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Chi era Alvin Buenaventura, animatore del fumetto indipendente americano, morto a 39 anni

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Alvin Buenaventura, uno dei principali animatori del fumetto indipendente americano dell’ultimo ventennio, è stato trovato senza vita la scorsa settimana nella sua casa di Oakland. Aveva 39 anni. La causa del decesso non è chiara e, al momento, è in corso un’indagine.

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Appassionato, studioso, editor ed editore di fumetti, Buenaventura era nato il 26 marzo del 1976. Studiò a San Diego, dove, durante una Comic-Con, conobbe Daniel Clowes. Tra i due nacque una grande amicizia che portò Buenaventura a supervisionare da vicino molti aspetti del lavoro dell’autore. In questi giorni Clowes ha voluto ricordarlo con uno scritto che comincia così:

Subito dopo i miei famigliari, Alvin Buenaventura era la persona più importante della mia vita. Per me, tra molte altre cose, era un rappresentante d’arte, un assistente alla produzione, un archivista, un biografo, un sostenitore instancabile, un ufficio stampa, un consulente tecnico, un risolutore di problemi; ma al di là di quello, lui era un mio caro e amato amico. Una presenza costante ed essenziale ogni giorno della mia vita.

A San Diego, durante gli studi superiori, Buenaventura lavorò presso Brighton Press, una piccola casa editrice dedita a stampare libri d’arte e tirature limitate, dove imparò molto sulla lavorazione dei libri, sui tipi diversi tipi di carta e sulle tecniche di stampa. Una volta trasferitosi a Oakland, quell’esperienza gli permise, nel 2003, di fondare la Buenaventura Press, in cui riversò la propria passione per il fumetto alternativo realizzando pregiate stampe di autori come Chris Ware, Gary Panter, Ron Regé, Jr., Marc Bell e Sammy Harkham.

Dal 2005 cominciò a pubblicare raccolte di fumetti autoprodotti da autori emergenti come Vanessa Davis e sketcbook e porfolii di autori già affermati come Adrian Tomine. La cura e la devozione che riversava nel suo lavoro lo portò a editare e pubblicare magazine e antologie. Tra le edizioni più importanti vanno ricordati gli ultimi due numeri del magazine di critica e approfondimento Comic Art, e i numeri 6 e 7 dell’antologia di fumetto alternativo Kramers Ergot, curata da Sammy Harkham. In particolare, il settimo numero di Kramers Ergot, pubblicato nel 2008, fece molto parlare di sé, sia per la qualità delle storie presenti, sia – e soprattutto – per l’inusuale design del prodotto: un volume ricercato dalle dimensioni enormi di 53×40 cm.

Alvin buenaventura con una copia di Kramers Ergot #7
Alvin buenaventura con una copia di ‘Kramers Ergot’ #7

Dal 2007 cominciò a pubblicare anche materiale originale di singoli autori, tra cui Comic Book Holocaust e Klassic Komix Klub di Johnny Ryan, Hunter and Painter di Tom Gauld, Destined for Dizziness e The Neighborhood di Souther Salazar e I Want You #1 di Lisa Hanawalt. Inoltre, nel 2009, raccolse in volume l’intero ciclo di storie del Jack Survives di Jack Moriarty, apparse in precedenza a puntate su Raw di Art Spiegelman e Fraçoise Mouly. 

Nel 2009 Buenavetura cominciò a curare e selezionare una varietà di strisce per la rubrica ‘Comics’ del magazine The Believer, rivista culturale e letteraria fondata dallo scrittore Dave Eggers.

Nel 2010, a causa di alcuni problemi finanziari mai del tutto spiegati, la Buenaventura Press chiuse. Da li a pochi mesi nacque la Pigeon Press, con cui Buenaventura pubblicò fumetti di Matt Furie, Lisa HanawaltNick Maandag e Simon Hanselmann. Accanto a questa produzione di albi, Pigeon Press realizzò anche sketcbook (tra questi ne ricordiamo uno di Charles Burns) e incominciò a vendere tavole originali.

Contemporaneamente al suo lavoro di editore, Buenaventurà si dedicò a curare ed editare diverse pubblicazioni sui fumetti. Tra queste ci sono The Art of Daniel Clowes: Modern Cartoonist (2012) e The Daniel Clowes Reader (2013) entrambe assieme all’amico Ken Parille. L’ultimo progetto pubblicato da Pigeon Press è Sir Alfred # 3, di Tim Hensley, uscito proprio in questi giorni.

Da sinistra verso destra: Robert Crumb, Chris Ware, Daniel Clowes, Adrian Tomine e Alvin Buenaventura, in una foto scatta in Francia nel 2009
Da sinistra verso destra: Robert Crumb, Chris Ware, Daniel Clowes, Adrian Tomine e Alvin Buenaventura, in una foto scatta in Francia nel 2009

La morte di Alvin Buenaventura lascia un grande vuoto attorno al mondo del fumetto indipendente americano. In questi giorni diversi autori hanno espresso parole di cordoglio, ricordando l’importanza del suo lavoro. Chris Ware, in un commento al necrologio pubblicato dal The Comics Journal ha ricordato Buenaventura con questa parole:

Alvin era un editore di fumetti dal temperamento più simile a quello di un autore, che a un editore: timido, pieno di dubbi interiori e talvolta depresso, ma sempre generoso e, specialmente nelle sue note, molto entusiasta, se non proprio incredibilmente esuberante; era uno che soffriva nel privato, ma cercava sempre di rallegrare le vite altrui. Portò all’attenzione dei lettori artisti interessanti, sperimentali e insoliti, e cambiò in meglio la vita di più fumettisti di quanti si possa immaginare.

Non conosco un artista della mia generazione a cui non sia capitato, a un certo punto, di ricevere un pacco di libri e oggetti rari da Alvin, solo perché lui pensava che gli sarebbero potuti piacere, inviati solo con una nota dimessa che diceva “sto pulendo casa” o “sto sistemando la mia collezione”, anche se in realtà poi si trattava di materiale raro – lo sapevamo – ottenuto con grande sforzo e sacrificio. Il fatto che non abbia potuto gestire i problemi di salute o i problemi interiori rappresenta una grave perdita per noi, specialmente considerando quanto le cose stessero andando bene per lui ultimamente.

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