Nel 2015 ricorre il 750 anno dalla nascita di Dante Alighieri. Alessio D’Uva – sceneggiatore, grafico e direttore della casa editrice Kleiner Flug – assieme a Filippo Rossi ha dedicato al Sommo Poeta un graphic novel illustrato dalla giovane fumettista toscana Astrid. Il libro mostra con efficacia e sintesi alcuni frammenti di vita di Dante, passando poi a mostrarlo nel suo viaggio immaginario raccontato dalla Divina Commedia.
Abbiamo scambiato alcune parole con D’Uva per conoscere meglio il lavoro che c’è dietro a un libro che ha il merito di ringiovanire molto una figura storica e letteraria complessa, ma sempre attuale e attualizzabile.
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Perché raccontare Dante, oggi, a fumetti?
Perché innanzitutto è più contemporaneo di quanto si possa pensare, nonostante i 750 anni dalla sua nascita che si festeggiano nel 2015. Dante riesce a coniugare più generi letterari nella sua opera e fornisce una visione dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso ancora attuale e nell’immaginario di molti di noi. Ma attuali sono anche i temi trattati nei suoi scritti.
Ne la Divina Commedia parla, sì, d’amore, della sua depressione che l’ha portato ad affrontare quel lungo viaggio tra le perdute genti, ma parla anche della cupidigia dei potenti, interessati solo al potere del denaro, e del popolo che segue i propri leader, religiosi o politici, come delle pecorelle. Parla di cultura, religione e politica. Questo è il motivo per cui è il caso di riscoprire Dante oggi, anche a fumetti: perché è fuori dal tempo, va oltre i costumi. A lui interessava l’essenza dell’uomo, che non cambia mai. Perciò ho amato trattarlo un’altra volta con un linguaggio nuovo come il fumetto, per “de-medievalizzarlo”, come nei secoli han cercato di fare scrittori, pittori, registi…
Per me, leggere Dante è stata un’esperienza straordinaria. Raccontarlo è stato un privilegio. E l’occasione di scriverne mi è stata data da una delle collane della mia casa editrice, Kleiner Flug, che si occupa di esporre la vita di italiani illustri attraverso questo meraviglioso linguaggio che è il fumetto.
Come ti sei documentato?
Questa fase è stata davvero la più lunga, ma niente affatto faticosa. Perché leggere Dante è un viaggio della mente e del cuore.
Mi sono documentato per più di un anno, leggendo attentamente la Divina Commedia, La vita Nuova, Il convivio, per poi passare a Dante e il suo secolo, di Montanelli, altri saggi e fonti trovate online, L’amor segreto, di Angela Nanetti e molto altro ancora. Non è mancata nemmeno la collezione dei DVD dei canti recitati da Benigni o studi su pittori che hanno illustrato Dante. E ogni singolo studio ha portato a nuovi spunti e alla volontà di conoscere altro, finché non mi son dovuto fermare per iniziare a scrivere. E per fortuna che c’erano dei termini da rispettare, altrimenti sarei ancora lì a leggerne.
Cosa di Dante lo può rendere un protagonista ideale per un fumetto?
Il poeta ha avuto una vita davvero piena, poi trasformare una crisi esistenziale in un viaggio all’inferno (e ritorno) lo rende adattissimo a essere il protagonista di un fumetto. C’è la storia d’amore, le visioni, il contrasto, l’esilio. Insomma, certamente una vita non lineare, e con la giusta tensione narrativa.
Con tutto il materiale accumulato c’erano mille possibilità di scrivere una storia a fumetti. Lavorare sulla Divina Commedia e basta sarebbe stato un ripetere un lavoro già fatto più volte. Così come il farne una parodia. Ho preferito evitare questo approccio perché, con tutto il rispetto per chi l’ha fatto, mi sembrava sminuente, quasi una scorciatoia.
Ho pensato molto a come sviluppare il tutto, poi una mattina, dopo aver lasciato decantare tutta la serie di informazioni accumulate, mi son alzato pensando a una chiave di lettura nuova: dare la parola a Beatrice. Farle raccontare il suo rapporto con quel ragazzino mingherlino e malaticcio che poi si scopri grande autore.
Astrid è una disegnatrice molto giovane. Perché la scelta di un autore giovanissimo per un tema così classico?
Qui il discorso si fa lungo (e già mi pare di aver scritto troppo), ma provo a esser breve. La questione sta nell’idea che c’è dietro Kleiner Flug. Io sono insegnante alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze e lì ho l’occasione di venire a contatto con dei veri e propri talenti che per motivi più disparati rischiano di non “sbocciare”. Vuoi perché spesso si da fiducia a chi è già scafato, vuoi la mancanza di capacità o di tempo, da parte di altri editori, di capire le qualità di chi si trovano davanti, vuoi la mancanza di pazienza nell’investire in autori nuovi, da formare.
La mia idea (forse pretenziosa, chissà) è invece quella di investire molto nell’editing e nella formazione di autori, introducendoli nella realtà lavorativa nella maniera più corretta possibile. Seguendoli e consigliandoli quando possibile.
Con Astrid tutto questo è stato semplificato dalle sue capacità e dalla sensibilità che mette in tutto quel che fa. Mi sono trovato a che fare con una ragazza che già ha i crismi della professionista e che, sono sicuro, avrà una bella carriera.
Di tutti i momenti e i passaggi della Commedia, come hai scelto quali raccontare?
Diciamo che si sono scelti da soli. Credo che quando una storia, un canovaccio, ti “prende per mano” riesca a guidarti lui attraverso i passaggi necessari per dare un senso compiuto a tutto quel bailamme che ti passa per la testa. In pratica riesce a farsi strada tra le informazioni che hai immagazzinato, scegliendo quelle che servono e scartando quelle futili.
Il mio unico paletto erano il numero di pagine disponibili e la volontà di non andare di nuovo a calcare la mano su passaggi più noti della Divina Commedia. Perciò ho liquidato abbastanza in fretta tutto l’Inferno e mi sono concentrato sulla parte finale del Purgatorio, dove Virgilio lascia Dante nelle mani di Beatrice.
La storia mi ha portato lì. A ricordare quel che mi serviva: i canti XXX, XXXI e XXXII del Purgatorio. Dove si chiude idealmente il cerchio della storia d’amore. Canti illustrati magistralmente da Astrid e di cui ne è stato fatto addirittura uno spillato a scopo promozionale con i dialoghi estratti pedissequamente dalla Divina Commedia.
Nel 2015, per i 750 anni dalla nascita di Dante, hai progetti particolari per il libro?
Stiamo cercando di stringere accordi con un quotidiano per poterlo distribuire nelle edicole, quantomeno a livello regionale. Oltre a questo ci saranno presentazioni in giro per l’Italia e non disdegneremo la possibilità di farne alcune letture critiche in istituti scolastici.
Per il resto, vedrò di regalarne delle copie ad alcuni dantisti e sicuramente porterò una copia alla Società Dantesca Italiana. Ma quello lo faccio per una personale forma di masochismo: essere stroncati dai più grandi sarà un colpo durissimo alla mia autostima, così magari smetto anche di scrivere. [ride]
Qual è stata la difficoltà maggior nel trasporre in fumetto personaggi così classici e storici?
Credo sia sempre la paura di “mettere un personaggio con l’orologio al polso”. Insomma, creare falsi storici. Per qualcuno sembra non essere un così grande problema. Mi riferisco a Hollywood, ma anche ad autori di fumetti nostrani. Invece la forza di una storia, di un autore, è riuscire a raccontare in un contesto credibile anche se lontano nel tempo. Altrimenti si facciano film o fumetti di fantascienza, lasciando perdere riferimenti storici che perderebbero gran parte del significato se non utilizzati bene o che porterebbero alla fine del cosiddetto “sense of wonder”.
Altra difficoltà è stato il mio poco tempo a disposizioine e, per questo, devo ringraziare molto Filippo Rossi, socio fraterno della Kleiner Flug. Senza di lui il libro non ci sarebbe. Considero Filippo un grande conoscitore di storytelling, nonché un bravissimo disegnatore. Mi sono affidato alle sue matite per la realizzazione di un primo storyboard di questo libro. Proprio per mancanza di tempo, infatti, non c’è sceneggiatura se non delle prime 10 pagine e delle ultime 16.
Il resto è uscito dalla mia testa e disegnato da Filippo nelle occasioni più disparate: durante una fiera, mentre impaginavo libri, durante viaggi in treno. Io raccontavo, mimavo e recitavo quello che accadeva in ogni pagina, in ogni vignetta, e lui buttava giù pagine e pagine di schizzi. Alla fine tutto è stato messo in bella e passato ad Astrid, che ci ha messo gran parte del suo per trasformare il tutto in una cosa con un buon senso grafico.
Cosa hai trovato di veramente attuale nelle parole e nel comportamento di Dante?
Come dicevo all’inizio dell’intervista, ritengo Dante molto attuale per i contenuti delle sue opere. Tornando sulla Divina Commedia, credo che ognuno di noi ci possa trovare un motivo di interesse e qualcosa di sé. Ci sono passaggi che ho amato, parti che mi tornano in mente davanti a situazioni particolari, ma la terzina
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
che Dante fa dire a Ulisse, nel XXVI canto dell’Inferno, racchiude la personalità del Sommo Poeta, che considerava fondamentale l’importanza della conoscenza.