Siamo entrati nello studio di Ugo Schiesaro, autore in forza al gruppo Delebile. Schiesaro vive e lavora a Bologna, finora ha partecipato alle antologie di Delebile con le sue storie brevi e ha in arrivo nuove pubblicazioni, che ci anticipa in questa intervista.
A che progetti stai lavorando attualmente?
Al momento principalmente sto finendo il mio primo fumetto tipo tutto solo mio mio, che pubblicherò per Delebile Edizioni. Si tratta dell’inizio di una serie di albetti da una trentina di pagine che raccolgono storie autoconclusive insieme ad una dalla trama più distesa che invece prosegue di numero in numero, finché non dico basta e passo a un’altra (QUI la prevendita del primo albo).
Che strumenti e tecniche usi per disegnare?
Mi diverto molto a fare schizzi scemi sulla carta con inchiostri e colori vari, specialmente con matite, penne e pennarelli Copic, che se uno deve andare va senza troppi preparativi. Da quando ho preso una tavola luminosa a led della Huion mi diverto ancora di più perchè è comodissima e sento meno la paura del segno indelebile, un po’ come su Photoshop.
Infatti poi in realtà quando devo fare la persona seria che lavora disegno in digitale, con una Cintiq 24hd e Clip Studio Paint.
Resta il fatto però che le mie idee preferite nascono sempre sulla carta.
Hai delle abitudini da rispettare prima di metterti al lavoro?
L’unico vero rito che ho è andare in bagno e leggere qualcosa.
Quali sono per te gli autori e le opere di riferimento?
Da questo punto di vista sono molto basico, dopo la Disney ho scoperto Akira Toriyama, poi Moebius, Andrea Pazienza, Robert Crumb e Will Eisner, poi ancora Hayao Miyazaki, Katsuhiro Otomo, Charles Burns, Daniel Clowes e Chris Ware e lì c’è più o meno tutta la mia impalcatura. Ah, e Naoki Urasawa, che ha il ritmo narrativo più fico di tutti.
Il resto diciamo che varia sempre in base al periodo, quindi non saprei definirlo.
Tipo, una menzione a parte la darei a Tumblr, questa gigantesca massa informe di spunti e input visivi fichissimi che dopo otto anni (!!!) di scrolling a tutto spiano non posso negare sia stata una parte abbastanza fondamentale del mio bagaglio.
Nello studio tieni un oggetto a cui sei particolarmente affezionato?
Sono ancora nel mezzo di un trasloco molto lento, però al momento tengo specialmente una radio vecchia, ricordo importante dei miei e della mia infanzia in generale , un gatto che si chiama Jonesy perchè è sopravvissuto all’Alien xenomorfo, e dei sassolini di roccia vulcanica portati da Bianca Bagnarelli direttamente dalle Canarie, che ogni volta che le guardo mi sento tutto esotico e fantastico una vita fatta di spiagge e cazzeggi senza sensi di colpa.