Pur privo di un grande corpo di storie memorabili, Ant-Man è un personaggio su cui si sono affastellati traumi psicologici, complessi di inferiorità, sensi di colpa, violenze domestiche e schizofrenie. Se questo gran parlare del nuovo film Marvel Ant-Man (qui una recensione spoiler-free) vi ha incuriosito o se semplicemente volete sapere di più sulle differenze tra film e fumetti, vi proponiamo la parabola dell’eroe, le storie cruciali e le risposte ai vostri dubbi. Gran parte dei fumetti citati nell’articolo sono stati raccolti da Panini Comics nel volume Io sono Ant-Man.
Hank Pym, l’Ant-Man originale
Henry “Hank” Pym debutta nel gennaio 1962 su Tales to Astonish # 27 con la storia The Man in the Ant Hill (soggetto di Stan Lee, sceneggiatura di Larry Lieber e matite di Jack Kirby). È un brillante biochimico che scopre gli elementi subatomici soprannominati “particelle Pym”: con queste crea una formula per alterare le dimensioni del fisico umano. Sperimenta il siero su di lui, rimpicciolisce e finisce preda degli insetti. L’esperienza lo spinge a studiare le formiche e costruire un elmetto che gli permetta di comunicare con loro e controllarle.
In seguito viene rivelato il vero motivo per cui Pym aveva elaborato il siero. Come per tutte le origini degli eroi di quel periodo, le motivazioni che spingono Pym a indossare il costume sono tese a respingere la minaccia comunista (battere l’Unione Sovietica nella corsa tecnologica era stata una prerogativa anche dei Fantastici Quattro). Hank era sposato con la prigioniera politica ungherese Maria Trovaya. I due avevano deciso di passare la luna di miele nel paese natale di Maria, credendo che la cittadinanza statunitense la potesse proteggere da eventuali ritorsioni. Ciò non era avvenuto e la donna era stata catturata e poi uccisa. Pym aveva accusato il colpo, ma si era ricordato le parole d’incoraggiamento della moglie e aveva deciso di lottare per le ingiustizie del mondo.
Contattato dal dottor Vernon van Dyne per potenziare un macchinario in grado di comunicare con altri pianeti, fa la conoscenza di Janet van Dyne, figlia di Vernon incredibilmente simile alla sua prima moglie. Rifiuta l’offerta di van Dyne, che nel frattempo è ucciso dall’alieno Pilai. Ma Janet, decisa a vendicare il padre, chiede aiuto a Hank, il quale utilizza le particelle Pym per donarle un paio di ali e antenne che appaiono soltanto quando è ridotta alle dimensioni di una vespa. Insieme sconfiggono Pilai, fondano i Vendicatori e diventano una coppia anche nella vita privata. In seguito Hank inventa la formula che lo tramuta in un gigante, cambiando nome in Giant-Man. Crea il robot Ultron (personaggio con una storia editoriale tutta sua che potete approfondire qui), esce e rientra nei Vendicatori, con un terzo alias, Golia.
Il Calabrone
La fase cruciale nella sua storia editoriale, quella con le avventure migliori, avviene quando, tormentato dal desiderio di sposare Janet, inala dei gas che lo portano alla pazzia; con una nuova personalità, sbruffona e sicura di sè, Pym inventa una nuova identità, il Calabrone, affermando di aver ucciso il vero Pym. Chiede la mano di Janet, che asseconda l’uomo per paura di procurargli ulteriori traumi. Il matrimonio viene interrotto da Ringmaster e il Circo del Crimine: lo shock nel vedere Janet in pericolo fa rinsavire Pym, che continua però ad avere crolli morali per un senso di inferiorità e colpa verso i compagni e la moglie stessa, diventata nel frattempo milionaria grazie alla sua linea di moda.
Nella storia Corte marziale, Calabrone è sotto accusa per il comportamento tenuto nella precedente avventura, quando aveva attaccato alle spalle un’avversaria dei Vendicatori che si stava per arrendere, innescando un’ulteriore lotta che avrebbe potuto fare vittime innocenti. Il gruppo non può soprassedere e decide che Pym venga giudicato da una corte marziale formata da Capitan America, Iron Man e Thor. Sotto pressione e instabile, Pym mette a punto Salvezza I, un robot che avrebbe dovuto attaccare gli Avengers durante la sentenza e che lui avrebbe sgominato guadagnandosi di nuovo la fiducia dei colleghi. Janet scopre il piano del marito e tenta di dissuaderlo, ma Hank non vuole sentire ragioni e le cala sul viso una poderosa cinquina.
È un momento spartiacque nella narrazione del personaggio che non solo catalizza tutte le ansie e i difetti di Hank ma aggiunge il carico da 11 della violenza domestica. Jim Shooter ha raccontato che dietro alla scena c’è stato in realtà un errore del disegnatore: «Era un gesto alla “stai lontana da me”. Bob Hall, che aveva imparato da John Buscema a scegliere sempre le pose e i gesti più estremi, lo trasformò in un diretto destro! Non c’era tempo per ridisegnarlo e da questo originò la fama di Hank come marito manesco. Bill Sienkiewicz venne da me a chiedermi perché non l’avevo fatto disegnare a lui, tanto si era commosso per la storia».
Comunque, il piano fallisce perché Pym perde il controllo sul robot, che viene sconfitto da Janet. Divorziato, cacciato dalla villa dei Vendicatori e senza un soldo, Pym riceve la stoccata finale da Testa d’Uovo, suo nemico storico, che lo fa scivolare in una spirale di sfighe (fargli rubare la riserva governativa di adamantio, assoldarlo come proprio inventore, mandarlo a processo e poi in galera). Hank ne esce distrutto e rinuncia alla sua attività di eroe sul campo, preferendovi la ricerca in laboratorio.
Dopo gli eventi di Vendicatori divisi, Pym e Janet si trasferiscono in Inghilterra, ma la loro relazione naufraga ancora una volta. Durante Civil War Pym appoggia l’atto di registrazione dei supereroi e crea, insieme a Reed Richard e Tony Stark, un clone cyborg di Thor – all’epoca morto – per farlo combattere contro gli eroi dissidenti. Diventa uno degli artefici del programma Iniziativa, con cui il governo recluta e addestra supereroi. Poco dopo, si scopre che Pym è in realtà uno Skrull, che lo stava impersonando dai tempi della sua trasferta nel Regno Unito. Janet muore nel corso del crossover Secret Invasion e Pym assume una nuova identità, Wasp, come tributo alla donna (in realtà sopravvissuta nel Microverso).
Le ultime vicissitudini lo hanno visto militare tra i Vendicatori Segreti e poi fondare due nuove costole vendicative, l’Avengers Academy, la scuola per giovani con superpoteri, e gli Avengers A.I., squadra da lui presieduta per combattere il virus che Pym stesso aveva usato per sconfiggere Ultron durante il crossover Age of Ultron.
Scott Lang e gli altri Ant-Man
Hank Pym non è l’unica persona ad aver assunto l’identità di Ant-Man. Nel 1979 David Michelinie e John Byrne creano Scott Lang, l’altro Ant-Man, il protagonista del film e della nuova testata Marvel. I due personaggi, come scrive A.V. Club, non potrebbero essere più differenti: se Hank Pym è stato uno sfortunato in balia delle circostanze, che non ha saputo mediare tra i propri compiti da supereroe, scienziato e marito, Scott Lang è sempre cosciente delle proprie azioni e dei propri doveri verso la figlia.
Lang è un ingegnere elettronico costretto a diventare un ladro per provvedere alla sua famiglia. Finisce in prigione uscendo tre anni dopo per buona condotta. Durante la galera affina i propri studi e viene in seguito assunto dalla Stark International per aggiornare i sistemi di sicurezza dalla villa dei Vendicatori.
Quando viene a sapere che la figlia Cassie soffre di una malformazione cardiaca, entra in casa di Pym, gli ruba l’armamentario e irrompe nei laboratori della Cross Technological Enterprises. Qui scopre che la cardiochirurga Erica Sondheim, l’unica capace di curare Cassie, è tenuta prigioniera da Darren Cross, un milionario il cui peacemaker gli ha conferito superpoteri, ma che lo obbliga a sostituire il proprio cuore di continuo. Lang salva Sondeheim che salva Cassie. Scott sta per restituire l’armatura a Pym, ma questi rivela di aver assistito al furto e di aver seguito l’intera vicenda nelle dimensioni rimpicciolite di Calabrone. Regala a Scott il suo arsenale e gli concede di utilizzare l’identità di Ant-Man per fare del bene.
Entra negli Avengers, incontra e aiuta diversi eroi, tra cui i Fantastici Quattro, accompagnandoli per la prima volta nel Microverso. Darà loro una mano anche in seguito, diventando membro temporaneo del gruppo. Vendicatori divisi segna la scomparsa di Lang, apparentemente deceduto all’inizio del crossover per colpa dell’esplosione di Fante di Cuori, individuo con cui Ant-Man non era mai andato granché d’accordo.
In realtà, come raccontato nella saga La crociata dei bambini i Giovani Vendicatori erano tornati nel passato e avevano portato via Lang, facendo credere a tutti che fosse morto. A morire è invece la figlia di Lang, Cassie (diventata la supereroina Stature), uccisa dal Dottor Destino – tranquilli, anche lei è tornata in vita nel frattempo.
Visti i suoi trascorsi con i Fantastici Quattro, Lang è messo a capo della Fondazione Futura per supervisionare le strutture del gruppo durante un loro viaggio extradimensionale alla ricerca di una cura per la scomparsa dei loro poteri. Tra le altre cose, Lang ha colto l’occasione per affrontare Destino, reo della morte di Cassie.
Ora, con un film alle porte, Ant-Man ha debuttato con una nuova serie regolare a suo nome, un onore che in cinquantatre anni di storia non gli era mai stato concesso. Stan Lee ha una teoria a proposito:
Le sue storie non avevano mai successo. Affinché ne avessero, Ant-Man doveva essere disegnato piccolissimo vicino a oggetti enormi e così avresti avuto un’immagine interessante. Gli artisti che lo disegnavano, però, se ne dimenticavano sempre, non importa quanto mi imputassi. Dicevo “Disegnate una scatola di fiammiferi così si vedrà la differenza” e loro invece si limitavano a disegnare un tipo eroico. Quando guardavi le vignette non c’era niente di entusiasmante in un tizio normale con addosso un costume come tutti gli altri. Non c’era l’interesse.
Ci sono poi degli Ant-Man minori, visti principalmente nella serie L’incorreggibile Ant-Man di Robert Kirkman e Phil Hester (raccolta in due volumi 100% da Panini Comics nel 2012). C’è Eric O’Grady, un agente di basso livello dello S.H.I.E.L.D.. Essendo un uomo con la rettitudine morale di un pan di spagna, ruba l’armatura per agevolare i propri interessi personali (tra cui stalkerare donne e commettere furti). Quando lo S.H.I.E.L.D. scopre che Eric ha rubato la tuta, manda l’agente Mitch Carson a recuperarla, facendogli indossare un prototipo del costume di Ant-Man. E ancora Chris McCarthy, altro agente S.H.I.E.L.D., amico di O’Grady. I due erano talmente amici che, quando McCarthy muore durante un attacco dell’HYDRA, O’Grady consola la vedova andandoci a letto e generando una prole che poi abbandona senza troppi rimpianti.
Cinema (e tv)
Se avete visto il film, o si siete almeno fatti un’idea guardando i trailer, già sapete che trattamento hanno subito personaggi come Darren Cross, il Calabrone o Hope Van Dyne. Quello che magari non sapete è che Ant-Man non costituisce la prima apparizione in carne e ossa dell’eroe. Era il 17 marzo 1979 e in uno sketch trasmesso al Saturday Night Live Lois Lane (Margot Kidder, ospite della puntata) e Superman (Bill Murray) organizzano una festa tra supereroi. Ant-Man è il principale bersaglio delle battute, com’è giusto che sia. Garrett Morris, il comico che lo interpreta, fa un cameo nel film nel ruolo di un tassista.