Nonostante avessi notato un certo hype anche a livello internazionale, inizialmente la serie manga Happiness di Shuzo Oshimi (già autore di I fiori del male) mi ha aveva dato lo stesso effetto di freddezza che mi danno di primo acchito certe nuove serie americane, quelle con la copertina fighissima e gli interni anonimi o perlomeno dallo stile ordinario (succede con molta roba Image e non solo).
Le copertine di Happiness infatti sono singolari. Mostrano dettagli dal gusto pittorico − un po’ insolito per un manga − con colori non piatti, anzi sfumati, e sono piuttosto suggestive, quasi ipnotiche. Apri il primo l’albo e lo stile delle tavole è ordinario, nello standard del fumetto giapponese mainstream contemporaneo, asciutto e minimale. I protagonisti sono degli adolescenti in ambienti scolastici quotidiani, e arrivano presto elementi horror.
Caso vuole che lo stesso giorno che ho iniziato la lettura di Happiness avessi visto anche il film Vampiri di Carpenter del 1998 (roba che non fa per me, un po’ horror un po’ western e così muscolare da non lasciare tempo per aver paura). Mi piacciono le coincidenze, ma purtroppo in questo caso i due lavori stanno in terreni totalmente opposti, poiché Oshimi infatti imbastisce un horror così soft da incrociarlo col tema (caro ai manga da adolescenti) del bullismo.
O almeno all’inizio è così. Nel primo volume il morso (che arriva all’improvviso, al volo) di una vampira sconvolge la vita di un adolescente vessato quotidianamente da un bullismo piuttosto soft pure quello (non lo picchiano, gli fanno comprare la merenda per tutti).
Inizialmente il morso non lo rende un mostro. Anzi, lo migliora, spingendolo a reagire violentemente contro chi abusa di lui. L’idea del riscatto è importante per creare subito un po’ di empatia, anche più che mostrare mutandine e minigonne. Okazaki, il protagonista, è affascinato da una compagna di classe che però sta col bulletto. Quest’ultimo cambia presto ruolo, mentre Okazaki fa la conoscenza di una ragazza piuttosto introversa di un’altra classe. Si crea così un gruppetto che chissà quanto potrà andare avanti, perché intanto il protagonista incontra altri vampiri, sempre ragazzini e piuttosto violenti e più esperti di lui, ma non molti.
Il protagonista è riluttante alla sua nuova condizione e conosce affascinanti giovani vampiri che si inseriscono in un contesto ordinario, mentre la storia ricorda un po’ la serie tv True Blood, un horror dal gusto un po’ altalenante e dagli stili variegati e talvolta confusionari. Con il proseguire della storia, Happiness ne raccoglie l’esempio, mostrando più attitudini: quando violento, quando quotidiano, quando sentimentale o finanche erotico.
La differenza è che Happiness − perlomeno nei primi cinque volumi − segue una parabola ascendente che esaspera costantemente la perversione. Non lo fa in modo sterile e fine a se stesso con il solo intento di stupire. Lo fa anzi con l’abilità di tenere il lettore incollato alla pagina, stupendolo con cliffhanger astuti e mai eccessivi.
La parabola di violenza e di follia di Happiness non sta solo nell’approccio sempre più ardito alla trama e nell’evoluzione dei personaggi, che progressivamente si scoprono e si deformano. Anche il disegno, che inizialmente è asciutto e privo di particolari tratti distintivi, si fa sempre più vivido e tratteggiato, meno lineare, mostrando spesso perversioni prospettiche o distorsioni dello sguardo che vanno ad assecondare le visioni dei protagonisti.
Happiness è una serie in costante divenire, è una sfida dell’autore nei confronti di se stesso e del lettore. Anche dei suoi personaggi, perché il loro destino non sembra mai certo: essi muoiono davvero e all’improvviso, oltre a subire le violenze più sconvolgenti per quello che alla fine è pur sempre un fumetto per ragazzi.
Un po’ come insegnano serie televisive recenti e di successo (Il Trono di Spade su tutte), certezze per i personaggi non ce ne sono, e sia loro che il pubblico debbono sempre tenere ben aperti gli occhi.
Giunti alla fine dei primi cinque volumi, dopo quindi quasi 1.000 tavole, è davvero difficile immaginare cosa succederà prossimamente. A giudicare dai contesti quotidiani delle prime pagine, i vampiri e la loro maledizione hanno portato avanti una escalation di violenza con la quale non sarà facile fare i conti nei prossimi episodi, mantenendo il ritmo e il grado di tensione. Ma per ora Shuzo Oshimi ha dimostrato maestria, e allora non resta che dargli ancora fiducia e attendersi altra perversione per i prossimi capitoli.
Happiness voll. 1/5
di Shuzo Oshimi
Traduzione di Susanna Scrivo
Planet Manga, 2018
Brossurati in b&n
€ 5,50 cad.