Una passione enogastronomica dei nostri tempi, in crescita anno dopo anno (e anche, va detto, tra i collaboratori di Fumettologica) è quella per la birra artigianale, come ha descritto il Rapporto di Unionbirrai presentato a Expo 2015 poche settimane fa. Proprio in questi giorni, peraltro, si svolge la Milano Beer Week, seconda edizione di una manifestazione che riunisce una trentina di pub specializzati in birra artigianale in una settimana di eventi a tema, che vanno dalle degustazioni ai concorsi per homebrewers (chi si fa la birra in casa), alle cotte aperte o alle serate in compagnia di importanti birrai italiani e stranieri, primo tra tutti Jean Van Roy della celebre – almeno per gli appassionati – Brasserie Cantillon di Bruxelles.
Come è inevitabile che sia, un fenomeno di questa portata non poteva non coinvolgere anche il fumetto. Negli Stati Uniti, infatti, è da poco uscito un volume dedicato alla storia della bevanda, dall’originale titolo (si fa per dire) di The Comic Book Story of Beer: The World’s Favorite Beverage from 7000 BC to Today’s Craft Brewing Revolution, realizzato con la consulenza tecnica di Mike Smith, capo birraio del Back East Brewing Company. Potete gustarvi il book trailer qua sotto:
Nel fumetto in questione – che sta ricevendo una vasta attenzione da parte dei media – gli autori raccontano l’evoluzione della birra dalle sue origini ad oggi, ovvero da quando era una specie di zuppa fermentata (probabilmente un po’ per caso) sotto il naso degli uomini del Neolitico, fino al recente boom mondiale dei cosiddetti microbirrifici.
A dire il vero, la pubblicazione statunitense è uno dei non molti esempi di fumetti che danno risalto alla birra come tema narrativo principale. Infatti, nonostante celebri icone fumettistiche un po’ a tutte le latitudini – da Tex a Andy Capp – ne bevano spesso e volentieri, la birra non è mai diventata un elemento cardine delle loro storie, né è stata caratterizzata in modi che vadano oltre la presenza di qualche boccale con il cappello di schiuma. Qualche caso di maggior protagonismo della birra, nella storia del fumetto, naturalmente si è visto. Per esempio in alcune storielle del maestro tedesco Wilhelm Busch (ripagato poi dal destino con questa); oppure con il personaggio di Mother Milk in The Boys dell’irlandese Garth Ennis, che sorseggia solo bottiglie dell’Anchor di San Francisco, per darsi un tono. La presenza della birra nei comics è arrivata persino a destare ‘scandalo’, come nel celebre caso della copertina di Action Comics #869, in cui Superman stringeva una bottiglia di birra… almeno finché l’editore DC Comics non decise di ritirare quell’albo in tutta fretta, ritoccando l’etichetta per trasformare la birra in una più ‘innocua’ bibita gassata. Ma nonostante quelli elencati, gli esempi di un ruolo chiave della birra nel fumetto erano e restano limitati.
Tuttavia, una eccezione a questo panorama internazionale desolantemente poco birròfilo esiste. E questo grazie al fatto che esiste un luogo in cui sia il fumetto che la birra sono di casa – direi di più, quasi una religione. Si tratta del paese con il maggior numero di birrifici per abitante e, probabilmente, con la più alta concentrazione di fumettisti: il Belgio. In effetti la tradizione fumettistica belga è enorme e molto varia; allo stesso modo quella birraia, che tra monasteri, brasserie secolari e piccoli birrifici produce migliaia di prodotti diversi, di decine e decine di generi. E così, lambic, birre d’abbazia, trappiste, saison, dubbel, trippel, strong ale, entrano con naturalezza nell’immaginario di numerosi e fortunati fumetti. La birra, nel fumetto, è perciò un ingrediente soprattutto franco-belga. E per onorare questo matrimonio perfetto, abbiamo quindi selezionato 8 scene birraie memorabili tratte da altrettante bande dessinées. «Santé!».
1 – Ric Roland a Cantillon
O le si ama o le si odia: non esiste una terza via per le lambic. Sono birre a fermentazione spontanea, fermentate quindi con lieviti liberi dell’aria invece che con ceppi selezionati dai birrai, prodotte unicamente nel Pajottenland, hinterland sud ovest di Bruxelles, e nella valle della Senna. Aspre, asperrime in alcuni casi, vengono imbottigliate miscelando annate diverse (le geuze), zuccherate (faro) o aromatizzate con frutta, tipicamente lamponi o ciliegie.
Allo stesso modo il tratto di Tibet, disegnatore di Ric Roland, divide i lettori di BD: troppo rigido per alcuni, il migliore autore ligne claire per altri. In Ric Roland contro Sherlock il giornalista di Duchateau e Tibet si trova a brindare proprio nel noto birrificio di Cantillon. Per poi scoprire, immerso in un tino di maturazione, invece delle ciliegie, un cadavere…
2 – Il barista di Bruxelles
Dalla penna di Raul Cauvin, sceneggiatore del longseller Les Tunique Bleues, nel 1986 è nato Poje, gestore di un tipico locale nella capitale belga. Nonostante le bottiglie che capeggiano alle spalle del bancone, l’unica bevanda bevuta nel suo bar è la birra, di qualsiasi gusto e colore. A Bruxelles, infatti, si incontrano le tradizioni fiamminga e francofona, e Poje (fiammingo) e sua moglie Micheline (vallona) ne sono l’esempio perfetto. Tocco di realismo in più in una serie umoristica, Cauvin non si fa scrupoli a citare marche reali, tra le più diffuse in Belgio.
3 – Una birra per Urbanus
In Italia il fumetto fiammingo è poco noto, ma nel nord del Belgio un personaggio come Urbanus di Willy Linthout è famosissimo. È la fumettizzazione di un comico, e ne racconta le avventure di gioventù, finte, in una cittadina reale.
Cesar è il padre del protagonista e va ben oltre la figura dell’ubriacone che non si stacca mai dalla bottiglia: arriva addirittura a nutrire il figlio con birra riscaldata invece che con minestra! Come non dedicargli allora una birra? È nata così la Cesar Tripel, una classica birra belga bionda e alcolica, adatta a soddisfare l’alcolismo del personaggio.
4 – I maestri dell’orzo
Il titolo dice tutto: la saga di famiglia creata da Jean Van hamme e Francis Vallès è il miglior esempio di fumetto franco-belga sulla birra. Tutto inizia quando il capostipite, Charles Steenfort, rinuncia ai voti monastici per inseguire l’amore e il sogno di diventare un grande birraio, aiutato dal lievito coltivato dai monaci sottratto in monastero. È la nascita di un impero, che diventerà col tempo una delle più grandi industrie birraie d’Europa.
Un destino simile è quello delle birre d’abbazia belghe che troviamo anche nei nostri supermercati, spesso basate su ricette monastiche o ispirate a esse, ma che di tonache non hanno mai visto nemmeno l’ombra.
5 – Scure d’Irlanda
Jean Graton, creatore di Michel Vaillant, ha fatto dell’attenzione al dettaglio il suo marchio di fabbrica. Se doveva disegnare il tachimetro di un auto in corsa, si informava dagli amici piloti sulla velocità che avrebbe dovuto segnare in un dato momento; se doveva disegnare uno scorcio di autodromo, stava attento a riprodurre i cartelli pubblicitari effettivamente presenti.
Quando in “Irish Coffee” il padre di Michel, Henri Vaillant, entra in un pub irlandese, anche se di invenzione, Graton lo riempie di tutte quelle cose che possano renderlo realistico: irlandesi col bicchiere in mano e insegne di birra. Abituato a riempire i suoi fumetti di scritte Marlboro e Pirelli, non si tira indietro dal mostrarci cosa stanno bevendo i signori. I cartelli indicano chiaramente Harp e Guinness, ma le pinte degli avventori parlano chiaro: la seconda, la nera di Dublino, bevanda nazionale, è la preferita.
6 – Alcolista baffuto
Un altro personaggio che ha nella passione per la birra la sua caratteristica principale è il padre di Achille Talon, il redattore della rivista (immaginaria) Polite, creato da Greg sulle pagine della rivista (reale) Pilote. “Moustachu éthylique”, come lo descrive la voce Wikipedia francese, in quasi tutte le vignette in cui compare ha in mano un boccale pieno o una bottiglia, e le poche volte che non ne stringe una è al bancone del bar, in attesa di ordinarla. Il suo stesso nome suggerisce già la passione per l’alcol, anche se più per i distillati che per le bionde: Alambic Dieudonné Corydon Talon.
7 – L’arma segreta dei rugbisti
“Dio ha inventato la birra per impedire agli avanti di conquistare il mondo”. Gli avanti sono i giocatori di mischia della squadra di rugby, quelli più grossi. L’unica loro debolezza è la birra, “l’integratore al luppolo”, come è stato anche nominato dal commentatore Vittorio Munari, che tracannano a litri durante il terzo tempo. Inevitabile che la birra sia quindi parte integrante di Les Rugbymen di Beka e Poupard, fumetto interessato soprattutto a ciò che succede fuori dal campo…
8 – Cervogia tiepida
Le birre inglesi tradizionali, come le bitter e le pale ale, non vanno bevute troppo fredde. La loro temperatura perfetta di degustazione è 12-14 °C, da cantina, non fredde ma nemmeno a temperatura ambiente.
Questa cosa evidentemente non piaceva a René Goscinny, abituato probabilmente alle 1664 ghiacciate, che in Asterix e i Britanni esaspera la cosa e costruisce un tormentone intorno alla cervogia tiepida: “Bevi la cervogia, si sta raffreddando”. Secondo lui gli inglesi scaldano apposta la birra per berla calda. Ma Goscinny era francese, e si sa: i francesi non capiscono nulla di birra…