Il misterioso Flora, che nel 1850 pubblica su Revista Popular la storia Aventuras sentimentais e dramáticas do senhor Simplício Baptista, copia di un originale francese dell’epoca, è con Nogueira da Silva e Manuel de Macedo uno dei pionieri della Banda Desenhada (o più familiarmente, Quadradinhos), il fumetto portoghese. Ma a dispetto del vantaggio cronologico di Flora, il capostipite del fumetto portoghese per stile, inventiva e verve creativa è Rafael Bordalo Pinheiro (1846-1905): con lui la BD entra in una stagione evolutiva fondamentale.
Bordalo Pinheiro è un personaggio poliedrico, caricaturista, illustratore, ceramista. Sul giornale O Binóculo nel 1870 pubblica il suo primo fumetto: Conferencias Democraticas, A Berlinda. A Bordalo Pinheiro si deve la prima opera a fumetti portoghese edita in volume, risalente al 1872: Apontamentos de Raphael Bordallo Pinheiro sobre a Viagem do Imperador de Rasilb pela Europa dove Rasilb non è altro che l’anagramma di Brasil, l’antica colonia portoghese. Nel 1875 fa la sua comparsa sulle pagine de A Lanterna Mágicail personaggio di Zé Povinho, che presto diventerà il simbolo del popolo portoghese e che avrà vita propria, al di là di quella del suo creatore.
Dopo un periodo trascorso in Brasile dal 1875 al 1879, dove lavora su testate come “O Mosquito”, “Psit!” e “O Besouro”, Bordalo Pinheiro fa ritorno in madrepatria, dove realizza la sua seconda opera in volume No Lazareto de Lisboa. Pubblicato nel 1881, il libro si basa sul periodo di quarantena a cui Pinheiro venne sottoposto per legge, provenendo da una nazione considerata a rischio epidemico. L’opera autobiografica, tra le antesignane del genere, narra i giorni di confino sull’altra sponda del fiume Tejo, trascorsi dall’artista ad osservare la sua Lisbona. L’ultima testata su cui lavorò l’artista fu A Paródia, fondata nel 1900. In quegli anni emersero valenti caricaturisti (oltre che fumettisti) come Leal da Câmara e Celso Herminio: il primo patì un esilio temporaneo a Parigi per satira contro la monarchia, mentre Herminio si recò in Brasile per far ritorno nel 1900, sostituendo Bordalo Pinheiro sulla rivista “Comércio do Porto Ilustrado”.
Il primo decennio del 1900 è anche l’ultimo della monarchia portoghese, che presto cederà il passo alla creazione della prima repubblica (1910). In questi anni di transizione calcano le pagine di quotidiani e riviste autori come Alfredo Moraes, rinomato per le sue copertine di romanzi popolari e che ritroveremo sulle pagine della splendida rivista per ragazzi ABC-zinho. ABC-zinho fu una delle migliori testate del panorama europeo del tempo con tre stagioni editoriali, dal 1921 al 1932. Sulle sue pagine autori come Stuart Carvalhais, Cottinelli Telmo e Carlos Botelho rinnovano e definiscono la scena. Carvalhais è considerato colui che traghettò la Banda Desenhada nel XX secolo, sia perché fece un uso ante tempore dei balloon, strutturando una gabbia dinamica e donando una altissima sequenzialità delle vignette, sia per la coincidenza tra l’anno dello scoppio della Grande Guerra e la nascita della sua serie Quim e Manecas. Questi due intraprendenti bimbetti sono una coppia “classica”, con Quim palesemente ispirato allo Yellow Kid di Richard Felton Outcault, dove il giallo del lungo grembiulone viene rimpiazzato da una rossa fantasia a pois. Carvalhais cominciò la sua carriera nel 1907, ma il suo nome resterà indissolubilmente legato al duo di enfants terrible da lui creati, al punto che incarnerà anche il ruolo cinematografico del padre di Manecas in una pellicola del 1916, purtroppo andata perduta.
Cottinelli Telmo è una figura poliedrica, il suo lavoro spaziava in molteplici aree artistiche, tra architettura, cinema, scrittura, poesia, musica e ovviamente fumetto. Anche per lui la sperimentazione grafica è una costante, con storie come A grande fita americana, apparsa nel 1920 sulla rivista ABC e poi su ABC-zinho con personaggi come lo spassoso O sábio imperturbavel. Ma è Carlos Botelho la vera rivoluzione interna alla rivista: entrato a farne parte nel 1923 dietro invito di Cottinelli, sarà protagonista della seconda stagione (1926-1929) di ABC-zinho. Realizzò gran parte delle copertine e storie ad episodi come Punhos de Bronze – o terror do ring o la splendida Zé Carequinha, o Cabula, inventa uma receita para fazer exames lindos! entrambe del 1926: O Zuncha, artista de circo, è uno degli apici della sua produzione. Botelho toccò nuove vette su l’Ecos da Semana, inserto del settimanale umoristico Sempre Fixe(1926-1961). Dal 1928 al 1950, nonostante gli incessanti attacchi della censura dittatoriale, l’Ecos resiste, con Botelho a commentare con sguardo critico i fatti nazionali e internazionali, incarnando in personaggi topici i mali del paese, in particolar modo il Piu, alter ego della censura di stato. Collaborano all’inserto, tra gli altri, anche Stuart Carvalhais, Bernardo Marques e il futurista Almada Negreiros (1893-1970).
Negli anni Trenta e Quaranta le riviste per ragazzi come Tic-Tac (1931-1937), O Senhor Doutor (1933-1944) e O Papagaio(1935-1951) annoverano tra i loro numerosi collaboratori i decani António Cardoso Lopez, Rocha Viera padre di personaggi come Tio Tiroliro e Antoninho, e Sérgio Luiz (1921-1943) con il suo O Boneco Rebelde del 1939, un vivace bambino che, pur muovendosi su trovate messe in atto in precedenza da altri autori (si ribella al suo stesso creatore) permette a Luiz di evidenziare i suoi molteplici interessi, Storia, Chimica, Lingue e Arte. La sequenzialità con Luiz diventa quasi animazione, regalando al lettore un personaggio dai movimenti fluidi e ricco di trovate fantasiose e sperimentali cariche di humor.
Dopo un fallimentare tentativo di introdurre Topolino nel 1935, cessato il secondo conflitto mondiale il mercato portoghese è conquistato dalle serie d’avventura statunitensi, regolarmente pubblicate su varie testate tra cui O Mosquito (1936-1953), Diabrete e Mundo de Aventuras (1949-1987). Ecco allora che la lezione di Lyman Young, Milton Caniff, Alex Raymond e altri autori americani viene sublimata tra i molti da Güy Manuel, Baptista Rudy, Antonio Barata e dagli eccellenti Fernando Bento (1910-1996) e Eduardo Teixeira Coelho (1919-2005). La carriera di Fernando Carvalho Trindade Bento comincia nel 1938 sull’inserto a fumetti per ragazzi del quotidiano República, per poi passare nel 1941 a Pim Pam Pum!, supplemento di O Século. Le sue opere più imponenti restano l’adattamento de Le mille e una notte del 1948 e la trasposizione-capolavoro del romanzo Beau Geste di Percival Cristopher Wren, apparsa sulla rivista Cavaleiro Andante nel 1952. La magistrale regia della tavola, i personaggi palpitanti di umanità, il montaggio serrato e la spettacolarità delle scene d’azione, unitamente a uno stile raffinatissimo, rendono il suo Beau Geste un’opera che troverà un suo pari solo nelle imponenti scene d’azione e nel lavoro del contemporaneo Teixeira Coelho.
Lo stile di Coelho per tutta la durata della sua vita fu in costante evoluzione, in una ricerca stilistica che attingeva alla grande tradizione classica del fumetto d’avventura come Prince Valiant di Hal Foster, spaziando nel bacino della produzione europea. Di Coelho ancor oggi sorprende la mole di tavole disegnate, l’eleganza del segno, la grande versatilità e capacità di adattamento alle esigenze dei diversi editori pur mantenendo una grande coerenza stilistica e freschezza. Il suo percorso artistico si snoda dai lavori degli anni Quaranta e Cinquanta apparsi sulla rivista O Mosquito, come il monumentale O caminho do Oriente del 1947, fino alle collaborazioni degli anni Settanta con la storica rivista francese Pif, con gioielli come il suo Robin des Bois: Le Château des Tourments del 1974, sceneggiata da Jean Ollivier, scrittore anche della serie Ragnar, le Viking del 1958.
Il 1974 è una data cruciale per la storia del Portogallo: il 25 aprile la dittatura militare cade con la nonviolenta Rivoluzione dei Garofani. Nuove forme e stili andranno ad affacciarsi sul panorama della BD portuguesa. Negli anni Settanta non mancarono i prodotti sperimentali, come O peregrino blindado di José Lopez Werner, realizzato da Eduardo Batarda (1943) per la Galeria 111 nel 1973 e che, conscio della produzione underground americana, coniuga linguaggio pittorico e fumetto.
La rivista Visão fece la sua comparsa nell’aprile del 1975. Durò un anno e dodici numeri, ma ebbe il merito di catalizzare in un solo contenitore le platee del fumetto tradizionale e quelle dei circuiti alternativi, in un connubio di stili e tematiche, sulla falsariga della francese Pilote. Molti gli autori, tra cui Zé Paulo, André, Carlos “Zingaro” Corujo, Isabel Lobinho (una delle poche donne della BD) e Pedro Massano (1948). Disegnatore di lungo corso ancora in attività, Massano sul settimo numero di Visão pubblica Angola 71, ambientata nella omonima ex-colonia portoghese, divenuta indipendente proprio nel 1975. Anche Victor Mesquita (1939), autore del fumetto di fantascienza di culto Eternus 9, si occupò dei conflitti coloniali con la storia in cinque parti Matei-o a 24, scritta da Machado da Graça. Fernando Relvas (1954), pur non avendo preso parte a Visão, è considerato uno dei padri della BD contemporanea: dopo aver animato la scena producendo una serie di fanzine tra cui la Gazeta da Semananel 1976, proseguì la sua carriera collaborando a riviste come TinTin, il quotidiano Se7ee O Inimigo. Pubblicò molti volumi tra cui Karlos Starkiller, L123 e O Nosso Primo em Bruxelas.
Gli anni Ottanta vedono lo svilupparsi di un gruppo di autori vicini alle poetiche e agli stili dei nuovi maestri del fumetto mondiale, tra cui Tardi, José Muñoz, Moebius e Hugo Pratt. Ritroviamo echi della lezione del Maestro di Malamocco nel lavoro di molti, tra cui Arlindo Fagundes (1945) con il libro del 1985 La Chavalita e António Jorge Gonçalves (1964), uno dei più interessanti esploratori grafici della sua generazione, che dagli Ottanta e dalle pagine di Se7e, giunge nei Novanta con la serie del detective privato Filipe Seems, scritta da Nuno Artur Silva. Il suo volume più interessante, che coniuga fumetto, design ed elementi pop e surreali è O Senhor Abílio (ASA, 1999) dove, assorbite le influenze degli anni Ottanta, rilascia uno stile personalissimo che si può accostare al sentire di autori come lo spagnolo Mariscal.
Alla ribalta degli anni Novanta si affaccia un nutrito gruppo di autori nato nel ventennio precedente, in larga parte testimone della rivitalizzazione e successivo boom del mercato editoriale, connesso alla nascita della Bedeteca de Lisboa, un organo istituzionale che racchiudeva in sé biblioteca del fumetto, casa editrice e spazio espositivo. Diretta da João Paulo Cotrim dalla fondazione del 1996 fino al 2002 e in seguito da Rosa Barreto, creò punti di contatto forti tra istituzioni, stampa, autori e case editrici, co-producendo una ragguardevole quantità di volumi pubblicati da vari editori indipendenti e creando una propria linea editoriale, che comprendeva, tra le varie cose, la collana LX Comics, la rivista-antologia di informazione Quadradoe la collana di saggistica Cadernos da Bedeteca con testi importanti come il volume dedicato alla storia del fumetto portoghese Os Comics em Portugal di António Dias de Deus del 1997. Da ricordare per importanza anche Das Conferências de Casino à Filosofia de Ponta di João Paulo Paiva Boléo e Carlos Bandeiras Pinheiro, edito nel 2000.
E proprio i titoli di LX Comics riassumono gran parte di questa generazione, a partire da Pedro Brito, autore, sceneggiatore e futuro co-fondatore della casa editrice Polvo; Marcos Farrajota editore della Chili Com Carne ma anche autore completo, che col suo nom de plume Marte sceneggerà la serie di successo Loverboy (Polvo, 1998) disegnata da João Fazenda; l’eccellente illustratore e fumettista André Lemos con il suo Quem é este homem?; Borda d’Água (1999), seconda esperienza monografica di Miguel Rocha; Pedro Nora, Pedro Zamith, Pepedelrey, Paulo Amorim, Estrompa, Richard Câmara e Francisco Sousa Lobo solo per citarne alcuni e senza dimenticare tutti gli autori che spesso hanno collaborato con la Bedeteca, nomi dell’importanza di Nuno Saraiva e Filipe Abranches.
Tra i creatori più prolifici troviamo infine Rui Lacas, recente autore per Polvo di A Ermida e Hän Solo, come anche Jorge Coelho, ora in forza a testate come Venom della Marvel Comics; João Maio Pinto ha infine infuso le atmosfere care a Charles Burns nel graphic design, realizzando fumetti, manifesti e copertine palpitanti di luoghi oscuri, complesse vegetazioni e visioni. Durante il boom crebbe il numero delle autrici di BD: artiste come Ana Cortesão, Alice Geirinhas, Jucifer (Joana Figueiredo) e Isabel Carvalho spaziarono tra fumetto, illustrazione e sperimentazione grafica. Attualmente tra i nuovi nomi troviamo Sílvia Rodrigues, Amanda Baeza, Hetamoé e Marina Pita, mentre Ana Biscaia (1978) è il perfetto trait d’union tra fumetto e illustrazione per l’infanzia.
L’ultima generazione di autori della BD portuguesa, figlia dell’onda lunga della crisi editoriale seguita alla fine dell’esperienza della Bedeteca (ora solo biblioteca) e del boom ad essa connesso, ha fatto dell’adattabilità una delle sue doti peculiari per continuare a resistere nel mutato panorama, spaziando nelle varie discipline dell’Arte e della comunicazione.
*Questo articolo è scritto da Alberto Corradi, e pubblicato originariamente sul catalogo della mostra Quadradinhos: sguardi sul fumetto portoghese, allestita in occasione di Treviso Comic Book Festival 2014.