Dopo la Black, la Platinum e la Gold, rispettivamente dedicate a Tito Faraci, Casty e Francesco Artibani, la serie di antologie monografiche che la Disney/Panini sta dedicando ai propri migliori autori recenti prosegue con Diamond Edition dedicata a uno dei decani delle storie Disney italiane, Massimo Marconi.
La specificità di questa serie di pubblicazioni è quella di mettere in risalto il lavoro degli sceneggiatori, i cui meriti nel tempo sono stati spesso oscurati dalla fama di autori completi come Romano Scarpa o disegnatori come Massimo De Vita, Giorgio Cavazzano, Luciano Bottaro e altri. Uno squilibrio che neanche altre collane, pur pregevoli, come I maestri Disney, erano riuscite ad appianare. Ma l’importanza di Massimo Marconi per lo sviluppo del fumetto Disney italiano va ben oltre il compito svolto come ottimo e prolifico narratore.
Per chi non lo conoscesse, un rapido riassunto. Marconi inizia a lavorare su Topolino nel 1971, rimanendovi fino al 1996. Pur avendo al suo attivo numerose sceneggiature – I.n.d.u.c.k.s., l’indice online delle storie disneyane, riporta 485 occorrenze – Marconi si è occupato anche e principalmente di rivedere le sceneggiature altrui, prima come capo-servizio e poi come coordinatore-capo. Non stupisce quindi l’epiteto con cui viene presentato nella quarta di copertina del presente volume: “il papà di tutti gli sceneggiatori” (o quasi tutti, precisiamo).
Pur continuando a partecipare come collaboratore esterno alla casa editrice, i suoi interventi sul settimanale di punta si sono fatti via via piuttosto sporadici, limitati principalmente – tranne alcune eccezioni – a brevi storie di una tavola. Nel 2008 abbiamo assistito al suo ritorno in grande stile sulle pagine di Topolino con una storia celebrativa a puntate dedicata alle Olimpiadi di Pechino, Topolino e il signore dei cerchi. Attualmente si occupa per lo più di scrivere i prologhi e curare i raccordi per i volumi antologici tematici TopoStorie (QUI una nostra recente intervista all’autore).
Ma il nome di Marconi è però legato – nell’immaginario comune degli appassionati Disney – a due fenomeni ben precisi. Il primo è quello delle cosiddette “storie sponsorizzate”, il secondo a uno dei più interessanti casi di censura a posteriori che hanno coinvolto le pubblicazioni disneyane.
Le cosiddette “storie sponsorizzate” sono storie commissionate per promuovere i gadget allegati al settimanale, prodotti di aziende terze o pubblicizzare l’attività di enti di diversa natura, principalmente federazioni sportive o organizzazioni ecologiste (WWF, Lipu ecc). Insieme ad Alessandro Sisti, Marconi è stato il principale sceneggiatore attivo su questo tipo di prodotti. Pur trattandosi di storie prodotte a scopo promozionale, l’abilità nella scrittura ha reso l’autore non solo in grado di renderle parimenti gradevoli rispetto alle altre pubblicate sul settimanale, ma in alcuni casi lo spunto proveniente dal mondo reale – la promozione di uno sport “minore”, la tematica ecologista ecc. – ha permesso a Marconi di umanizzare ulteriormente i personaggi disneyani, calandoli in un contesto più concreto e attuale a volte, bisogna dirlo, a scapito della cifra umoristica.
Diamond Edition contiene due storie di questo tipo: Topolino e la spada invincibile, commissionata dalla F.I.S. (Federazione Italiana Scherma), il cui scopo promozionale è totalmente sottomesso alla narrazione, tanto da risultare incomprensibile per chi si approccia a questo fumetto senza conoscerne il committente originale; e Topolino e il collegamento multidimensionale, creata per promuovere la vendita del Topowalkie, walkie talkie da assemblare offerto in allegato con il settimanale.
Senza dubbio si tratta di due delle migliori storie di Marconi, che mostrano come la cifra avventurosa sia quella maggiormente nelle sue corde. Non si può non concordare con l’autore, però, quando, alla richiesta di indicare la sua sceneggiatura preferita, sceglie quella che apre questo volume e cioè Topolino e il ritorno al passato. Si tratta di un piccolo capolavoro, in cui tutti gli elementi – quello fantastico, quello storico, quello avventuroso e quello umoristico – si muovono in un equilibrio raro, rivelando, più che in altre occasioni, l’estrema solidità del mestiere di Marconi e, al tempo stesso, la passione e il divertimento che emergono netti dal suo lavoro. Questa storia, inoltre, mostra più di altre il generoso debito che Marconi paga ai maestri che lo hanno preceduto. Il Bruno Concina inventore delle storie che ruotano intorno a La Macchina del Tempo, certo, ma anche Romano Scarpa e soprattutto Gottfredson e i suoi sceneggiatori. Nel protagonista di Topolino e il ritorno al passato, Michel, e nel suo impatto da straniero temporale con la civiltà moderna, infatti, sembrano riecheggiare sia l’Eta Beta di Eta Beta l’uomo del 2000 (testi di Bill Walsh) che il piccolo Davy de Topolino e il ritorno di Davy Crockett (anch’essa scritta da Walsh).
Prima di analizzare le altre storie presenti nel volume, andiamo però a raccontare il secondo elemento che ha caratterizzato la carriera di Marconi. Si tratta della storia Topolino in: “Ho sposato una strega” (reperibile QUI). Nel corso di questa avventura, parodia del quasi omonimo film di René Clair del 1942, Topolino, dopo aver litigato con Minni si innamora di una affascinante bionda e, seppure in sogno, la sposa. Non si tratta di un caso unico all’interno dello sterminato corpus disneyano. Per esempio, in un’altra parodia cinematografica, Minni e la pietra della fortuna, basata sul bel film di Robert Zemeckis All’inseguimento della pietra verde, la fidanzata di Mickey si innamora in sogno di un fascinoso avventuriero.
Il caso del matrimonio di Topolino, per evidenti incompatibilità con l’immaginario disneyano, soprattutto per quanto riguarda le relazioni sentimentali – magari turbolente, ma incrollabili – dei suoi protagonisti, suscitò uno sproporzionato scandalo. Se Romano Scarpa definì questa storia «un passaggio incauto», «un espediente per agganciarsi all’attualità» (Fiorello Zangrado, Romano “Disney” Scarpa, If, anno II, n. 6, aprile-maggio 1974) e Marconi dovette persino giustificarsi pubblicamente. In un articolo apparso sul quotidiano La Repubblica nel 1990, la giornalista Alessandra Longo parla a lungo della ‘scandalosa’ storia, con tanto di intervento da parte di Marconi che «rassicura indirettamente sei milioni di lettori, tre dei quali adulti, ancora sotto choc per l’improvvisa svolta rosa nella vita di questo topo ritenuto irreprensibile» e ammette anche che «non ci eravamo mai spinti tanto in là». L’articolo si concludeva così: «Pare che una madre di Genova si sia fatta viva indignata: Sesso anche su Topolino, vergogna…». In realtà la trasgressione, oltre a essere breve, è stata anche casta. Racconta Marconi: “Volevo almeno una scena con Topolino e Samantha a letto dopo il matrimonio. Nulla di erotico. Solo loro due che parlano la sera in intimità”. Ma il disegnatore non se l’è sentita, sono rimasti in poltrona».
Altri tempi? Chissà. Resta il fatto che dopo questa ondata di indignazione la storia non venne mai più ristampata. Ed è un peccato. Non solo perché si tratta di una bella storia, ottimamente servita da un Cavazzano morbido e controllato. Ma anche perché mette bene in evidenza la capacità, quasi unica, di Marconi nel far emergere in maniera naturale e spontanea il lato romantico, sentimentale e “quasi” erotico dei propri personaggi; sempre con discrezione, naturalmente. Questa peculiarità risulta evidente anche in un’altra storia presente nella Diamond Edition e cioè Qui Quo Qua e il tempo delle mele (ancora una volta una parodia, del celebre film del 1980 che Marconi ammette di non aver visto). La storia, a ragione, è stata ristampata sul numero 2264 di Topolino, celebrativo dei 50 anni del periodico, come migliore storia degli anni Ottanta. I turbamenti amorosi pre-adolescenziali sono descritti qui con insolita, per le storie disneyane, delicatezza e capacità di approfondimento.
Per quanto riguarda le altre storie presenti, è difficile intervenire sui gusti del loro creatore. La selezione alla base di questi volumi viene fatta dagli autori stessi, che scelgono, per motivi spesso personali e sentimentali, cosa inserire e cosa no. Resta però difficile capire la scelta che sta dietro a storie piuttosto modeste e “di servizio” come Zio Paperone e l’orbita dell’amore o Lo strano caso di Paperinik e di Mister Cicciok. Diverso il caso dell’ottima Topolino presenta “La strada”. Un omaggio a Federico Fellini, disegnata da un Cavazzano in forma strepitosa e “gottfredsoniana”, anche se già più volte ristampata. Minnie e l’avventuroso prelievo, che chiude il volume è una storia del Marconi più vicino a noi (la storia è del 2002). Anche se ben servita dai disegni di Massimo De Vita, la parabola femminista di Marconi, pur gradevole, si presenta come un po’ troppo sbrigativa e senza particolari guizzi nell’affrontare, fin troppo semplicisticamente, una tematica importante.
Buona lettura.
Topolino Diamond Edition
di Massimo Marco e Autori Vari
Disney / Panini Comics
368 pagine, 7,90 €