Dopo un avvio incerto, Nick Spencer è riuscito a guadagnarsi la stima della Image Comics, producendo negli ultimi anni una serie dall’indubbio successo come Morning Glories, che gli ha felicemente spalancato le porte delle major dell’industria fumettistica americana. Per Marvel Comics si è distinto sia per il lavoro su Secret Avengers che per l’insolita testata dedicata ai nemici dell’Uomo Ragno, Superior Foes of Spider-man, coadiuvato nell’impresa dalla matite di Steve Lieber. È con Image Comics, però, che Spencer può dar pieno sfogo alla sua creatività. E Bedlam – il titolo di cui vi stiamo per parlare – non poteva non essere pubblicato che per la Image, visto il taglio volutamente estremo e adulto.
Racconta Spencer:
Quando stavo iniziando a scrivere Bedlam, ho messo alla prova me stesso dicendomi che ero a mio agio con le storie che stavo producendo per la Dc e per la Marvel, ma forse era il momento di provare a scrivere qualcosa di diverso. Vedere se fossi stato in grado di metter su una storia che avesse elementi da sviluppare a lungo termine e alcune domande irrisolte, ma facendone un più tradizionale procedural…dimostrando quanto possa essere eccitante, coinvolgente e divertente fare qualcosa con i soliti ingredienti.
Il ciclo iniziale di storie – raccolto da Panini Comics in un elegante volumetto nella collana 100% – delinea il cammino di redenzione di Madder Red, un feroce serial-killer che ha terrorizzato con i suoi efferati omicidi la città di Bedlam. Le vicende intrecciano due diversi piani temporali, mostrando così i due volti dell’uomo: quello macchiato di sangue e in cui è costretto dopo l’ennesima ecatombe ad un percorso di recupero, e un presente dove la sua nuova identità – Filmore Press – cerca di fermare la scia di omicidi di un nuovo e sconosciuto serial-killer. Filmore Press presta le sue competenze in pazzia per delineare il profilo dell’omicidia aiutando così il detective Ramira Acevedo.
Niente di nuovo sotto il sole. Ed infatti Bedlam, pur rimanendo un onesto fumetto di genere, non fa gridare al miracolo. Dietro il volto di Madder Red, in filigrana si potrebbe scovare quello di un Joker redento, tutto nichilismo e argute argomentazioni che prendono a prestito Rousseu. Il risultato sono torrenziali monologhi che fanno il paio con la retorica a buon mercato messa in bocca ai politici di turno e ai media (in questo certo Spencer mostra di aver imparato a memoria la lezione di Frank Miller). Nel contempo, la dinamica tra la coppia Press/Acevedo non esce fuori dal solco dei procuderal, mostrandoci certo un’inedita coppia, ma senza alcun guizzo.
L’estrema violenza – in realtà qualche cadavere sezionato e un po’ di sevizie – non destano alcun raccapriccio, mentre la dimensione “religiosa” che ammanta i delitti del serial-killer incrementa il senso di déjà vu.
Ciò che dovrebbe rendere interessante la lettura – regalandogli dinamicità e freschezza – rischia di frastornare il lettore. Il continuo intreccio dei due piani temporali assieme ad alcuni salti improvvisi, rendono il percorso un po’ impervio. Spencer non lascia nulla al non-detto: le lacune vengono colmante lentamente e forse sono l’unico elemento che rende appetitoso il piatto, ma sono solo un contentino. Ad aumentare le perplessità, la presenza di un vigilantes in maschera – The First – che purtroppo stona, come la presenza di Batman nella trilogia di Nolan.
Certo, le matite di Riley Rossmo non aiutano. Al suggestivo bicromatismo dedicato al passato di Filmore Press, Rossmo alterna un segno nervoso e dimesso, impreciso a volte – che potrebbe richiamare un Sienkiewicz orbo – utile a tratteggiare una Bedlam marcescente, ma che alla lunga diventa snervante.
Una prova minore questa per Spencer, ma forse dovuta all’andamento interlocutorio dei primi numeri.
Nota di merito alle splendide copertine di Frazer Irving.