In attesa del consueto diluvio di titoli autunnale – scandito dalla trimurti rientro/LuccaComics/Natale – ad agosto gran parte degli editori da libreria e fumetteria ha diradato, come sempre, le proprie uscite. Il mese passato è stato quindi popolato soprattutto dalle novità degli editori attivi in edicola: Disney e Bonelli su tutti, che nella folta offerta estiva hanno proposto almeno un paio di opere particolarmente sfiziose. Se a queste si aggiungono la conclusione di uno dei manga più emozionanti degli ultimi anni, e due eccellenti riedizioni di materiale americano e franco-tedesco (ebbene sì), si può dire che l’estate 2014 delle letture – a differenza di quella del meteo – abbia lasciato un buon ricordo di sé.
Rork – L’integrale vol. 1, di Andreas (Magic Press)
Vista in Italia negli anni Ottanta e Novanta sulle pagine della rivista Comic Art, il tedesco Andreas è uno di quegli autori che sono diventati di culto negli anni seguenti, rimasticati e rielaborati da altri disegnatori delle generazioni successive, anche senza divenire molto noto al grande pubblico. Questo grazie alla visionarietà delle sue tavole, costruite su architetture grafiche quanto mai articolate e ipnotiche. Rork – raccolta per la prima volta in edizione integrale in Italia, e con l’aggiunta di un “volume zero” finora inedito – è la serie più nota di Andreas, pubblicata in Belgio a partire dal 1978 su Le Journal de Tintin. Racconta le vicende del mago eponimo, che viaggia tra le dimensioni in cerca delle proprie origini, risolvendo problemi sovrannaturali. Qui potete leggerne un estratto.
Minni e il guaio coi fiocchi, di Silvia Ziche (Topolino n. 3064 – Panini Comics).
Dopo diverso tempo, Silvia Ziche torna su Topolino con una storia interamente scritta e disegnata. Un breve racconto particolarmente brillante, per idea e realizzazione, incentrato sul fiocco di Minni, un elemento fondamentale dell’iconicità del personaggio, eppure mai assurto a protagonista prima d’ora. La vicenda prende le mosse da un’ipotesi surreale – cosa accadrebbe se accessori di abbigliamento come cravatte fiocchi cappelli “prendessero vita”? – e si sviluppa in una spassosa satira anti-consumismo. Come nelle sue migliori storie, poi, la Ziche riesce a muoversi con originalità all’interno degli stretti canoni disneyani, proponendo una vera avventura fantascientifica in stile scarpiano, ma sostituendo il duo composto da Minni e Clarabella a quello più classico formato da Topolino e Pippo.
Buonanotte, Punpun n. 13, di Inio Asano (Panini Comics)
Giunge all’attesa conclusione – col tredicesimo volume – la serie più lunga di uno dei più apprezzati e controversi mangaka contemporanei, Inio Asano. Questo raffinato racconto di formazione ha mostrato l’infanzia, l’adolescenza e la crescita di Punpun, il protagonista rappresentato con la forma di uccellino, solo elemento stilizzato e bidimensionale in una realtà tridimensionale e iperdettagliata. Un finale amaro e realistico, per una storia tanto spietata nel raccontare il male di vivere e la fatica della crescita, quanto dolce nel suggerirne le speranze, le attese e le piccole grandi emozioni. Con una risposta all’enigma sotterraneo della seria: Asano mostrerà finalmente il volto di Punpun? Qui l’anteprima del volume e qui la nostra recensione ‘a caldo’.
La materia di cui sono fatti i sogni, in Speciale Martin Mystère n. 31 di Alfredo Castelli, Lucio Filippucci, Carlo Recagno, Giovanni Nisi, Alfredo Orlandi (Sergio Bonelli Editore).
Una delle domande che tutti i fumettòfili si sono posti, prima o poi: come diavolo fece, Winsor McCay, a creare tavole geniali come quelle di Little Nemo? Una risposta la offre Alfredo Castelli nel supplemento a questo Speciale, che per la prima volta non è più allegato, bensì incorporato all’albo, reso così un insolito flipbook bonelliano. Ma non fatevi ingannare dall’aspetto cheap: La materia di cui sono fatti i sogni, splendido gruppo di quattro storie brevi dedicate al Little Nemo di Winsor McCay, oltre ad essere un documentato divertissement sugli anni giovanili di McCay, è un’operazione ‘meta’ che rasenta il colpo di genio. Da un lato perché trova una via poetica per descrivere il ‘mistero’ del talento di McCay: il grande fumettista sarebbe entrato in contatto con nientepopodimeno che “la materia di cui sono fatti i sogni”, citata da Shakespeare ne La Tempesta (qui, in versione condita da paradossi fantastici, tra Hieronymus Bosch e The Explorigator). Dall’altro, perché Castelli compie un’operazione – un po’ retcon un po’ mise en abyme – vertiginosa: ricolloca frammenti chiave del passato di Martin Mystère, come le saghe sul Dreamtime degli aborigeni australiani e quelle con Mr.Jinx, arrivando persino a ripubblicare paro paro la breve storia di otto tavole “Dreamtravel” (da Comic Art n.71 del 1990), riuscendo a dare loro nuova vita in un quadro coerente. La mitologia di Mystère al servizio della leggenda di McCay: un’esplorazione giocosa e stupefacente, che solo un archeologo dell’immaginario – e grande fantasista – come Castelli poteva architettare con tanta naturalezza.
Molecole instabili, di James Sturm e Guy Davis (Panini 9L)
E se i Fantastici 4 fossero stati creati da Stan Lee e Jack Kirby basandosi su personaggi realmente esistiti? È questo lo spunto di Molecole Instabili, una fiction fuori continuity che racconta la storia di queste quattro persone che ispirarono il primo supergruppo Marvel. Realizzato da autori che non avevano mai lavorato prima per la Casa delle Idee – James Sturm (Americana), Guy Davis (Sandman Mystery Theatre) e Robert Sikoryak (Masterpiece Comics) – è uscito originariamente nel 2003, vincendo un Eisner Award nella categoria Best Limited Series. La sua prima apparizione italiana è forse passata quasi inosservata, complice la scelta editoriale di inserirlo in un volume Marvel Monster Edition dedicato ai Fantastici Quattro, pieno di materiale trascurabile. Oggi, finalmente, Panini concede all’opera una degna edizione autonoma. Qui la nostra anteprima e qui la recensione.