Della serie: meglio tardi che mai. A 11 anni dalla sua pubblicazione, Panini Comics raccoglie in volume Molecole Instabili. Il fumetto, originariamente pubblicato da Marvel Comics nel 2003 come miniserie in quattro parti, era già stato tradotto sulle pagine di Marvel Monster Edition – Fantastici Quattro 1 (2005). Un albo da fumetteria di oltre 200 pagine prezzato 25 euro – una bella cifra oggi, ancor più inconsueta in quegli anni – che raccoglieva storie all’epoca prive di altri spazi di pubblicazione. Una collocazione che non rendeva giustizia a questo ottimo racconto, vincitore di un Premio Eisner come miglior serie limitata nel 2004.
L’autore di Molecole Instabili è James Sturm. Assistente di produzione di Raw – la rivista di Art Spiegelman – ed esponente di spicco del fumetto alternativo americano a cavallo fra gli anni 1980 e 1990, Sturm si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie a fumetti di finzione ispirati alla storia statunitense – in Italia raccolti nel volume Americana (Coconino Press, 2003). Co-fondatore del Center for Cartoon Studies, struttura d’eccellenza per la formazione sul fumetto negli States, dal 2010 è opinionista per il noto magazine americano Slate. Il suo fumetto più recente – e inedito da noi – è Market Day (Drawn & Quarterly, 2010), in cui viene narrata la giornata di un venditore di tappeti ebreo nei primi anni del Novecento.
Ed è proprio la sua passione smodata per i Fantastici Quattro che, nei primi anni 2000, lo portò a scrivere questo racconto. Il primo ma anche il solo, a tutt’oggi, per Marvel Comics. Nel solco del suo lavoro, assieme ai disegnatori Guy Davis (Sandman Mystery Theatre, Hellboy: B.P.R.D.) e Robert Sikoryak (Masterpiece Comics), Sturm crea un’opera di fiction che si colloca del tutto al di fuori dall’universo coerente delle storie Marvel. L’autore, infatti, arriva a immaginare che Stan Lee e Jack Kirby, per creare i Fantastici Quattro, si siano ispirati a persone realmente esistite. Sin dall’introduzione del volume, Sturm gioca con questa idea facendola sembrare vera:
«Ero andato a trovare mia zia Alice, e stavo sfogliando un album di ricordi di famiglia. In fondo c’erano dei ritagli ingialliti di giornale che parlavano delle imprese di Johnny e Sue Sturm. Un fratello e una sorella che si erano sobbarcati dei grossi rischi durante la guerra fredda. Quando dissi che leggevo fumetti con due fratelli che si chiamavano Johnny e Sue Storm, zia Alice rise della mia ignoranza. Non essendo ancora nato nel 1961, non sapevo che i Fantastici Quattro erano basati sulla vita di persone reali! Otto anni fa iniziai a fare ricerche sulle vite dei Fantastici Quattro storici, con la speranza di realizzare la loro biografia definitiva.»
Ovviamente si tratta solo di un pretesto, che Sturm usa per gettare le basi della sua fiction, facendola passare per biografia degli autentici individui le cui vite ispirarono il primo supergruppo Marvel. Un lungo lavoro di ricerca … del tutto immaginario.
È il 1958 e Reed Richards è un professore della Columbia University impegnato in ricerche scientifiche militari. Sue Storm, fidanzata di Richards, è una giovane 26enne che dopo la morte dei genitori si prende cura del fratello ribelle Johnny. Ben Grimm, vecchio amico e compagno di scuola del professore, dirige una palestra di boxe e passa il tempo a infrangere i cuori di ragazze molto più giovani di lui.
Nei quattro numeri che compongono la storia non vi è alcun riferimento a super poteri, razzi spaziali e raggi gamma. Il fumetto mette in scena l’esistenza dell’uomo comune nell’America conservatrice degli anni Cinquanta, non ancora pronta ai grandi cambiamenti culturali del decennio successivo. Nello svolgersi di una sola giornata, queste quattro persone così legate fra loro – caratterizzate talmente bene da essere palpabili – affrontano eventi che cambieranno per sempre la loro vita. Reed è messo di fronte alla realtà: sarà un grande scienziato, ma la sua razionalità non gli consente di risolvere i problemi esistenziali. Ben, forte solo della sua personalità, è un’uomo solo, incapace di stabilire una relazione duratura. Sue è impegnata a recitare la parte della buona vicina, ma fuma, beve ed è visibilmente depressa da una vita che non vorrebbe. Johnny, avido lettore di fumetti (alla stregua del nerd dei giorni nostri), è sbeffeggiato dai suoi coetanei e fatica a trovare il proprio posto nella società.
La storia raggiunge il proprio climax durante una festa a casa di Sue. In preda agli eccessi dell’alcol, lei e Ben son sul punto fare sesso. Vengono interrotti da Reed, rientrato in tempo per il party e con l’intenzione di chiedere a Sue di sposarlo. Nel mentre, Johnny decide di partire con un gruppo di Beatnik alla ricerca di se stesso.
L’epilogo è un lungo monologo interiore di Reed Richards, in cui capiamo come le molecole instabili non siano la famosa scoperta scientifica su cui sta lavorando, ma le vite, i rapporti e i sentimenti di queste quattro persone che si scontrano e si dividono: «sono queste relazioni, per quanto tenui e incostanti, a tenere insieme il nostro mondo.»
Questa la travagliata storia – al limite della depressione – dei personaggi che, nell’immaginario di Sturm, hanno portato Stan Lee e Jack Kirby a creare i Fantastici Quattro, il primo supergruppo con superproblemi.
Molecole Instabili
di James Sturm, Guy Davis e Robert Sikoryak
Panini 9L, 2014
128 pag., € 12,00
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