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Mezolith: passato e futuro nel sogno ancestrale

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Mezolith, sogni e incubi dall’età della pietra, scritto da Ben Haggarty e disegnato da Adam Brockbank, è l’ultima novità editoriale di Diábolo Edizioni e sarà presentata in anteprima a Lucca Comics & Games alla presenza degli autori, per poi essere distribuita in fumetteria e libreria a partire da novembre.

mezolith

Mezolith tocca trasversalmente dimensioni e mondi narrativi e concettuali distanti. Il periodo in cui è ambientato il racconto, come si può intuire dal titolo, è quello del mesolitico. La storia è quella di Poika della tribù dei Kansa e del suo passaggio all’età adulta. Tale passaggio non assume i connotati classici che sono stati raccontati in altri ambiti narrativi, come quello metaforico-orrorifico IT di Stephen King, quello del disagio e della ribellione de Il giovane Holden di J. D. Salinger o, in ambito cinematografico, quello avventuroso di Stand by Me – Ricordo di un’estate di Rob Reiner (tratto non a caso sempre da King), bensì si interseca con una dimensione che mescola sapientemente la ricostruzione storica con tutta la potenza di un immaginario che diecimila anni fa era fantasia pura.

Lo studio che si nasconde dietro questa storia, che è il primo volume di due, è mastodontico e tocca diversi ambiti, da quello archeologico, a quello etnografico e antropologico. Lo sceneggiatore ha analizzato con cura ogni dettaglio, dalla struttura del villaggio dei cacciatori-raccoglitori al modo in cui avveniva la sepoltura dei morti. Ma attenzione: non si tratta di un documento storico, Mezolith non vuole necessariamente essere un oggetto di analisi storiografica, un riferimento per studiosi o semplici curiosi. Piuttosto una parabola sulla potenza del narrare e sulle difficoltà del crescere.

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Diviso in specifici capitoli che seguono eventi in qualche modo collegati fra loro, intramezzati da racconti che assumono le fattezze del mito, Mezolith attraversa le stagioni finendo per divenire un’allegoria della vita stessa. Il desiderio di Poika di crescere, diventare grande per poter cacciare con il padre e i fratelli maggiori passa attraverso delusioni, drammi, orrori e sogni, tutti elementi che hanno uno specifico peso nel racconto e che contribuiscono in maniera decisiva nel processo di formazione del nostro giovane protagonista.

Si potrebbe quasi dire che è il racconto stesso ad essere al centro del discorso. L’atto del narrare, del raccontare, oltre ad essere lo strumento con cui si tramandavano i miti, aveva la funzione di generare veri e propri immaginari mitologici che sfociavano in visioni collettive di un mondo racchiuso in un mistero più grande dell’uomo.

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In Mezolith, mito e realtà coincidono fino a formare una dimensione dove l’immaginazione consolidata dalla tradizione orale diventa uno sconfinato universo in cui perdersi. Il sogno è privo di qualsivoglia analisi psicanalitica ma è solo uno strumento con cui leggere il mondo. Il sogno diventa favola, la favola si trasforma in allegoria con cui comprendere sé stessi e il proprio ruolo nell’universo conosciuto.

Il processo con cui si è ottenuto questo risultato, che agli occhi dello spettatore genera una sincera ammirazione e un ammaliamento senza filtri, è facilmente esemplificabile: nella storia narrata in questo primo volume c’è una pietra-specchio che ha un ruolo decisivo. Haggarty ha dichiarato che questa sorta di cubo riflettente esiste veramente, si tratta di una formazione naturale rinvenuta nel nord della Spagna e definita cubo di pirite. L’autore si è chiesto: “Che impatto avrebbe avuto un simile oggetto su una popolazione del mesolitico?”. Un po’ come il monolite di 2001: Odissea nello spazio (1968), il cubo di pirite è il mezzo attraverso cui magia e mito confluiscono nella realtà, divenendo un tutt’uno.

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Mezolith è una storia compatta, lucidamente strutturata (quasi avesse una forma circolare, con un incipit e un finale che si ricollegano ma in maniera diversa) e peraltro ben illustrata e colorata dal talentuoso Adam Brockbank. Per lo più attivo nel campo cinematografico in veste di concept artist e storyboard artist, Brockbank ha contribuito a film come Maleficent, Star Wars – Rogue One e soprattutto alla saga di Harry Potter. La scelta del segno ricade su un realismo che ha un suo senso in relazione all’ambientazione storica scelta, inevitabile anche e soprattutto per l’attenzione storiografica di cui Mezolith vive in ogni singolo elemento.

Mezolith, in realtà, non è un fumetto sul mesolitico, né una sorta di trattato didascalico. Mezolith è qualcosa in più, il riflesso di noi stessi sulle acque di un lago millenario, una eco che ci giunge da lontano, sussurrata. Nella sequenza finale il sogno/mito diventa ponte e in questo modo passato e futuro si incontrano, segretamente, nell’oscurità di una caverna.

Mezolith
di Ben Haggarty e Adam Brockbank
Diábolo Edizioni, 2016

96 pagine, 17,00 €

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