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Cosa vuol dire essere Batman oggi, tra abusi della polizia, razzismo e gentrificazione

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Agli inizi di settembre DC Comics ha pubblicato negli Stati Uniti Batman #44. Un’uscita come un’altra nella serialità della testata a cui, però, hanno prestato particolare attenzione diverse riviste statunitensi, specializzate (CBR, Bleeding Cool) e non (Rolling Stones). L’episodio contenuto nell’albo s’intitola A Simple Case. Un caso apparentemente semplice per il supereroe, che sotto sotto, invece, si è distinto per le tematiche di attualità che ha saputo toccare e interpretatre.

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La storia, scritta da Scott Snyder e Brian Azzarello e disegnata da Jock, è ambientata nel passato e racconta l’investigazione di Batman sull’omicidio di un giovane di colore da parte di un poliziotto. L’evento lo condurrà a interrogarsi sul proprio ruolo indiretto nella morte del ragazzo, conseguenza ultima della decisione di Bruce Wayne di riqualificare il quartiere popolare di Gotham City noto come The Narrows – un’idea sviluppata in Batman Begins da Christopher Nolan e poi trasposta nei fumetti della linea editoriale post-New 52.

«L’albo è una tesi su cosa significhi essere Batman oggi» ha dichiarato Snyder al Guardian. Il fulcro della storia: la scena del quindicenne incappucciato Peter Duggio, ferito mortalmente al ventre dall’agente di polizia Ned Howler, riecheggia i casi di Ferguson e quelli di Trayvon Martin, Michael Brown o Eric Garner, giovani neri uccisi da poliziotti bianchi. In una situazione del genere, Batman non può seguire le sue regole e si ritrova a ponderare su cosa sarebbe giusto fare per rendere giustizia.

«Sarebbe gratificante vederlo picchiare o sbattere in galera il poliziotto, ma non sarebbe la soluzione dei problemi. Abbiamo cercato di chiarire il fatto che Batman è un simbolo che deve ispirare, non un simbolo di punizione o vendetta. Bruce inizia a vedere i limiti di un metodo che pensava funzionasse: trovare un criminale, renderlo un esempio, sbatterlo in galera. Qui i problemi sono meno diretti, molto più complessi. Batman sta imparando che non può risolvere i problemi come faceva prima», ha detto Snyder. «Deve capire come la gente affronta la vita tutti i giorni e poi mostrare loro come sbrogliare a piccoli passi problemi che sembrano insormontabili».

Come gli altri mezzi artistici, il fumetto è spinto a confrontarsi con la questione razziale, tanto nei contenuti quanto nel coinvolgimento di autori etnicamente diversi. Nel frattempo, la critica plaude all’atipicità dell’operazione e all’immissione di realismo in un genere che mai come prima sta cercando di muoversi alla stessa velocità del mondo che lo circonda. Elana Levin, autrice di Graphic Policy, sito che analizza la politica all’interno dei fumetti, ha scritto che nessun comic book generalista aveva mai rappresentato una brutalità poliziesca legittimata all’interno di un contesto sociale. Un argomento ben diverso rispetto al caso del singolo agente corrotto, una chiave narrativa comune a molte altre storie. «Il lettore si fa un’idea della complessità di un problema che Batman tenta di risolvere con l’investigazione e Bruce Wayne con la beneficenza».

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A Simple Case tratta di problematiche razziali, brutalità della polizia e gentrificazione, ormai argomento popolare tra gli eroi urbani. Un tema, quest’ultimo, che lo sceneggiatore Brian Azzarello si è detto interessato ad approfondire. «Da un lato, sì, stai ripulendo questa zona rendendola vivibile per le persone. Ma non ci si cura effettivamente delle persone».

L’autore ha osservato gli effetti del rinnovamento urbanistico nella sua Chicago, dove i nuovi progetti per la zona di case popolari Cabrini-Green ha lasciato i cittadini «dispersi per la città, senza radici e senza scelta. Perché non avevano soldi e senza soldi non si ha voce. Il fumetto parla di questo». Non è la prima volta che succede: la zona Cabrini-Green era stata messa in discussione da Frank Miller nella serie di Martha Washington. Proprio con Miller, Azzarello ha scritto Dark Knight III, un lavoro che, secondo l’autore, riprenderà alcuni dei temi presenti in Batman # 44.

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