Luca Conca è un solido pittore: basta dare un’occhiata ai landscape o ai silenziosi ritratti per accorgersi della profonda intimità con il colore e la materia. Eppure, nella sua incursione nella nona arte ha scelto il bianco e nero. Una scelta che non fa rimpiangere il colore, anzi: il tratto nervoso, a volte abbozzato e frenetico, dei pennini restituisce con forza un dinamismo che molto spesso manca alla maggior parte dei fumettisti dal tratto “realista”.
Nel Buio – seconda e conclusiva parte della corsa nell’oscurità incominciata con L’urlo un anno fa, in lizza anche per il Gran Guinigi come migliore storia breve – riprende le fila del discorso da dove il capitolo precedente si era interrotto, con un flashback che aggiunge indizi e tasselli, ma lasciando ancora ampio spazio al non detto. È questo il merito dell’opera di Luca Conca: immergere il lettore in uno scenario da incubo, senza troppe spiegazioni. Il lettore ne sa tanto quanto il malcapitato di turno. Entrambi sono inghiottiti nelle atmosfere plumbee di questo spietato racconto horror.
Parlare dell’esile trama è, invece, inutile: la forza del fumetto di Conca è tutto nella sapiente regia, e nei suoi scarti improvvisi e cinetici. La natura e gli ambienti osservano la caccia in silenzio, mentre il battito del cuore del protagonista detta il ritmo di lettura: le pagine scorrono velocemente e solo in un secondo tempo ci si ritorna su per gustare i dettagli e le scelte stilistiche: solo quando si è consumato quel sentimento di crescente angoscia che accompagna il volume. Il vuoto di senso – le reiterate domande senza risposta degli ostaggi – domina l’opera di Conca: un sentimento che l’horror a fumetti, intrappolato tra cliché e letture user friendly piene di tempi morti e didascaliche cadute, sembra aver ormai smarrito.
L’orrore, etimologicamente connesso alla ruvidità, è quasi sempre, invece, consegnato ad una comodità di genere. Non a caso, Conca sembra giocare anche con pellicole moderne e di culto citando pedissequamente il mostro della coreana The Host. Ma, la sua citazione strappa da un congegno narrativo classico un elemento che viene inserito in un contesto in cui diviene strumento di un estremo e incondizionato sadismo.
L’urlo e Nel Buio parlano dell’imprevedibilità e della contingenza con cui l’orrore fa irruzione – con estrema e ironica casualità – nella vita di tutti i giorni.
Nel Buio
di Luca Conca
Passenger Press, 2013
48 pagine , € 10