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‘Saga’, la storia finora

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Sono rare le volte in cui ci capita la fortuna di trovarci di fronte a un classico moderno nell’istante preciso in cui questo costruisce il suo mito numero dopo numero. Proprio per questo vale la pena spenderci qualche parola. Per permettere di capire a chi è salito solo ora su questa sfavillante carrozzone galattico cosa si è perso nei primi numeri – e, perché no, avere una scusa per recuperarli – e per cercare di dedurre cosa ha permesso a questo titolo di spiccare fin da subito tre le migliori produzioni statunitensi.

In attesa della pubblicazione italiana del quarto volume – in arrivo a dicembre per Bao Publishing – trovate qui di seguito il riassunto dei primi tre (con una particolare attenzione all’ultimo albo della serie, il numero 18, a cura di Evil Monkey) e qui un lungo articolo dello stesso Evil Monkey, al quale abbiamo chiesto di spiegare i motivi del successo di Saga e di ipotizzare i possibili sviluppi della storia scritta da Brian K. Vaughan.

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Nel primo volume Bao (episodi 1-6), i due giovani protagonisti devono salvare loro stessi e la bambina appena nata da due opposti schieramenti in lotta. Si tratta della millenaria guerra tra il pianeta Landfall e il suo satellite Wreath, nata da questioni irrisolte così antiche che ormai nessuno più le ricorda. Marko e Alana, come Romeo e Giulietta, appartengono ai due mondi contrapposti e anche loro hanno fatto la loro parte nel conflitto prima di innamorarsi e, conseguentemente, di disertare. Inseguiti da una coppia di cacciatori di taglie, Il Volere e Il Segugio, anch’essi legati da un complicato legame sentimentale, e dal Principe Robot IV, essere semi umano con una televisione al posto della testa, troveranno una misteriosa mappa da interpretare, incontreranno il fantasma di una ragazzina senza gambe di nome Izabel e fuggiranno a bordo di una nave spaziale a forma di albero la cui destinazione può essere stabilita solo “con gentilezza”.

Nel secondo volume (episodi 7-12), facciamo la conoscenza dei genitori di Marko, autotrasportatisi all’interno dell’astronave-albero grazie alla magia. Intanto, attraverso una sequenza di flash back, scopriamo come Marko e Alana si sono conosciuti (lui prigioniero, lei carceriera) e il modo in cui hanno deciso di fuggire. Galeotto è il libro “Fumo di notte”, dello scrittore D. Oswald Heist. Alana resta incantata dalla trama e leggendone alcuni passi al suo bel prigioniero, si rende conto del doppio significato della storia: in realtà, si tratta di un’ode al pacifismo, una storia dal profondo valore anti-militaresco e sovversivo. Intanto, Il Volere viene raggiunto dall’ex fidanzata di Marko, Gwendolyn, decisa a vendicarsi dopo essere stata lasciata. I due si uniscono e salvano da un enorme bordello spaziale chiamato Sextillion una bambina tenuta in stato di schiavitù. Trovano la nave-albero spaziale ma non riescono a fermarla. I nostri scampano al pericolo e poco dopo, il padre di Marko, già gravemente malato, muore per cause naturali. Infine, torniamo a seguire il principe Robot IV, il quale raggiunge la casa dello scrittore D. Oswald Heist, intuendo il suo doppio gioco. All’interno dell’abitazione, sono nascosti Marko, sua madre, Alana e la piccola Hazel.

Il terzo arco narrativo di Saga (episodi 13-18) è sicuramente quello più improntato sulla riflessione. Grazie a un flashback torniamo al momento in cui la nostra famiglia sbarca su Quietus e incontra il famoso Oswald Heist, autore di un testo che letteralmente ossessiona Alana. Seguiranno una serie di interessanti scenette familiari dove le meccaniche tra i personaggi vengono sviscerate in tutta calma. La tensione tra Marko e la sua compagna sale mentre la madre di lui sembra cedere al fascino del vecchio scrittore. Alla stessa maniera Il Volere e Gwendolyn, bloccati su di un misterioso pianeta, sono costretti a venire a patti con il loro passato di amanti. Il Volere decide di abbandonare la missione e viene quasi ucciso da Sophie. Contemporaneamente a tutto questo andiamo a conoscere Uphser e Doff, due giornalisti sulle tracce dei fuggitivi. Gli bastano poche interviste – e una traccia secondo cui Alana sarebbe un agente sotto copertura – per finire incastrati in pericolosi giochi politici che li obbligano al silenzio. Nel mentre tutti gli inseguitori – compreso il Principe Robot IV – si ritrovano su Quietus. Il nobile ha giusto il tempo di una fugace conversazione sulla guerra con Heist prima che succeda l’irreparabile. Klara e Gwendolyn intervengono e scoppia il caos. Il diciassettesimo albo si chiude con il Principe incosciente e il vecchio scrittore morto.

Il diciottesimo albo è un numero cruciale, dove un sacco di faccende vengono a chiudersi e si gettano le fondamenta per il prossimo arco narrativo. Dopo qualche uscita effettivamente un poco statica Vaughan decide di cambiare ritmo: tutti i protagonisti si ritrovano su Quietus e la resa dei conti è ormai inevitabile. Una spirale di eventi drammatici partita dal numero 16 e che ora arriva al culmine. Nuovi frammenti del passato dei nostri protagonisti verranno a galla, qualcuno di dimostrerà più tosto di quello che pensavamo e qualcuno più fragile. Il classico giochetto di cambio di prospettiva a cui gli sceneggiatori statunitensi ci hanno abituato in anni di finali di stagione.

In qualsiasi caso gli autori si dimostrano abili nel comprimere tutta la chiusura di trame portate avanti in un anno e mezzo di pubblicazione in una decina di pagine, mentre dedicano il resto dell’albo a gettare luce su quello che verrà. Un nuovo personaggio entra in gioco in maniera definitiva, e per quanto lo si conosca poco già si capisce come la sua presenza non passerà certo inosservata. Curiose le pagine dedicate ai due reporter, che rimangono – ancora una volta – sospesi in un limbo abbastanza nebuloso.

Stessa cosa per quanto riguarda Alana e Marko. Non abbiamo idea di cosa possa essere il loro prossimo obbiettivo. Dopo diciotto numeri passati a fuggire effettivamente non sappiamo molto di più sui loro piani per il futuro. Questo potrebbe andare a inficiare non poco l’interesse nella serie: per quanto i due protagonisti siano adorabili e – sempre e comunque – ben scritti, l’assenza della percezione di un loro plot a lunga gittata incomincia a pesare. A differenza di ogni altro personaggio superstite, dove invece siamo riusciti a intuire – bene o male – verso che lidi ci si sposterà nei prossimi numeri. Vaughan ha il grosso vizio di lavorare con narrazioni a maglie larghissime, che richiedono un sacco di tempo per arrivare al dunque. Sarebbe infelice se, forte di un successo senza precedenti, la cosa gli abbia preso la mano. Se i primi numeri di Saga erano infatti ottime letture anche prese singolarmente, adesso la stretta continuità narrativa tra un’uscita e l’altra impedisce ogni forma di narrazione verticale.

Sono dubbi destinati a trovare risposte nei prossimi mesi. A questo punto non rimane che attendere il numero 19 e scoprire assieme cosa ci aspetta.

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