Il 15 giugno scorso ricorrevano i cento anni da nascita di Saul Steinberg, uno degli illustratori più rilevanti e influenti ospitati sulle pagine della rivista americana New Yorker.
Per celebrarlo, pubblichiamo una selezione di sue copertine del New Yorker pubblicata dal sito del settimanale, accompagnate da una descrizione, che fa riferimento al volume biografico di Deirdre Bair intitolato Saul Steinberg: A Biography. In ognuna, sono rintracciabili elementi autobiografici, dall’arrivo dell’artista negli Stati Uniti, fino alla sua morte, avvenuta nel 1999.
Steinberg, di origini romene, si laureò negli anni ’30 in Italia, dove intraprese l’attività di vignettista satirico, fino al 1940, quando, poiché ebreo, dovette lasciare il paese a causa delle leggi razziali.
Giunto negli Stati Uniti, proseguì il lavoro di vignettista sulle pagine del New Yorker. Grazie al suo tratto asciutto, al limite del concettuale, Steinberg fu tra coloro che si adoperarono per elevare l’illustrazione satirica allo stato di arte, oltre a contribuire a definire e consolidare quello stile pulito e raffinato che ancora oggi contraddistingue le vignette del settimanale newyorkese.
Steinberg portò agli estremi il simbolismo già evocato dalle linee di un altro celebre vignettista di quei tempi, l’Otto Soglow del Piccolo Re, allontanandosi però dagli aspetti più cartooneschi e comici di quest’ultimo. Realizzava le sue vignette giocando con gli spazi vuoti e i silenzi, probabilmente ispirato all’arte astratta dell’epoca e dal segno di Picasso.
Per il New Yorker Steinberg fu anche uno dei copertinisti più originali, producendo 87 illustrazioni. L’influenza di questi suoi lavori oggi rimane rintracciabile nelle copertine di un artista singolare e visionario come Richard McGuire (del quale abbiamo di recente mostrato in anteprima il nuovo libro qui).