Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, abbiamo chiesto a Lorenzo Palloni (del collettivo Mammaiuto e autore dei testi di The Corner, uscito di recente per il mercato francese) di raccontarci le sue letture più recenti.
Lydie, di Jordi Lafebre Zidrou (Comma 22, 2012)
La piccola Lydie non sopravvive al parto e la madre reagisce immaginandosela viva e vegeta. L’illusione, invisibile a tutti, cresce in mezzo all’affettuosa comunità di una periferia parigina, i cui membri fanno di tutto per tenere viva la convinzione della donna. Spunto potentissimo, ma l’interesse sboccia a quattro pagine della fine; il libro è un po’ troppo volemosebbene per i miei gusti, e manca una vera riflessione sull’impatto sociale di una “menzogna condivisa”: come ogni occasione sprecata, mi ha un po’ irritato. Ma il disegnatore e il suo storytelling sono impeccabili.
Topolino Black Edition, di Tito Faraci e aa.vv. (Panini Comics, 2014)
Non leggevo Topolino da quando avevo dieci anni, poi mi sono imbattuto in questa raccolta di storie mistery di Tito Faraci. Non mi vergogno a dire che ha risvegliato in me piacevolezze sopite della lettura per ragazzi.
Cavazzano, Ziche e Mastantuono (uber alles) mi hanno preso per il bavero della giacchetta e sbattuto in faccia un fatto semplice: con i personaggi Diseny puoi raccontare letteralmente di tutto, a tutti, e con grande stile. Ora leggo Topolino, più spesso di quanto avrei mai immaginato. È una cosa bella.
Lanterna Verde/Freccia Verde: Nessun Malvagio, di Dennis O’Neil e Neil Adams (Il Sole 24 Ore / DC / Lion, 2014)
Prima del 2009 leggevo ogni fumetto americano che mi capitava sottomano. Poi qualcosa si è spezzato, ho cominciato a vedere disonestà un po’ dovunque e sono diventato come uno di quei vecchietti che dicono “eh, una volta era diverso, quelli di un tempo erano bei fumetti”. Ora compro solo fumetti classici, raccolte vecchie e nuove, come quella della Lion che ho trovato poche settimane fa: ai testi O’Neil, Adams ai disegni, una bomba.
LV e FV viaggiano alla scoperta del cuore dell’America e lottano violentemente con i loro scogli morali, uscendone tramortiti. Edizione da edicola (peccato per qualche tavola scansionata male) ma la saga è oscura e imperdibile.
Kafka, di David Zane Mairovitz e Robert Crumb (Feltrinelli, 1993)
La vita e le tribolazioni interiori di Franz Kafka raccontate con concreta semplicità e disegnate da uno che di tribolazioni si intende. Crumb illustra un libro che scava a fondo nella psicologia dello scrittore di Praga, ed il suo segno è (come sempre) ansioso e nevrotico al punto giusto, perfettamente in tema con l’anima inquieta del protagonista. Chi non ha mai letto Kafka, come me, dopo aver chiuso questo libro ne ha avrà voglia. Bellissimo.
Hicksville, di Dylan Horrocks (Black Velvet, 2012)
Un giornalista che lavora per una rivista di fumetti arriva nella piccola cittadina di Hicksville, in Nuova Zelanda, per scrivere un articolo su Dick Burger, il fumettista più famoso del mondo; ma gli abitanti della città hanno un segreto di cui il giornalista si ritrova, a suo modo, custode.
Già dalle prime pagine Hicksville si rivela un bellissimo atto d’amore che poi, avanzando nelle centinaia di pagine che Horrocks ha fatto negli svariati anni di gestazione della storia, si tramuta in un immenso, gioioso, rendere grazie al Dio Fumetto in tutto il suo splendore. Segno scostante e ottimo storytelling: da leggere se amate i fumetti, e anche se no, tanto dopo li amerete comunque.