di Camilla Pizzichillo
La casa editrice francese L’Association, marchio simbolo del graphic novel francese più sofisticato (e oggi diretta da un gruppo di autori fra cui David B e Lewis Trondheim) ha pubblicato a novembre il nuovo fumetto di Ruppert & Mulot, una delle coppie creative più originali della scena francofona contemporanea, già premio Rivelazione al Festival di Angoulême 2007.
Il formato scelto per il loro nuovo lavoro, dal titolo Un cadeau, è ancora più atipico e “scomodo” da maneggiare di quello utilizzato nel 2011 per Royaume: è quasi impossibile leggere Un cadeau stesi su un letto, per esempio. Un cadeau è infatti un libretto nero che assomiglia a uno di quei libri finti che si possono trovare esposti sugli scaffali e nelle librerie all’Ikea. Non si tratta esattamente di un libro ma, piuttosto, di un libro-oggetto, il cui scopo è invitarci a esplorare, o meglio quasi a “entrare” nelle viscere di una sconosciuta.
Il tempo della lettura, in questo caso, si dilata inevitabilmente, e per una ragione molto concreta: le pagine sono incollate le une alle altre. Per avanzare nella vicenda siamo costretti a tirare e addirittura a staccare parte delle pagine. Quel che in alcuni casi sembrerebbe un errore di rilegatura, e in altri un sacrilegio, qui diventa un curioso dispositivo per raccontare una storia. Ma bisogna fare molta attenzione: le parole rischiano di mescolarsi tra di loro.
La struttura rigida di Un cadeau ci impedisce di capire quante sono le pagine restanti, e non sappiamo mai quando la storia sta per finire… Forse potrebbe durare all’infinito, o invece fermarsi bruscamente. Chissà. Alla fine ci ritroviamo con una sorta di foresta di carta tra le mani, difficile da richiudere su se stessa. La dissezione del cadavere, già annunciata in copertina, è ciò che accompagna tutta la storia. Un cadeau è, in fondo, una dissezione in diretta, messa in pratica operativamente. Per continuare la lettura non abbiamo altra scelta: dobbiamo sezionare il libro. La realtà sembra raggiungere la finzione (o viceversa?).
La sola sorpresa è che la storia finisce subito e non ci racconta quasi niente. Tutta la vicenda, in effetti, è racchiusa in sole diciannove (19!) vignette, e non sembra esserci abbastanza tempo per raccontarci qualcosa. Insomma, la grafica e il progetto di design sono potenti e senza dubbio originali, ma l’aspetto narrativo risulta un po’ trascurato. Ruppert e Mulot cercano sempre nuove possibilità narrative, ma questa volta – bisogna riconoscerlo – il tentativo non è dei più riusciti.
Dalla copertina al formato, tutto sembra celare un mistero che però, alla fine dell’esperienza di lettura, si rivela troppo banale. La vicenda narrata, in poche parole è la seguente: è la vigilia di Natale, e due coinquilini si ritrovano nell’obitorio dell’ospedale Saint–Louis, a Parigi, per scambiarsi dei regali… tra i cadaveri. La stanza è fredda e spoglia: un luogo insolito per la vigilia di Natale – ma non per Ruppert e Mulot e le loro abitudini sinistre.
Le storie del duo di artisti (formatisi nelle installazioni e nella danza) sono sempre un po’ inquietanti, e i loro personaggi un po’ cinici. Fatta eccezione per il sublime Irene e les clochards (pubblicato in Italia da Canicola Edizioni) dove per la prima volta hanno creato un personaggio con un certo spessore psicologico, capace persino di commuovere.
In questo nuovo libro, il “regalo” che gli autori mettono in scena sembra proprio un ritorno al loro cinismo di sempre, stavolta paradossalmente rivolto agli stessi lettori: il dono di un libro fastidioso, sorprendente, eppure inconsistente. D’altra parte, si sa: il bello dei regali, spesso, non sta forse più nello “spacchettarli”?
Un Cadeau
di Ruppert e Mulot
L’Association, 2013
32 pagine, € 19,00