HomeNewsLe prime recensioni (senza spoiler) della serie tv di Daredevil

Le prime recensioni (senza spoiler) della serie tv di Daredevil

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Lo scorso primo aprile, Netflix – il servizio americano che propone film e serie tv in streaming a pagamento – ha mostrato in anteprima alla stampa specializzata i primi 5 episodi della serie televisiva Daredevil (qui il trailer) sviluppata da Drew Goddard (Lost) e Jeph Loeb e basata sull’omonimo personaggio dei fumetti Marvel Comics, in Italia noto come Devil.

Il serial fa parte del Marvel Cinematic Universe, lo stesso dei film di Iron Man e dei Vendicatori. Lo showrunner è Steven S. DeKnight (Spartacus) e il cast comprende Charlie Cox (Matt Murdock / Daredevil), Deborah Ann Woll (Karen Page), Elden Henson (Foggy Nelson), Rosario Dawson (Claire Temple), Vincent D’Onofrio (Wilson Fisk / Kingpin), Ayelet Zurer (Vanessa Marianna), Vondie Curtis-Hall (Ben Urich), Bob Gunton (Leland Owlsley) e Toby Leonard Moore (Wesley).

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La serie, che consisterà di 13 episodi, sarà a disposizione degli utenti della piattaforma a partire dal 10 aprile. Intanto, però, quali sono state le prime reazioni delle principali testate di settore americane?

Brian Lowry, opinionista di Variety, parla di un successo in vista, aggiungendo quanto segue:

«Lo stile pulp e la brutalità (la tortura è uno degli strumenti di Daredevil) cercano chiaramente di fornire un maggiore realismo che bilanci l’idea di un supereroe cieco che salta sui muri e il cui spettacolare udito funziona, tra le altre cose, come una macchina della verità umana. Cox apporta per fortuna il necessario mix di grinta e problemi esistenziali in stile Marvel al doppio ruolo.»

Matt Paches di Esquire spiega che «Daredevil è il corrispettivo oscuro di pellicole Marvel esteticamente zuccherine come Iron Man, Thor e Capitan America», tanto da sembrare uno spin-off della trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan, aggiungendo inoltre:

«A giudicare dai primi cinque episodi, Charlie Cox è il motivo per cui guardare Daredevil. Visto in precedenza in Boardwalk Empire e nel film candidato all’oscar la Teoria del tutto, l’attore aggiunge un nuovo sapore al MCU: calmo, cool e composto. Come Murdock, Cox è un temerario protettore di innocenti, la sua disabilità amplifica non solo il resto dei suoi sensi, ma il suo intelletto e la sua sensibilità. E’ un pendolo che oscilla e che soccombe all’oscurità quando veste i panni del proto-Devil (mi dispiace, per il momento ancora nessun costume di pelle rossa). Per le strade, Murdock scatena l’inferno sui malfattori: il Sinistro Mietitore in costume da ninja.»

Victoria McNally di MTV afferma poi che Daredevil sembra molto più un crime drama che una storia di supereroi, ma le scene d’azione non mancano e sono fatte piuttosto bene:

«Qui non c’è CGI, gente: non solo tutte le sequenze di combattimento sono eseguite da esseri umani in carne e ossa, ma sono anche girate splendidamente e spesso con carrellate intense e strazianti. Se il resto della serie è avvincente come questi primi episodi, salterete sulla sedia per tutto il tempo.»

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Eric Eisenberg e Cinemablend hanno invece approfondito la qualità delle interpretazioni del cast e si addentrano in questioni tecniche, elogiando sia la fotografia che la regia:

«Foggy Nelson, interpretato da Elden Henson, è affabile e recita alla perfezione la parte dell’imbranato. Deborah Ann Woll (Karen Page) si ritrova nel mondo di Murdock attraverso una tragedia, ma si rivela parecchio coraggiosa e testarda. Come antagonista principale, Wilson Fisk alias Kingpin, interpretato da un Vincent D’Onofrio che mette in scena uno spettacolo meravigliosamente artificioso con un abile equilibrio tra debolezza e forza. Ognuno di questi personaggi è accattivante fin dal primo momento in cui compare, ed è molto eccitante pensare alle direzioni in cui la serie li porterà.

Anche se è ambientata saldamente nel Marvel Cinematic Universe – con l’invasione aliena vista in The Avengers riportata in un dialogo su New York – Daredevil sembra davvero diversa da tutto ciò che abbiamo visto finora dalla Marvel. La tavolozza dei colori si adatta saldamente al tono, con i neri e i rossi scuri scelti per lo stile generale. Anche il lavoro della macchina fotografica è particolarmente elegante. Lo show sembra incoraggiare il regista a utilizzare lunghi piani sequenza, che catturano in tutta la loro gloria la punizione che l’eroe distribuisce e riceve. La sequenza finale del secondo episodio è particolarmente affascinante, e immagino che molti spettatori vorranno rivederla avidamente diverse volte prima di passare al terzo.»

Il Village Voice, per mano di Alan Scherstuhl, traccia un parallelo con il personaggio a fumetti:

«Nei primi episodi, Daredevil non osa entrare in alcuni degli aspetti più folli del personaggio: la sua formazione da ninja o la sua agilità nel volteggiare. Solo una volta impugna qualcosa di simile a un manganello, e i suoi sensi sono trattati con intelligente semplicità: si concentra in primo piano, e il sound designer ci fa sapere ciò che ascolta o ciò che annusa.»

Insomma, i primi segnali in arrivo dagli Stati Uniti sembrano essere incoraggianti. Non resta che aspettare il 10 aprile – e chissà quando da noi in Italia – per scoprire se questi giudizi saranno confermati e soprattutto se saranno accompagnati anche da dati d’ascolto sufficienti.

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