HomeRecensioniNovitàSex Criminals: il Bonnie & Clyde in mutande di Fraction e Zdarsky

Sex Criminals: il Bonnie & Clyde in mutande di Fraction e Zdarsky

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Difficile trovare un titolo esplicito come questo Sex Criminals tra tutte le pubblicazioni recenti da parte delle major del fumetto statunitense. E forse anche solo così bizzarro, visto che la trama gravita tutta intorno alla capacità di fermare il tempo, subito dopo l’amplesso, da parte dei due protagonisti. Un particolare dono che sarà sfruttato a dovere dai due, con tutte le conseguenze del caso.

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Per quanto la premessa possa apparire bizzarra e quindi già di per sé gustosa, l’aspetto migliore della serie è lo stridere fra una trama scombiccherata e il realismo spensierato e divertito nei dialoghi (o nei monologhi) dei vari personaggi. Matt Fraction pesca a piene mani dalla sessualità priva di imbarazzi di serie televisive come Girls o Skin e la alleggerisce con le volgarità tardo-adolescenziali di Judd Apatow. Non stupite, dunque, se nei primi numeri le pagine relegate all’attività criminale siano una frazione minima rispetto al racconto della prima masturbazione di Jon, il protagonista maschile. E stupitevi ancora di meno se sarete felici di questa cosa: se da una parte il lato fantastico della vicenda non ha ancora trovato la sua vera direzione, dall’altra gli aspetti da commedia fanno benissimo il loro lavoro. In più di un’occasione ci si stupisce per come gli autori siano riusciti a rendere effettivamente divertenti picchi di volgarità che in altre mani sarebbero diventati attraenti come una barra di uranio impoverito. La pagina di educazione sessuale ambientata nei bagni della scuola ne è un esempio perfetto.

In più di un’occasione si è provato a gettare un ponte tra fumetto autoriale di matrice biografico/realistica e il fantastico d’evasione. L’espediente più abusato è l’incursione di alcuni elementi fantastici in un contesto che dovrebbe essere quotidiano: basti fare esempi lontani come Essex County di Jeff Lemire o Yeti di Alessandro Tota. In questi casi il rischio maggiore è quello della supponenza, ovvero il voler trattare con piglio d’artista una materia che ha sempre dato grandi risultati tra le mani di artigiani, magari meno sofisticati ma sicuramente altrettanto (se non più) incisivi. Con Sex Criminals il pericolo di incappare in una di queste sgradevoli circostanze è annullato proprio dall’essenza della serie stessa: non abbiamo il fantastico come sognante metafora di eventi quotidiani, piuttosto l’elemento di genere è la base su cui inserire una robusta scorza di quotidiano. Reso ancora più riconoscibile dal contrasto determinato dal contesto in cui viene inserito. Le peregrinazioni sessuali dei due protagonisti potrebbero benissimo essere sovrapponibili a quelle di uno qualsiasi dei lettori di questa serie. Dono di bloccare il tempo escluso, naturalmente.

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Il risultato è una serie leggera e divertente, assolutamente non per tutti ma che punta anche a un pubblico differente rispetto a quello delle fumetterie. L’evento di lancio organizzato in un club privato, le copertine elegantissime (ormai quasi una prassi, in casa Image) e le tavole di Chip Zdarsky – sospeso tra illustrazione retro’ e cartoon – parlano chiaro. Tutti elementi che potrebbero trasformare questo Sex Criminals in un piccolo caso. Bisognerà vedere come si evolvono le cose, se il lato esistenziale della vicenda andrà a sposarsi in maniera frizzante con gli sviluppi della dimensione più di genere. L’idea di avere tra le mani l’epopea di due Bonnie & Clyde in mutande, impegnati a scambiarsi confessioni sulle proprie pratiche onanistiche durante l’ennesima rapina, non è affatto male.

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