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La morte di Pepe the Frog

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Un giorno triste, il 6 maggio, per gli amanti dei meme. In occasione del Free Comic Book Day (la giornata in cui nelle fumetterie americane si trovano albi promozionali esclusivi gratuiti), Fantagraphics Books ha pubblicato un fumetto (lo si può vedere sotto) nel quale l’autore Matt Furie ha decretato la morte di Pepe the Frog, la sua creazione più celebre.

Pepe the Frog è il personaggio che ha fatto conoscere al mondo Furie. L’autore lo aveva creato nel 2005 postandolo su MySpace e poi promuovendolo a uno dei quattro protagonisti della miniserie Boy’s Club (ora raccolta in volume da Fantagraphics), in cui prendevano vita le gag di Pepe e dei suoi amici stoner. Nella tavola che lo consacrò, Pepe viene visto fare la pipì con i pantaloni calati ed esclama come giustificazione «Feels good man» (“Si sta bene, amico”).

pepe the frog funeral
Da lì, Pepe era diventato uno dei meme che meglio aveva resistito al logorio gentrificante grazie al suo essere troppo respingente e criptico per essere masticato dal pubblico casuale. Le community di 4chan e Reddit ne avevano decretato la fortuna, poi, per qualche strano motivo anche Pepe era caduto vittima dei normies (gergo per indicare coloro che, come scrive Alessandro Lolli, abusano dei meme e «ripetono la stessa battuta con variazioni minime fino a degradarla: ogni meme è sottoposto all’azione “normificante” degli utenti mainstream che lo consuma, rendendolo nauseante in primo luogo a chi lo aveva creato o visto nascere»), venendo postato sui social dalle cantanti Katy Perry e Nicki Minaj.

Lo avevano già tentato di uccidere gli stessi che ne avevano abbracciato il culto, cercando di riportarlo nella cerchia dei pochi, ma nessuno avrebbe previsto la sua ascesa come mascotte del movimento alt-right ed elemento importante nella campagna presidenziale di Donald Trump (e dei beniamini dell’alt-right in generale, come Marine Le Pen). Per ironia della sorte, proprio il più impenetrabile dei meme era diventato l’immagine più spendibile del web, finendo perfino sulle gonne del colosso fast fashion Zara.

Furie non era rimasto zitto di fronte a questa evoluzione del personaggio e aveva lamentato l’appropriazione politica di Pepe nelle interviste e in un fumetto per il portale The Nib (il primo dal 2012), tentando di salvarlo con una campagna informativa, dopo che la Anti-Defamation League lo aveva inserito nel suo database di simboli d’odio (notando però che non lo era in assoluto). Aveva inoltre firmato un pezzo per Time raccontando la deriva del suo personaggio da «fattone apolitico a cui piaceva una vita semplice fatta di snack, soda e abbassarsi i pantaloni per fare pipì» a simbolo alt-right.

Frustrato dal destino di Pepe, Furie ha provveduto a farlo fuori in una storia a pagina singola apparsa sull’albetto distribuito da Fantagraphics in occasione del Free Comic Book Day, tenutosi in America lo scorso week-end. Nell’albo antologico intitolato World’s Greatest Comics (sotto la cover) si celebravano i tanto sospirati (dall’autore) funerali di Pepe. È stata una “morte eccellente”, tanto che persino giornali come il Washington Post hanno dato notizia del fatto (o il Corriere della Sera in Italia).

freecomicfantagraphics2017
Angela Nagle, studiosa della cultura alt-right e autrice del libro Kill All Normies, ha dichiarato al Guardian che lo sforzo di Furie «è comprensibile, non lo biasimo per averci provato, ma credo sia un vicolo cieco. I critici del movimento alt-right hanno la tendenza a rispondere con le loro stesse armi, “trollando i troll”. Dovrebbero invece rigettarli in toto. […] Lasciamo che abbiano i loro simboli di tedioso nichilismo giovanile». Dello stesso avviso il Washington Post: «La creazione di un meme ha sempre a che fare con la distruzione del contesto originale e con l’adattamento del significato».

La morte di Pepe probabilmente non fermerà il suo uso distorto e quella di Furie è stata l’ennesima condanna di messaggi razzisti e d’odio associati al personaggio, ma nonostante tutto l’autore sembra avere altri piani per la rana fattona. In un’intervista alla radio CBC ha dichiarato che la sua morte «è l’opportunità per un nuovo inizio», aggiungendo di avere nuove idee che non può ancora rivelare: «ritornerà dalle ceneri come una fenice … in una nube di fumo di marijuana».

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