HomeMondi POPCinemaLe prime opinioni su "Spider-Man: Homecoming" (che sono positive)

Le prime opinioni su “Spider-Man: Homecoming” (che sono positive)

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Il prossimo 6 luglio verrà distribuito nei cinema italiani Spider-Man: Homecoming, il nuovo film ispirato all’omonimo supereroe dei fumetti Marvel Comics, prodotto da Columbia Pictures, Marvel Studios e Pascal Pictures e distribuito da Sony. È il sedicesimo film del Marvel Cinematic Universe, nonché secondo reboot del franchise cinematografico di Spider-Man dopo la trilogia diretta da Sam Raimi e le due pellicole girate da Marc Webb.

Il film è diretto dal regista statunitense John Watts (Clown, Cop Car). Il personaggio di Peter Parker/Spider-Man è interpretato dal ventunenne attore brittannico Tom Holland. Il cast comprende Michael Keaton, Jon Favreau, Zendaya, Donald Glover, Tyne Daly, Marisa Tomei e Robert Downey Jr.

La storia è ambientata dopo i fatti raccontati in Captain America: Civil War, in cui Spider-Man incontrava Tony Stark e gli Avengers. Tornato a New York, Peter affronta i problemi scolastici e cerca di conciliarli con il suo ruolo di supereroe, combattendo il crimine sotto l’ala protettiva di Iron Man. Tra le minacce che dovrà affrontare ci sarà anche l’Avvoltoio (interpretato da Michael Keaton), storico cattivo delle avventure a fumetti.

Il film è molto atteso, un po’ perché si tratta della nuova pellicola di uno dei più popolari supereroi di sempre, un po’ perché ci sono un nuovo attore e una nuova storia. Infine, perché il personaggio entra definitivamente a far parte dell’universo cinematografico Marvel.

Il film è stato presentato in anteprima mondiale al TCL Chinese Theatre di Los Angeles, e le prime recensioni statunitensi sono state abbastanza positive. Al momento, su Rotten Tomatoes – uno dei principali aggregatori di recensioni – il voto complessivo delle 59 recensioni raccolte finora è molto alto: 93 su 100. In una sintesi delle recensioni raccolte, Rotten Tomatoes scrive che «Spider-Man: Homecoming fa tutto quel che sa fare un second reboot [“does whatever a second reboot can”, citando il testo della sigla del cartone animato anni Sessanta di Spider-Man, Ndr], consegnandoci un’avventura vivace e divertente che si adatta in modo confortevole al sempre più esteso MCU senza farsi impaludare dalla costruzione del franchising».

Su Metacritic, un sito simile a Rotten Tomatoes, al momento sono state raccolte 21 recensioni, per un volto complessivo di 74 su 100.

Tra i commenti più entusiasti c’è quello di Leah Greenblatt, che dalle pagine di Entertainment Weekly afferma come il film sia «una sorta di piccolo miracolo della Marvel», per quanto risulta piacevole e divertente. Il maggior merito del film, secondo Mashable, è quello di rappresentare al meglio l’adolescenza, con «l’opprimente ansietà mescolata all’impudente sicurezza di sé, la sensazione da vita o morte di una cotta, l’impazienza di crescere». Questo è confermato anche da Brian Truitt di USA Today, che paragona il film più alle pellicole di John Hughes (regista di Breakfast Club) che alle altre dei Marvel Studios.

spider-man homecoming

Jim Vorel di Paste Magazine si concentra in particolare sull’attore protagonista, definito «un volto piacevole, un amalgama quasi perfetto di impacciatezza, insicurezza e carisma». Sulla stessa lunghezza d’onda sembra essere Kate Miur di Times UK: «Si potrebbe essere tentati dal rivolgere qualche pensiero cinico a Spider-Man: Homecoming, se non fosse per l’aspetto cucciolesco dell’attore britannico Tom Holland in quella tutina rossa e blu da supereroe».

Rafael Guzman di Newsday elogia gli aspetti meno spettacolari del film: «Il regista Jon Watts gestisce bene le scene con chiacchiere adolescenziali e impacciatezza; anzi, sono anche più coinvolgenti delle sequenze di azione». Sullo stesso punto si sofferma anche Nick De Semlyen di Empire Magazine, che sottolinea come, nonostante personaggi e ambientazioni siano famigliari, il film sia «un remix libero, cool, divertente che li rinfresca nuovamente. In più, per fortuna mancano le lezioni di vita di zia May».

Se la zia May di Marisa Tomei non risulta una macchietta, lo stesso può dirsi per il nemico di turno, come sottolinea Manohla Dargis del NYT: «L’Avvoltoio è un miscuglio di spinose contraddizioni, che solo in parte sembrano volute. I suoi atti criminosi, la sua rabbia e forse la sua follia sono alimentati dal rancore sociale, e Mr. Keaton, con la sua minaccia al calor bianco e gli occhi sottili, lo rende un memorabile uomo infuriato, non una caricatura».

Tiepido risulta invece il giudizio sul film di Variety: «Va bene fare un film di Spider-Man in versione young adult, ma Spider-Man Homecoming ha un retrogusto aggressivamente zelante e prosaico». E poi, ancora: «L’appeal di questo particolare Spider-Boy è fin troppo basilare: nel tentativo di mettersi in luce, continua a cadere, per poi rialzarsi sempre».

Più negativo è il giudizio di John DeFore per l’Hollywood Reporter, che propone un confronto con la precedente versione cinematografica del personaggio: «Là dove il Peter Parker di Garfield dimostrava una credibile angoscia da 21° secolo, qui torniamo perlopiù alle radici spettacolari del personaggio, con Tom Holland che offre una performance davvero vincente, nonostante la sceneggiatura non gli sia stata d’aiuto. […] Tenete duro, Veri Credenti: forse la prossima volta andrà meglio».

Scott Mendelson, su Forbes, si dichiara annoiato dal fatto che questo risulti – a conti fatti – l’ennesimo film sulle origini del personaggio e spera che di vedere nel sequel «uno Spider-Man non più minaccia per la società».

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