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In Batman v Superman ci guadagna la Marvel [Recensione-Spoiler]

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La recitazione di Affleck è la cosa migliore del film. È una frase che pensavo non avrei mai scritto, ma è la pura verità. Ovviamente parlo di Batman v Superman: Dawn of Justice, uscito nelle sale il 23 marzo, il secondo capitolo della saga dedicata a Superman, e trampolino di lancio del DC Extended Universe, l’universo narrativo cinematografico dei supereroi DC, che vorrebbe tanto far concorrenza a quello Marvel.

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Partiamo dall’unica certezza: Ben Affleck e il suo Batman, il “Sad Batman” tanto preso di mira e vituperato al momento dell’annuncio. Affleck, con la sua espressione da Affleck, costantemente accigliata, l’aria cupa, lo sguardo corrucciato, interpreta un credibilissimo Batman accigliato, cupo e corrucciato, diverso da quelli visti in scena fino ad ora, ma anche un Bruce Wayne rancoroso o, se l’occasione lo impone, con l’aria da playboy annoiato. Il Batman più maturo visto sullo schermo, massiccio, con le movenze del protagonista dei videogiochi della Rocksteady.

(Certo, c’è il piccolissimo problema che Bruce, che ha perso i genitori ammazzati a pistolettate e da allora odia le armi da fuoco, non esiti a smitragliare i cattivoni dal suo Batplano. Problemi da nerd? Oppure qualcosa di più grave come prendere uno degli aspetti fondanti di un personaggio e buttarlo dalla finestra? Come se in un film su Spider-Man il rimorso per la morte dello zio passasse in secondo piano dopo 10 minuti dalla sua morte…)

Ben Affleck un ottimo Batman… Sorprendente? Forse non molto, visto che il resto della pellicola fa acqua da tutte le parti.

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Pubblicato da Batman v Superman su Venerdì 19 febbraio 2016

La prima cosa disastrosa del film è il trailer. È uno dei fastidiosi casi in cui dall’ultimo trailer si capisce tutto quello che succederà: Bat vuole menare Supes, Luthor spinge Supes a menare Bat, si menano, diventano amici e combattono il mostro cattivo insieme a Wonder Woman. L’unico spoiler che non è direttamente presente nel trailer è il finale del film, ma per chi ha un briciolo di conoscenza di fumetto USA basta vedere Doomsday per sapere ciò che accadrà.

Questo è quanto il trailer dice e, in estrema sintesi, la trama. Non ha senso aspettarsi di più, perché non lo si troverà.

L’aspetto sul quale la promozione ha calcato maggiormente la mano, ad esempio, risulta poco sviluppato, ovvero il discorso intorno all’umanità o alla divinità di Superman. Il film abbonda di scene messianiche di Henry Cavill che discende dal cielo incontro a popoli che gli tendono le mani e di personaggi che si domandano se il kryptoniano vada trattato come un uomo o un dio e se è dalla parte della Terra o meno, ma in nessun momento il film scende in profondità nell’aspetto. Rimane solo un dialogo tra Lois e Clark, pieno di dubbi sul suo operato, che sa tanto di già visto in Man of Steel.

La divinità di Superman sembra solo un modo per mostrare l’umanità di Batman, piuttosto che un tema da indagare. Combattendo contro Zod, Superman ha causato la morte di migliaia di persone, ma la cosa sembra non turbarlo più di tanto. Perché? Ha superato la cosa? La nasconde? Non se ne è nemmeno reso conto? È giusto osannarlo come un eroe o bisogna combatterlo? Domande che il film pone ma che non trovano alcuna risposta. Rimangono sospese per tre quarti del film, per poi venire accantonate nel momento in cui iniziano ad esplodere le cose, abbandonate in favore di altro.

In primo piano ci sono infatti i tentativi di mettere le basi per un universo narrativo che faccia concorrenza al Marvel Cinematic Universe. Ci provano mettendo carne su carne al fuoco. Troppa.

batman v superman

Ovviamente bisogna introdurre (ancora una volta) Batman, con gli immancabili flashback (ripetuti!) della morte dei genitori e della caduta del giovane Bruce nel pozzo con i pipistrelli. Almeno il Pipistrello è in attività da vent’anni, e questo ci risparmia i flashback con gli allenamenti e gli scontri con la polizia. Scelta molto intelligente, quella di dare come noto un personaggio giunto alla terza vita cinematografica in meno di 30 anni. Peccato che per Clark Kent l’esistenza di Batman sia una novità (!), tanto che decide dal nulla di indagare su di lui come se fosse comparso per la prima volta. I casi sono due: o a Smallville non arrivavano i giornali, oppure uno sceneggiatore si è perso un passaggio.

Già nel trailer si vede che i due supereroi da nemici diventeranno alleati (un primo passo verso la fondazione della futura JLA). Così, di punto in bianco, tutte quelle fastidiose domande su Superman, su cui si basava il film, vengono spazzate via grazie a mamma Kent (non vi dico dove, non vi dico quando. È una scena talmente ridicola che ve ne accorgerete). L’odio di Batman, mai chiaramente motivato, sfuma improvvisamente, senza giustificazione.

Batman v Superman introduce anche Wonder Woman, interpretata da una Gal Gadot vestita più come Xeena che come l’eroina creata da William Moulton Marston, mostrandola prima mentre si introduce nei party dell’alta società, poi mentre interviene al fianco di Batman e Superman contro Doomsday. In fin dei conti, la sua presenza è completamente superflua e serve solo per mostrare che, dietro i due big, la DC ha pronti tanti altri personaggi da lanciare al cinema, come Aquaman, Flash e Cyborg, premiati con un cameo altrettanto inutile di 5 secondi ciascuno. Oppure come Darkseid, la probabile minaccia incombente per combattere la quale si unirà la Justice League, protagonista occulto degli incubi di Bruce Wayne e, forse, la parte più pesante, posticcia e insopportabile del film.

BATMAN V SUPERMAN

Il difetto maggiore di Batman v Superman è l’affastellamento di scene che costituiscono la trama. Ci si potrebbe aspettare un climax nella narrazione, il montare dell’ostilità tra i due eroi che sfocia nelle botte e si scioglie con l’apparizione del Doomsday incomodo. E invece no. Snyder e gli sceneggiatori Chris Terrio e David S. Goyer invece accumulano nella prima ora e mezza di film decine di scene brevissime, saltando da un personaggio all’alto, cercando di tenere sempre altissima la tensione emotiva. Lo spettatore è sparato così a mille all’ora su un razzo dagli stadi infiniti, una sensazione sfiancante che fa vivere il film in apnea e in perenne stato d’ansia. Non ci sono pause, non c’è crescendo, nemmeno un saliscendi emotivo. Solo una raffica di scene lunga un’ora e mezza fino al tanto agognato scontro e all’interminabile finale.

Cosa resta del fumetto nel film di Snyder? Molto, molto poco.

Il grande omaggio a Dark Knight Returns di Frank Miller – che i fan si aspettavano – si riduce all’armatura indossata da Batman e all’idea dello scontro tra i due eroi, causato però da motivi diversissimi, anzi praticamente opposti: nell’opera di Miller, Batman era fuori controllo e Superman, da bravo soldato, aveva l’incarico di fermarlo. In Batman v Superman, al contrario, è Batman a voler fermare Superman, troppo pericoloso per essere lasciato libero di fare il Dio. Più puntuale la citazione della saga La morte di Superman, chiara fin dal trailer, come si accennava prima, da cui Zack “Fotocopia” Snyder riprende anche alcune inquadrature.

Per il resto, il film è molto infedele alla sua fonte di ispirazione, soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi. Batman spara e uccide e anche Superman non si fa scrupoli al riguardo. Anche Lex Luthor, interpretato da Jesse Eisenberg, si discosta moltissimo dal personaggio dei fumetti, rappresentato come uno psicopatico geniale e pieno di soldi, che vuole annientare Superman senza che ne sia ben chiaro il motivo.

Scrivendo e girando Batman v Superman, Snyder e i suoi hanno cercato di inserire troppi contenuti in due ore e mezzo di film, senza amalgamarli, senza lasciare allo spettatore il tempo di respirare, imbastendo una trama seriosa e zoppicante al tempo stesso.

Se questo è il primo vero tassello del DC Extended Universe, nei prossimi anni la Marvel continuerà ad avere vita facile.

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