«Io sono Charlie significa io sono la laicità.» Così scrive, nell’editoriale dell’ultimo numero di Charlie Hebdo, Gérard Biard, il nuovo direttore della rivista dopo la morte di Charb durante l’attentato terroristico alla redazione del giornale. Il testo è pubblicato su Il Fatto Quotidiano di oggi, che ha distribuito il settimanale satirico nelle edicole italiane.
Leggi anche: I tributi degli autori italiani a Charlie Hebdo
Da una settimana, Charlie, giornale ateo, fa più miracoli di tutti i santi e i profeti messi insieme. Ciò di cui siamo più orgogliosi è che fra le mani avete il giornale che abbiamo sempre fatto, in compagnia di quelli che l’hanno sempre fatto. Ciò che ci ha fatto più ridere è che le campane di Notre-Dame hanno suonato in nostro onore… Da una settimana, Charlie solleva, da un capo all’altro del mondo, ben più che delle semplici montagne. Da una settimana, come nella magnifica vignetta di Willem, Charlie ha un sacco di nuovi amici. Perfetti sconosciuti e celebrità planetarie, umili e benestanti, miscredenti e dignitari religiosi, sinceri e gesuiti, gente che terremo con noi per tutta la vita e altri che saranno soltanto di passaggio. Oggi ce li prendiamo tutti, non abbiamo tempo né cuore di scegliere. Ma non per questo ci caschiamo. Ringraziamo di cuore quelli che, a milioni – semplici cittadini o rappresentanti delle istituzioni–ci sono veramente vicini; quelli che, sinceramente e profondamente, “sono Charlie”, e che si riconosceranno. E fanculo agli altri, che tanto se ne fregano…
Continua a leggere sul sito de Il Fatto Quotidiano.