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Gotham: la serie tv [recensione]

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Lo scorso 22 settembre ha esordito negli Stati Uniti sul canale Fox l’episodio pilota di Gotham, serie televisiva molto attesa dai fan di Batman, in discreta fibrillazione fin dalla diffusione dei primi trailer, che avevano lasciato ben sperare. Nel nostro paese, la serie arriverà già il 12 ottobre, con i primi due episodi trasmessi su Italia 1 per poi passare a pagamento su Premium Action.

Come sempre, è difficile giudicare una serie solo dal pilot, perché si tende ormai sempre più spesso a cambiare l’impostazione generale anche in corsa – come già accaduto  per esempio lo scorso anno a un’altra serie legata ai fumetti, Agents of S.H.I.E.L.D. – ma qualche tratto distintivo pare comunque essere già presente in modo chiaro [attenti: spoiler in arrivo]. In termini ‘tomatometrici’ sembra essere andata benino, ma anche per le reazioni della critica sarà bene aspettare qualche settimana.

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gotham

Da appassionato del mondo e della mitologia di Batman, ho apprezzato la volontà di creare qualcosa di originale. La serie va infatti a coprire una parte mai particolarmente approfondita nella storia del Cavaliere Oscuro, quella relativa alle indagini sull’omicidio dei genitori di Bruce Wayne – di solito sempre risolta in modo sbrigativo, per concentrarsi sulle conseguenze. Intorno a questo punto ruota in questo caso la trama orizzontale che probabilmente coinvolgerà l’intera prima stagione – se non oltre – mettendo in scena il mistero dell’identità dell’assassino e delle sue motivazioni.

E’ in questo contesto che si inseriscono i personaggi già noti, presentati però con caratterizzazioni piuttosto peculiari, ben calate in una situazione priva di Batman e altri eroi in costume. Il commissario James Gordon, per esempio, vera pietra angolare di questo primo episodio, è così un giovane poliziotto idealista appena trasferito a Gotham City, il cui carattere sembra formarsi man mano che raccoglie – e noi con lui – informazioni sul mondo che lo circonda, fino a stringere un legame affettivo con il futuro Batman, vero e proprio momento definitorio del protagonista. Proprio a Gordon spetta il compito di esprimere con la propria fisicità il carattere marcatamente ‘action’ della serie, tra scazzottate e inseguimenti. Ma non mancano altri personaggi che destano curiosità, in attesa di sviluppi futuri, a partire da un inedito Oswald Cobblepot (non ancora Pinguino) nel ruolo del lacchè ambizioso – e ben interpretato da Robin Lord Taylor – e da un Alfred Pennyworth appena abbozzato ma più rissoso e protettivo rispetto alla controparte a fumetti, giusto complemento al piccolo e tormentato Bruce.

Pur con un montaggio iper-frenetico – forse dovuto a un girato eccessivamente lungo – e una regia non sempre impeccabile, che risulta caotica soprattutto nelle scene d’azione, la sceneggiatura mi è parsa intrigante, per i motivi espressi sopra e sopratutto perché riesce a sollevare domande interessanti su dove potranno andare a parare trame e sottotrame. Il giusto compito di un episodio inaugurale, insomma (alzi la mano chi non ha pensato che dietro l’omicidio dei Wayne possa nascondersi il Joker, per esempio).

Cr: Jessica Miglio/FOX

D’altra parte, l’impressione è che si sia puntato in modo eccessivo sul ‘fan service’, inserendo accenni a personaggi e luoghi noti in modo troppo effimero per colpire soprattutto gli spettatori occasionali. Senza di questi cosa rimane? Una trama da poliziesco alla Law & Order, che si limita forse un po’ troppo a seminare per il futuro senza offrire sostanza nell’immediato, con personaggi spesso bidimensionali – su tutti il detective Harvey Bullock – e situazioni narrative ipercollaudate (poliziotti corrotti, intrecci tra mafia e istituzioni…).

A margine di tutto questo, confesso di aver rilevato una carenza che mi ha sorpreso: la caratterizzazione della città che fa da sfondo alle vicende, e che dà il titolo alla serie. Se c’è una cosa che Tim Burton prima e Christopher Nolan poi hanno capito, nei loro adattamenti cinematografici, è quanto la città sia spesso più importante di qualsiasi altro comprimario. Quanto Batman sia il suo mondo urbano, ovvero quanto il contesto metropolitano faccia il fascino di Batman. In questo caso, invece, la presenza di Gotham è limitata ad alcune fugaci riprese panoramiche che fanno da raccordo tra una scena e l’altra, senza lasciare traccia palpabile. Una promessa mancata, quindi, da cui potrebbe uscire una versione rinfrescata del pantheon batmaniano, ma anche una intepretazione più debole del previsto del suo potente immaginario.

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