HomeRecensioniClassicAl cavaliere nero non gli devi caga' er cazzo!

Al cavaliere nero non gli devi caga’ er cazzo!

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di Roberto Recchioni*

Quando nel 1988 Il Ritorno del Cavaliere Oscuro venne presentato in Italia, fu vittima di un grave fraintendimento a causa del contesto. Venne infatti serializzato sulle pagine di Corto Maltese, rivista edita da Milano Libri, e proposta al pubblico dalla direttrice Fulvia Serra come una feroce satira dell’edonismo reganiano. E il pubblico e la critica la presero come tale, lodando l’arguzia di Miller. Del resto, Fulvia Serra era stata anche la storica direttrice di Linus, una rivista di fumetti e cultura tradizionalmente a sinistra, e non avrebbe mai pubblicato un fumetto destrorso, giusto? Sbagliato.

il ritorno del cavaliere oscuro frank miller lion recchioni

Quello che Fulvia Serra non aveva capito è che Miller faceva sì una satira dei repubblicani e del governo, ma la faceva da destra, non da sinistra. Miller era non un arguto sagace democratico in vena di scherzare quanto un fascista anarchico, nella tradizione di gente come John Milius o Don Siegel. Il suo Ritorno del Cavaliere Oscuro non ironizzava sul governo Reagan perché iniquo, ottuso e repubblicano. Lo faceva perché invadente, oppressivo e nemico di quello spirito di indipendenza e di liberismo propri della parte migliore (e di quella peggiore) dell’american way. E non è un caso che Miller decida di raffigurare Superman, personaggio creato da due immigrati ebrei ed emigrante pure da lui (da un pianeta vittima dell’olocausto), come un potentissimo servo colluso del sistema, una creatura che vive alla luce del giorno e, per questo, accecata dal sole e incapace di vedere. Tutto il contrario del “dannato” Batman insomma, figlio di un magnate che si è fatto da solo, vigilante solitario e mascherato (al pari di tanti vigilanti mascherati che si facevano veramente giustiza da soli all’epoca dei pionieri americani, tipo il Ku Klux Klan), illuminata creatura della notte in grado di vedere quelle stelle che il sole cela alle creature diurne e, per questo, portatore di verità. Un uomo che non accetta padroni ma che è padrone del proprio destino e, per questo, padrone del destino di quelli più deboli e incosapevoli di lui, gli ignavi. E se ci vedete una pesante lettura massonica in tutto questo, è perché c’è.

Ma parlavamo del fraintendimento. A causa di esso, tutta l’opera successiva di Miller, nel corso degli anni, è stata affrontata dalla critica italiana con sempre più maggiore disagio. La svastica usata come shuriken da Miko in Sin City? Un riferimento colto alla cultura orientale. La poetica nichilista di Marv e Dwight? Un omaggio alle tematiche del genere letterario hard boiled (che, guardacaso, vanta non pochi autori decisamente reazionari, a cominciare da Mike Spillaine che di Miller è stata l’ispirazione principale). La mistificazione della filosofia spartana di 300? Ecco, su quella anche i più veterocomunisti tra i critici entusiasti di Miller hanno barcollato parecchio, crollando definitivamente dopo la pubblicazione di Holy Terror (una versione alternativa di Batman alle prese con Al Qaeda e tutto il mondo islamico in generale) e le recenti dichiarazioni dello scrittore contro il movimento Occupy.

Quindi, siete avvertiti: se questa è la prima volta che vi capita per le mani quest’opera, non caricatela di valenze che non ha. Non è la corriva visione degli anni ’80 di un giovane autore liberal. Se cercate questo, andatevi a leggere American Psycho di Bret Easton Ellis. Non è una profonda riflessione critica sulla figura del vigilante, figlia di un autore cerebrale e pienamente consapevole. Per quello c’è Watchmen. E non è neanche una visione dissacrate del mito del supereroe (se è questo che vi interessa, vi consiglio lo splendido Marshal Law e l’altrettanto bello Brat Pack).

Il Ritorno del Cavaliere Oscuro è un’opera viscerale di un autore incredibilmente dotato, un capolavoro di linguaggio, invenzioni, potenza e intensità. Ed è pure un fumetto reazionario fino al midollo. Se è un problema per voi, lasciate perdere la sua lettura. Ma vi perdereste qualcosa di eccezionale, nonostante tutto.

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*Questo articolo è l’introduzione alla riedizione RW Lion de Il ritorno del Cavaliere Oscuro, di Frank Miller.

Roberto Recchioni è un fumettista italiano, attualmente curatore editoriale di Dylan Dog e co-creatore, assieme ad Emiliano Mammucari, di Orfani per Sergio Bonelli Editore.

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