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Lo scaffale di Otto Gabos

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Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, abbiamo chiesto a Otto Gabos (autore di ‘I Camminatori’, ‘Apartments’, ‘Banana Football Club’ e ‘Esperanto’di raccontarci le sue letture più recenti.

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Cité 14, di Pierre Gabus e Romual Reutimann (Paquet)

Confesso di aver comprato in una libreria di Bruxelles il primo albetto di Cité 14 proprio per la sua confezione di albo. Mi ricordava quelli dell’infanzia di piccolo formato. Anche l’assonanza del nome di uno degli autori con il mio ha avuto la sua parte. Un azzardo. Disegni minimalisti in bianco e nero retinato, con personaggi antropomorfizzati che comunque mettevano subito in chiaro che non era una storia per bambini. Storia di un approdo al nuovo mondo come tante ce ne sono state nella storia. Si aprono scenari metropolitani di inizi Novecento con derive distopiche a me care. Un elefante con bombetta in testa immerso in un turbine di avventure di confine che spaziano dall’hard boiled al fantastico con rimandi continui da recuperare tra le pieghe delle pagine. Una bellissima scoperta.

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Mind Mgmt, di Matt Kindt (Panini Comics)

Matt Kindt dimostra ancora una volta che autoriale e mainstream possono convivere tranquillamente creando narrazioni intriganti e di gran classe. Non fatevi ingannare dal segno ostico, molto inusuale in un comic book di una casa editrice di dimensioni medie come la Dark Horse. È il caso dei primi tre albi di Mind MGMT di Matt Kindt, che avevo apprezzato anni fa nel raffinatissimo Super Spy. Il fatto che poi abbia deciso di uscire in una dimensione seriale evidenza ancora maggiormente l’intento ti abbattere vincoli e luoghi comuni. Mentre lo leggevo non facevo fatica a vederlo trasmutato in un serial televisivo contemporaneo, magari della HBO. Perché nei fatti è ciò che è. Spionaggio, mistero, premonizioni, non sense, alta tensione stratificati in una dimensione a tratti metanarrativa.

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The Magical life of Long Tack Sam, di Ann Marie Fleming (Riverhead Books)

Un libro sorprendente che in qualche modo mescola, frantuma e ricompone gli strumenti classici di una narrazione a fumetti. Ci sono disegni minimali, altri di repertorio, fotografie d’epoca e altre contemporanee con valenza quasi da fotoromanzo e poi ancora grafiche e tante parole. Anne Marie Fleming è artista e filmaker, quasi un’outsider artist del fumetto. Ha origini quanto mai complicate che la vedono nascere in Giappon, da genitori cinesi e australiani e vivere a Vancouver. Anche la storia che racconta ha origini lontane e complicate. Un lavoro paziente di scavo e di memoria per ricostruire la vita di Long Tack Tack Sam, suo bisnonno cinese mago, acrobata e giramondo. Una storia tra romanzo e documentario assolutamente  indimenticabile. E non so se qualcuno l’ha mai pubblicato in Italia.

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Sinfonia a Bombay, di Igort (Coconino Press/Fandango)

Sono stato felicissimo di questa edizione rivista, ampliata e colorata di Sinfonia a Bombay uscita per il trentennale del gruppo Valvoline. Mi interessava capire e vedere come Igort avrebbe affrontato una sua opera lontana nel tempo. Come avrebbe riannodato i fili, come si sarebbe ancorato al passato stando ben saldi nel presente, conoscendo Igort, che  da sempre è in continuo movimento stilistico. Un ritorno a casa per una storia, uscita a puntate su Alter Alter, a cui sono molto affezionato e che è in parte responsabile della mia scelta di fare fumetti. Mi ricordo le tavole in bianco e nero sulla scrivania di Igort e mi sembravano magiche e irresistibili. Sarebbe stato ingiusto privare i lettori di una perla rara sempre scintillante.

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Condizioni, di Nate Powell (Psycho Pop)

Antologia di una bellezza acerba, segnata dall’urgenza narrativa. Storie brevi e giovanili con commento di Nate Powell assemblate da Micol Beltramini per questa edizione italiana inedita nel concetto. Tenerezza, rabbia, molta musica indie americana. Mentre lo leggevo la colonna sonora arrivava da sola: Buffalo Tom, Sebadoh, Pavement, Eels, Strokes. Molto belle le riflessioni introduttive che inquadrano questi momenti di passaggio carichi di fragilità, di rabbia, ma anche di grandissima determinazione. Commovente osservare il segno che da indeciso si costruisce nel tempo. Quasi un percorso intimo.

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