Le cose da sapere sulla nuova serie mensile di Bonelli Editore, con cui lo scrittore Gianfranco Manfredi torna a raccontare l’Africa (nell’età coloniale)
A poco più di sei mesi di distanza dal debutto di Lukas, e a un anno da quello di Orfani, Sergio Bonelli Editore è vicina al lancio di una nuova serie regolare, creata da Gianfranco Manfredi – già autore di Magico Vento, Volto Nascosto e Shanghai Devil – il cui esordio è previsto nelle edicole italiane il prossimo 4 ottobre.
Di cosa parla
In linea con i precedenti lavori di Manfredi per l’editore di Tex e Dylan Dog, il fumetto è una serie di genere storico-avventuroso, in questo caso ambientata sul finire del XIX secolo, e dalla collocazione piuttosto “esotica” per gli standard bonelliani. Si svolgerà infatti essenzialmente nella cosiddetta Africa Nera, dal Kenya fino al Sudafrica, con ‘location’ prevalente in Tanzania, ma includendo anche paesi come Congo e Nigeria.
Il filo rosso del racconto si dipanerà attraverso alcuni importanti avvenimenti storici, legati all’epoca della dominazione coloniale europea nel continente: le grandi spedizioni geografiche, le prime ricerche antropologiche, le numerose lotte contro lo schiavismo e diverse battaglie come quella anglo-boera o quella contro gli Zulu. Come ci ha spiegato lo stesso creatore, la scelta del tema viene dalla tradizione narrativa di Emilio Salgari con i suoi eroi anti-colonialisti, ma anche dalla consapevolezza che “Oggi si comincia a capire meglio che dal colonialismo è originato il mondo globale, cioè quello che stiamo vivendo.” Ma a ispirare la serie c’è anche l’esperienza personale dello scrittore: “Mio padre ha passato sei anni in un campo di lavoro inglese sotto il Kilimanjaro, contribuendo a costruire la strada del Masai Mara. Era pittore. Dopo la guerra, sono nato e cresciuto circondato dai suoi quadri e disegni di ambientazione africana.”
I personaggi
Il protagonista Adam Wild è un esploratore scozzese, membro della Royal Geographical Society di Londra, che si muove circa vent’anni dopo la morte del medico e missionario britannico David Livingstone, di cui ripercorre il viaggio lungo la Via degli Schiavi, da Zanzibar al lago Tanganica. La caratterizzazione del personaggio sarà quella di un uomo d’azione spavaldo, positivo, amante della natura (ma anche, da buon scozzese, delle grandi bevute), che – con spirito anticonformista – cerca di tenersi alla larga dai salotti londinesi. I suoi viaggi lo porteranno nel cuore del continente nero, e a battersi contro lo schiavismo dei negrieri e i cacciatori di frodo, diventando in molte circostanze una sorta di difensore delle popolazioni indigene. Nelle sue avventure combatterà le più diverse minacce dell’insediamento coloniale: il potere delle compagnie occidentali, lo sfruttamento nelle miniere d’oro e di diamanti e le guerre tribali indotte dalla politica europea.
Adam è inoltre affiancato dal giovane ex schiavo Makibu e dal marinaio afroamericano Sam. Le sue spedizioni sono finanziate dallo scorbutico conte Narciso di Molfetta, nobile italiano cresciuto in Vaticano, ed emulo di Livingstone. Con lui combatterà anche Amina, principessa guerriera bantu di cui è innamorato.
Tra gli avversari («La galleria dei cattivi è sempre quella che mi appassiona di più», ci ha raccontato l’autore), quelli ricorrenti saranno Frank Frost, un intraprendente sfruttatore di indigeni per circhi e “zoo umani”, e Lady Winter, ricca ereditiera ma anche vecchi fiamma del protagonista. Inoltre, è previsto più l’entrata in scena di una intera famiglia disfunzionale e ‘malvagia’, i Manning, che Manfredi ha descritto così: “un padre autoritario, un figlio nevrotico, una figlia completamente fuori di testa.”
Il design
Il character design del personaggio di Adam Wild è basato sulle fattezze dell’attore americano Errol Flynn, il più emblematico fra i divi del cinema muto di genere avventuroso, ed è stato concepito da Alessandro Nespolino, già disegnatore di tutte e tre le serie firmate da Manfredi per Bonelli, oltre che di Tex (e che i nostalgici degli anni ’90 ricorderanno su Lazarus Ledd). Il logo e la grafica di copertina sono invece opera di Paolo Campana, grafico ed ex fumettista al terzo lavoro per Bonelli dopo il design di Orfani e il restyling grafico della collana Maxi Dylan Dog, trasformata nel concept e rinominata Dylan Dog Old Boy. Il copertinista ufficiale della serie sarà invece un disegnatore straniero, ovvero il serbo Darko Perovic, anch’egli già collaboratore delle serie bonelliane di Manfredi.
La formula editoriale
La serie è stata concepita per stagioni – come molte tra le ultime proposte dell’editore milanese, da Orfani (il cui secondo ciclo porterà però un titolo del tutto nuovo) a Lukas – composte da 12 episodi ciascuna. Nella prima le vicende si svolgeranno in almeno cinque diversi stati Africani, ma l’ambientazione prevalente sarà la Tanzania; la seconda sarà perlopiù ambientata in Sudafrica. Secondo quanto dichiarato da Manfredi, la continuity narrativa sarà però più lieve rispetto alle miniserie Volto Nascosto e Shanghai Devil, e vicina quindi più al modello di Magico Vento. Attualmente, sono già state scritte le prime due annate (24 numeri). Il successo della prima stagione non dovrebbe quindi influenzare il prosieguo della serie fino all’autunno 2016, ma naturalmente sarà determinante per decretare o meno la sua continuazione in un terzo ciclo e (eventualmente) oltre.
I disegnatori
Ben undici tra i 14 disegnatori selezionati da Manfredi – molti dei quali di provenienza serba – debutteranno per la prima volta su una testata Bonelli. Le firme che si alterneranno nel corso del primo anno sono, in ordine di apparizione: Alessandro Nespolino, Darko Perovic,Vladimir “Laci” Krstic, Antonio Lucchi, Ibraim Roberson, Zoran Tucic, Stevan Subic, Massimo Cipriani, Giorgio Sommacal, Damjan Stanich, Matteo Bussola e Paolo Raffaelli.
Adam Wild n° 1
Il primo episodio – in uscita il 4 ottobre al prezzo di € 3,20 – si intitola Gli schiavi di Zanzibar ed è disegnato da Alessandro Nespolino. La storia, ambientata nel vasto arcipelago al largo della Tanzania, vede Adam Wild battersi contro alcuni sfruttatori per porre fine alla tratta degli schiavi. Tutto questo però in un’isola – allora ancora autonoma dalla Tanzania – particolarmente nota per il traffico di uomini e in cui, nonostante l’abolizione avviata nel 1822 e avvenuta definitivamente nel 1897, la schiavitù prosegue clandestinamente.