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Uovonero, l’editore che non dimentica nessuno [Intervista]

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*di Anna Spena

L’editore Uovonero produce libri ricchi di illustrazioni pensati per bambini ma anche per adulti che fanno i conti con i disturbi dell’autismo o della dislessia. Un’idea coraggiosa e originale premiata dal successo.

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Partiamo dall’inizio. «Ma anche prima dell’inizio», ci dice sorridendo Sante Bandirali, per raccontarci com’è nata la casa editrice “uovonero” (proprio così, tutto minuscolo e una parola sola) fondata insieme alla moglie Enza Crivelli e a Lorenza Pozzi. Anche se ufficialmente la casa editrice parte nel 2010, l’idea che ha portato alla sua nascita si insinua nella mente dei tre molti anni prima; e scaturisce da una mancanza concreta: «Mia moglie Enza lavora da oltre vent’anni nel campo dell’autismo e della dislessia: è una terapista», racconta Sante. «Utilizzava spesso materiali per avvicinare i bimbi alla lettura. Ma quelli che si trovavano in giro erano testi riadatti, quindi non pensati direttamente per loro. Enza mi diceva sempre: “Io vorrei che i miei bambini” — come li chiama lei — “potessero andare in libreria o in biblioteca e trovarsi davanti un libro pensato per loro”».

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Il numero di marzo della rivista Vita, da cui è tratta l’intervista.

Fotocopie plastificate per diventare più robuste, rilegature a spirale per tenere insieme le pagine: «“Questi non sono libri veri”, mi ha detto Enza, “i libri veri dovremmo farli noi”». Siamo nel 2005 e l’idea rimane in stand by per due anni. «Da soli non saremmo stati in grado di farcela», spiega Sante, «e così entra in gioco Lorenza». È proprio lei che trova un bando della Regione Lombardia per imprese innovative. «Hanno partecipato in circa 800 a quel bando. Noi non abbiamo ottenuto i finanziamenti ma il nostro punteggio è stato buono».

Quel bando non vinto ha rappresentato lo stesso un’opportunità per trasformare l’idea in progetto: «Abbiamo messo in ordine le cose. In quell’idea ci credevamo molto e così abbiamo deciso di investire dei fondi nostri e, il 2 marzo 2010, siamo andati dal notaio. A quel punto uovonero era diventata realtà».

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Ad oggi sono 45 i titoli pubblicati e diverse le collane: i Pesci Parlanti, libri con rinforzi comunicativi, che utilizzano strumenti di Caa, Comunicazione aumentativa e alternativa, per bimbi in età prescolare o con difficoltà cognitive. Il testo pittografico fa da rinforzo a quello verbale, sono libri pensati per letture condivise con l’adulto. Il bimbo associa i suoni ai simboli che vede, ricostruisce la storia e diventa un lettore autonomo. Possono essere utilizzati anche per i bimbi stranieri che non conoscono l’italiano. Ci sono poi i Raggi e Abbecedanze, libri che raccontano varie forme di disturbo da parte di chi lo vive in prima persona, sono due collane adatte anche agli adulti; i Geodi, che aiutano gli altri a capire e ad accettare chi è diverso. Infine, una collana di giochi per divertirsi e imparare, nel rispetto delle diversità e della collaborazione non competitiva che hanno deciso di chiamare Altrimenti. A parte ci sono poi i Libri di Camilla, albi illustrati di qualità dei principali editori italiani per l’infanzia tradotti nel sistema simbolico WLS.

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In quasi tutti i libri è presente lo “sfoglia facile”, e le immagini, gli spazi, il font, gli a capi sono pensati per agevolare la lettura dei bambini. Anche il nome “uovonero” non è stato scelto a caso: «Poco prima di andare dal notaio», racconta Sante, «mi è tornata in mente una fiaba di Luigi Capuano, letta molti anni prima. Sapevo chi lì dentro c’era qualcosa. Così ho deciso di rileggerla: la fiaba inizia con “l’uovo nero che nessuno vuole”. La contadina non lo riesce a vendere al mercato perché tutti vogliono comprare solo l’uovo bianco. Ecco questa diversità che viene rifiutata sta alla base di quello che facciamo, ed è contenuta già nel nome». Interessante leggere come la fiaba prosegue: «L’uovo si trasforma in un galletto che fa chicchirichì e poi in un principe ed anche il principe fa chicchirichì. Questo significa che la diversità i bambini se la portano dietro: non si guarisce dall’autismo, non si guarisce dalla dislessia: si può diventare principi ma si continua comunque a fare sempre chicchirichì».

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C’è un altro elemento molto bello all’interno della fiaba, utilizzata un po’ come la metafora di uovonero per spiegare agli altri quello che provano a fare con i loro libri: «Ogni volta che c’è un problema per l’uovo nero, si torna a chiedere alla gallina: “e adesso cosa facciamo?”. È questo che ci piaceva come allusione al ruolo importante dei genitori come principali esperti dei propri figli. I terapeuti che ci lavo- rano sono esperti di disturbi dell’apprendimento; ma l’esperto di Filippo autistico, ad esempio, sono la mamma e il papà di Filippo. Con i nostri libri vogliamo rivolgerci a tutti: ai bambini, ai terapeuti, ai genitori». «Come si è capito amiamo i libri e la lettura», conclude Sante. «Proprio per questo crediamo che leggere sia un diritto di tutti: aiuta a capire il mondo che ci circonda e la comprensione aiuta a essere liberi. E poi è anche e soprattutto un piacere. Molte persone, a causa di difficoltà di vario genere, restano escluse dalla possibilità di godere dei libri. Noi di uovonero vogliamo che chiunque, nessuno escluso, possa esercitare il proprio diritto alla lettura».

Il bestseller di Uovonero: 

Si intitola Il mistero di London Eye. Lo ha scritto Siobhan Dowd, scrittrice inglese, morta nel 2007. È la storia di Ted, giovane autistico nel cui cervello gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone, conduce un’inchiesta appassionante e ricca d’ironia sulla scomparsa di Salim. Il libro è arrivato alla decima edizione. I diritti vanno alla Fondazione che la scrittrice ha voluto per difendere i diritti alla lettura dei più deboli.

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L’intervista è stata originariamente pubblicata sulla rivista Vita, e qui riproposta per gentile concessione dell’autrice e dell’art director Matteo Riva (autore delle fotografie).

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