dell’autore – diario di viaggio, sia illustrato che non, ma anche un efficace e asciutto ragionamento politico e storico. È riportando le vite di alcuni individui che Igort riesce a raccontare la storia di un paese. Unisce e collega le varie testimonianze con annotazioni storiche utili, riferimenti a fatti e a personaggi; ma la vera Storia per lui sta nell’intrecciarsi dei destini di individui comuni e modesti, coloro che dal meccanismo politico sono rimasti schiacciati, eppure sopravvissuti.
La Storia per Igort sta nei dettagli delle singole vite, si compone di piccoli uomini e donne a cui lui dà voce. Nelle rughe che l’autore attentamente tratteggia sottili sui volti degli ucraini che incontra c’è nascosto quasi un secolo di Storia, scolpito sui loro volti, come scavato dagli aratri che hanno solcato la terra di una nazione resa arida dal dominio sovietico.
Ritornando indietro all’epoca dell’Unione Sovietica, Igort mostra come la situazione odierna di una nazione vittima di carestie, privazioni e genocidio, sia una semplice conseguenza evidente del dominio russo, che oggi si è manifestato in una invasione da parte del paese di Putin, giustificata da decenni di sottomissione. Nei resoconti di Igort non si intravede una presa di posizione politica, ma non nel senso puramente giornalistico che hanno i libri, ad esempio, di Joe Sacco. La ricerca politica di Igort è profondamente etica e sociale, in un senso nobile, non è quella delle contrapposizioni di grandi schieramenti partitici o nazionali.
In Quaderni Ucraini lo sguardo è sì non partecipato, ma è di fatto più umano, umanistico, e non analitico, come succede nelle opere di graphic journalism. L’Igort storyteller diventa con naturalezza Historyteller in queste pagine. Colpisce come si riesca a comprendere una nazione, non tramite un intreccio di fatti, grandi uomini e personalità, bensì, grazie a piccoli uomini, gente avvolta nella miseria, ma non per questo meno ricca umanamente. Igort rappresenta con lo stesso tratto sottile che aveva contraddistinto un’opera dall’impronta simile, Quaderni Russi.
I colori sono caldi ma delicati, tra sfumature di rosso e di marrone, i colori della terra e della vita rurale; il segno incide la pagina sottilmente, frutto di una ricerca stilistica che può avere riferimenti lontani. Igort, in questi lavori recenti, attinge all’esempio di autori dell’underground giapponese, come Oji Suzuki e Yoshiharu Tsuge. La stessa linea sottile e asciutta che loro mettevano al servizio di storie surreali e al limite dello psicotico, lui la usa per produrre un resoconto realistico, non meno straniante delle storie irrazionali di Sukuki e Tsuge.
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La sezione finale aggiornata del volume conduce a racconti del presente, con alcune pagine apparse sul settimanale di approfondimento politico Left (di cui ci ha parlato in una recente intervista). storie di altre vite, schiacciate di nuovo da una brutalità che non sembra fermarsi. Il resoconto continua con la storia di un soldato ucciso dal suo stesso esercito perché non intenzionato a partecipare alla guerra, o con le testimonianze di come sia difficile, tutt’oggi, l’approvvigionamento di materie prime. Aveva proseguito con passione a seguire le vicende ucraine, ci aveva raccontato Igort in una intervista, grazie ad amici e canali di informazione indipendente, convinto che l’indagine che aveva intrapreso non potesse essere ancora interrotta.
Quaderni ucraini
di Igort
Coconino Press, 2014
192 pagine, 18,50€