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I 5 fumetti del mese: novembre ’14

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Come di consueto, Lucca Comics è il momento in cui gli editori di fumetto sono più attivi nel lanciare le principali novità editoriali della stagione, se non dell’anno. Se a questa infornata di albi e graphic novel aggiungiamo anche le pubblicazioni da edicola, tra Bonelli e Disney – e le produzioni presentate all’altro festival novembrino, BilBOlbul, meno numerose ma certamente di qualità – capirete come in questo mese la selezione sia stata particolarmente complicata.

Ma alla fine il dado è tratto, e les jeux sont faits: il nuovo libro di uno dei ‘maestri contemporanei’ del fumetto italiano; l’opera di uno tra i più eccentrici autori americani degli anni Duemila, finora (ingiustamente) assente nel nostro paese; due ottime prove del fumetto seriale nostrano, sia Disney che Bonelli; e la fresca, convincente collaborazione fra due giovani autori indie stranieri – un americano e un belga – ancora sconosciuti in Italia, ma stabilmente entrati nel radar della critica internazionale.

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Fun, di Paolo Bacilieri (Coconino Press)

Probabilmente l’avete tenuta in mano decine di volte ma non vi siete mai chiesti da dove viene o come è nata: è la Settimana Enigmistica, il passatempo preferito di milioni di italiani. In FUN, pubblicato da Coconino, Paolo Bacilieri ci porta alla scoperta della storia del cruciverba intrecciando abilmente le atmosfere swing della New York effervescente di inizio secolo e la melanconica vita urbana della Milano contemporanea. Sospeso tra ricerca storica, grazie anche alla collaborazione di Stefano Bartezzaghi, e affascinante esercizio di stile – avete mai pensato a quanto sono simili tra loro le vignette dei fumetti e le parole crociate? – Bacilieri riesce con delicatezza e grande abilità a far appassionare i lettori al bizzarro mondo dei giochi enigmistici. Più che un fumetto: un rebus da gustare con gli occhi e da risolvere con la mente. Qui un’anteprima e qui la nostra recensione.

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Sock Monkey – Treasury, di Tony Millionaire (Psycho Pop)

Sock Monkey, la raccolta delle storie di Tony Millionaire dedicate alla sua coppia di animaletti di pezza è un volume imponente, di eccellente fattura. In oltre trecento pagine di avventure folli e strampalate, Zio Gabby e Sir Corvo ne combinano di tutti i colori – stavolta da sobri, a differenza della striscia Maakies, della quale sono protagonisti animali simili. Influenzato dell’underground americano quanto dall’opera di Edward Gorey, Millionaire immagina appassionanti scenari fantastici da favola moderna. Dell’autore abbiamo parlato spesso, ultimamente, mostrando il suo studio, una storia in anteprima da Sock Monkey – Treasurye facendo una carrellata sulla sua produzione.

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Topolino e i 7 Boglins, di Casty e Enrico Faccini (Topolino n. 3077 – Panini Comics)

Casty ed Enrico Faccini firmano una delle migliori storie degli ultimi anni  – e non solo in ambito disneyano. Casty è uno di quegli autori che riesce a far convivere un profondo rispetto per i maestri del passato – Gottfredson e Scarpa in primis, in un continuo omaggiare che danza appena un passo indietro rispetto al burrone del plagio – con una propria cifra personalissima e riconoscibile.

Nel giorno del suo compleanno Topolino deve vedersela con un sosia e cercare di scoprire chi lo sta raggirando. Un fumetto sull’identità e sulla sua perdita con una sceneggiatura solidissima e ricca di colpi di scena. In un giallo convincente e serratissimo come altri da lui scritti in passato, ma che nella storia in esame si arricchisce grazie alla struttura in due parti e al repentino cambio di tono: da farsa a thriller psicologico. Qui il nostro approfondimento.

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Hobo Mom, di Charles Forsman e Max de Radiguès (Delebile)

Pubblicato dalla microetichetta Delebile in occasione di BilBolBul 2014, Hobomom è un agile albo scritto e disegnato a quattro mani da Chuck Forsman e Max De Radiguès, due giovani talenti del fumetto indipendente, il primo americano, il secondo belga.

La storia narra di una giovane donna in cerca di un equilibrio emotivo e relazionale, divisa tra i suoi legami affettivi e il richiamo di uno stile di vita che non ne permette. Il racconto possiede la delicatezza narrativa e grafica che ha già contraddistinto i precedenti libri di Forsman – Celebrated Summer e The End of the Fucking World – pubblicati a episodi, in minuscoli albetti, da Oily Comics e poi raccolti in volume da Fantagraphics Books.

Le storie di Forsman mettono in scena con divertita schiettezza il disagio interiore, nascosto e coltivato tra le pieghe delle relazioni di famiglie disfunzionali, all’interno di un’America suburbana fredda e desolata. Il suo stile grafico è asciutto e minimale, attento ai ritmi più delicati e sottili della narrazione. Il segno e la sensibilità narrativa dei due si fondono idealmente in Hobomom; De Radiguès condivide infatti con Forsman un’attenzione per tematiche narrative simili, e un tratto altrettanto delicato e misurato.

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Saturno contro la Terra, in ‘Almanacco del Mistero’ 2015, di Alfredo Castelli e Giancarlo Alessandrini (Sergio Bonelli Editore)

Se siete tra coloro che gongolano quando un fumetto gioca in maniera creativa con l’immaginario pop, e navigano sornioni tra citazioni, parodie e pastiche, questo episodio di Martin Mystère fa per voi. Già, perché la premiata coppia Castelli&Alessandrini non solo mette in scena un gustoso omaggio a uno dei più noti fumetti italiani d’antan, il Saturno contro la terra di Federico Pedrocchi e Giovanni Scolari (su soggetto di Cesare Zavattini, uscito tra il 1936 e il 1946), ma perché la quantità di riferimenti all’epoca dei pulp magazine, del cinema e del fumetto di fantascienza è tale da fare dell’avventura ospitata in questo Almanacco un’autentica festa retrofuturista.

La trama ruota intorno a un’invasione dei saturniani, dalle conseguenze all’apparenza drammatiche ma in realtà – complice il cast composto dalla svampita Angie, l’arcicattivo-macchietta Orloff, gli improbabili scienziati di ‘Altrove’ e un comprimario come Guglielmo Bertone, “l’uomo più colto del mondo” – nient’altro che una buona, vecchia commedia brillante. Una sciarada il cui principale co-protagonista è Orton Whales, un istrionico doppio di Orson Welles che realizza una versione scombiccherata del suo celebre radiodramma del 1938 (quello in cui, recitando La guerra dei mondi, riuscì a generare autentica preoccupazione in tra gli ascoltatori). Per avere un’idea del tono dell’episodio, basti una scena su tutte: per mettere K.O. l’entità malvagia (un insettone, naturalmente) all’origine dell’invasione, Mystère userà nientepopodimeno che… una spruzzata di DDT.

Ridendo e scherzando, insomma, Castelli torna a ri-leggere alcune fonti d’ispirazione del suo personaggio – da Flash Gordon a Buck Rogers – con il distacco inevitabile del nostro sguardo smaliziato. Ciò che ne esce è un esercizio di stile (riuscito), e una ennesima dimostrazione di quanto Martin Mystère riesca ad essere una delle (poche?) serie Bonelli ancora in grado di offrire notevoli guizzi creativi. Qui un’anteprima.

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