Dalla saga dedicata alla famiglia dei Borgia pensata insieme ad Alejandro Jodorowksy, ai memorabili graphic novel sceneggiati da Hugo Pratt, alle trame oniriche realizzate sui soggetti dell’amico Federico Fellini, fino alle prime storie con protagonista l’alter-ego Giuseppe Bergman. Più di trent’anni di fumetti che decretano l’importanza storica di Milo Manara nella storia dell’erotismo, e in quella del fumetto italiano.
Ci siamo chiesti: «che cosa fa del disegno di Manara uno stile tanto riconoscibile (e sensuale)?». La nostra risposta: come per tutti i disegnatori di talento, devil is in details. E di questi dettagli ne abbiamo scelti nove.
Le labbra sinuose
Le bocche sono uno dei “marchi di fabbrica” del Manara-style. Il fumettista tende a disegnarle sempre piuttosto piene, e marcando bene la linea sinuosa della loro forma. Un dettaglio che si nota bene quando i personaggi sono visti di tre quarti: le labbra superiori – e soprattutto inferiori, sporgono sempre il giusto. Quel che si dice labbra perfette, insomma.
Ma quel che più conta, è come la loro forma viene “riempita” dal tratto: mai per intero, ovvero quasi solo ai bordi laterali. Nel disegno, la carne delle labbra è lasciata al bianco, che sembra quindi renderle luminose, leggere. Sinuose, luminose, mosse, belle – senza mai sembrare dei “canotti”. Mica poco, per un disegnatore (erotico, ma non solo).
Le bocche socchiuse
C’è poi il fatto che Manara – malandrino – quelle bocche le lascia spesso semiaperte. Come a disegnare espressioni in bilico fra stupore e ingenuità, le sue bocche socchiuse rendono le labbra ancora più evidenti, facendone un dettaglio che si fa notare.
I capelli lunghi e mossi
Le donnine di Manara non hanno capigliature qualsiasi. A prevalere sono i capelli lunghi, che permettono all’autore di sottolineare le ciocche, e quindi di insistere sui loro arabeschi. Sempre ariosi e mossi, i capelli manariani appaiono spesso quasi fossero usciti da una doccia. Ma pur sempre ben pettinati: un po’ selvatici, sì, ma niente doppie punte, eh?
Occhi, ciglia e sopracciglia
Per la serie “dettagli che contano”, un particolare molto amato da Manara sono le ciglia e sopracciglia. Un po’ in tutti i personaggi, il disegnatore non risparmia precisione nel tratteggiare quei peli e pelucchi che, soprattutto, sono da tempo considerati un simbolo di femminilità. Anche qui, però, la sua attenzione è anche per una certa eleganza cosmetica: ciglia e sopracciglia ben curate. Forse che prima di entrare in scena, le donnine di Manara passano sempre da un visagista?
Niente rughe per le signore
Guardate bene i volti delle donne, e soffermatevi sulla fronte e sul contorno occhi. Noterete una bella differenza tra quelli maschili e quelli femminili. Alle sue (giovani) signore, infatti, Manara non sembra disegnare (quasi) mai né rughe e segni di espressione troppo marcati. Risultato: in uno stile grafico pur molto dettagliato e preciso, il viso femminile appare liscio e quanto mai luminoso.
Quei nasini solo accennati
Nonostante la precisione per alcuni dettagli secondari come ciglia o la pelle delle labbra, per i nasi dei personaggi femminili Manara usa pochissimi segni. Ai limiti dei puri e semplici ‘puntini’. L’effetto è quello di nasi più accennati che marcati (come sono invece quelli di molti personaggi maschili). Anche qui, il volto femminile è dominato dal vuoto (grafico), dal bianco, ovvero dalla luce. Anche il nasino solo accennato rende i suoi volti tanto luminosi.
Tutte le gambe possibili
Nei corpi femminili, Manara insiste nel ritrarre gambe lunghe e affusolate. Ma il punto è, soprattutto, che si vedono spesso e bene. Ovvero: Manara cerca di disegnare il più possibile i corpi femminili per intero, e non a pezzi (primi piani, particolari), lasciando riempire lo spazio di tante vignette dalla presenza dei corpi completi. Le gambe sono così ben più visibili che in tanti altri fumetti (e da qui, forse, la facilità con cui l’autore inserisce anche i piedi, spesso nudi).
Il lato b, ancheggiante
Il rischio è di suonare un po’ sessisti – ma stiamo facendo un gioco (serissimo), e speriamo ce lo perdonerete. In fondo, è cosa nota: il sedere (femminile) è uno dei dettagli anatomici su cui Manara insiste di più, e per il quale le sue donnine sono diventate leggendarie.
Ciò che rende tanto sensuali i fondoschiena manariani, però, non è solo il fatto che siano perfetti – alti, tondi, lisci e ben torniti. Piuttosto, il fatto è che spesso sono mostrati mentre il personaggio assume una qualche posa, decisamente femminile (o persino esplicitamente provocante).
In particolare, quando la donnina è ripresa a figura intera, e il sedere è sottolineato dal lieve ancheggiare. Per non dire delle tante mossette con cui Manara enfatizza la recitazione delle ragazze, qua e là piegate a evidenziare un lato b che diventa – potenza delle inquadrature in primo piano – un elemento al centro della composizione della vignetta.
Drappeggi, lingerie e sottovesti
Se c’è un aspetto ‘erotico’ in come Manara disegna l’abbigliamento, non è tanto (solo) nel fatto che le sue donnine siano spesso svestite, ma in ‘come’ lo sono. Ovvero, gli abiti più gettonati nei suoi fumetti sono tshirt, vestaglie, abitini a un pezzo, sottovesti che appaiono spesso scosse o sollevate. Dal vento, dai gesti propri o altrui. Quando si dice “vedo-non-vedo”, la versione manariana pare: vedo-dai-vestiti-sollevati.
Leggi anche:
• Le protagoniste del fumetto disegnate da Milo Manara
• “Giuseppe Bergman”, o la misura della parabola artistica di Milo Manara
• L’erotismo di Andrea Pazienza raccontato da Milo Manara
• Dall’eros a Star Wars. Intervista a Milo Manara
Entra nel canale Telegram di Fumettologica, clicca qui.