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Lo Scaffale di Sergio Ponchione

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Per la nostra rubrica Lo scaffale di…, questa settimana abbiamo chiesto a Sergio Ponchione (autore di Obliquomo e del recente DKW) di raccontarci le sue letture più recenti.

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Sherlock Time, di H.G. Oesterheld & A. Breccia
Un prezioso tassello dell’opera della coppia argentina. Uno Sherlock Holmes dello spazio tempo, la sui singolarità va da cinquant’anni fa fino a oggi (o forse il contrario, visti i salti temporali suoi e di Oesterheld narratore), disegnato da un Breccia già grandissimo ma proprio qui in piena evoluzione. I problemi di reperibilità delle tavole originali penalizzano purtroppo la resa stampata delle tavole, ma neanche poi troppo. I suoi neri stilosi, avvolgenti e claustrofobici non lasciano scampo neanche alla rotative. Vincono loro.

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Da Altrove e altri racconti, di Erik Kriek
Avevo già notato Kriek con The Little Adventures of Andy Royd, un paio di libriccini presi anni fa al festival di Angoulème. Lo ritrovo nella difficile impresa di riraccontare Lovecraft senza risultare stravisto e inutile. Ci riesce benissimo, unendo classicità e passione. Gli ottimi disegni, le chine pastose e i tanti grigi creano una familiare e confortevole atmosfera fifties/EC Comics, ma così ricca, torbida e palpabile che non c’è da stupirsi a sentire per davvero il tremendo puzzo di pesce che aleggia fra le pagine de “La Maschera di Innsmouth”, pezzo forte del libro.

Palumbo-Scotellaro

Uno si distrae al bivio – La crudele scalmana di Rocco Scotellaro, di Giuseppe Palumbo
Il pennello danzante del Giuseppone nazionale invece non si distrae mai e questa ne è l’ennesima prova. Doppia, perchè oltre a cimentarsi con uno dei primi scritti di Scotellaro, tormentato scrittore lucano morto a soli trent’anni, rievoca anche la sua ricerca sull’autore con il ricordo di un pomeriggio d’estate a Tricarico, paese natale di Rocco. Nella sua vita, ardori, amori e angosce che lo bruceranno prima del tempo. “Vivere è appunto illudersi di non morire mai”. Che lo sia anche raccontare?

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Rork, di Andreas
Un personaggio incontrato per caso che mi rapì all’istante. Da tempo ho ripreso a (ri)leggere gli episodi usciti nei ’90 fa sulle pagine de L’Eternauta e continua a stupirmi come allora, se non di più. Andreas Martens è un genio, ogni storia è una perfetta e mirabile architettura dove sceneggiatura, invenzione, montaggio e disegno formano un’armonia magica e inscindibile. Un autore purtroppo poco noto in Italia da cui c’è tanto da imparare. Speriamo che l’annunciata edizione integrale italiana esca e aiuti a ridargli visibilità e attenzione.

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Ghost Rider, di J.M. DeMatteis e AAVV
Da ragazzino, DeMatteis era uno dei miei scrittori di supereroi preferiti. Le sue storie dell’Uomo Ragno, Capitan America e soprattutto dei Difensori avevano qualcosa di particolare che ti rimaneva addosso nel tempo. Un retrogusto adulto, esistenziale e metafisico che riusciva a farti sentire un pò più grande. Nel tempo ho così recuperato diversi suoi vecchi albi inediti in Italia, e quando si rifà sentire la nostalgia per la Marvel (la MIA Marvel, quella a cavallo fra i ’70 e gli ’80), torno un pò ragazzino e me ne leggo uno, in cerca del sapore di quella caramella lontana. E quel gusto c’è ancora. Meno forte di un tempo, ma pur sempre una bella sensazione. Che il suo Ghost Rider porta inossidabile negli anni, per ragazzini e non.

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